The New Republic | |
---|---|
Stato | Stati Uniti d'America |
Lingua | inglese |
Periodicità | quindicinale |
Genere | rivista |
Fondatore | Herbert Croly, Willard D. Straight e Dorothy Payne Whitney |
Fondazione | 1914 |
Sede | Washington |
Editore | Chris Hughes |
Tiratura | 53.485 (2009) |
Direttore | Gabriel Snyder |
ISSN | 0028-6583 | e 2169-2416
Sito web | tnr.com |
The New Republic è una rivista statunitense liberal di politica e cultura pubblicata ininterrottamente a partire dal 1914. Settimanale per la maggior parte della sua storia, la rivista è attualmente pubblicata una ventina di volte all'anno, con una tiratura approssimata di 50 000 copie.
The New Republic fu fondato nel 1914 da Willard D. Straight, sua moglie Dorothy e Herbert Croly (saggista e teorico politico). I fondatori, di idee progressiste[1], si ispirarono al “nuovo nazionalismo” di Alexander Hamilton (1755-1804).
La società editrice fu chiamata Herbert Croly and Co. Lo stesso Croly fu il direttore responsabile. Il primo numero uscì il 7 novembre, al prezzo di 10 centesimi di dollaro.
Nel 1974 la proprietà del giornale fu rilevata da Martin Peretz (che assunse anche la direzione). Nel 1998 fu coinvolto nello scandalo de "l'inventore di favole", il giovane giornalista Stephen Glass che si scoprì inventava i suoi articoli.
Nel 2000 la diffusione era di 100 000 copie, la rivista usciva circa 20 volte l'anno. La sezione letteraria, guidata sin dal 1983 da Leon Wieseltier, era considerata quella di maggiore pregio.[1]
Negli anni successivi la diffusione ha cominciato a scendere, fino a toccare 40 000 copie.[1]
Nel 2012 il New Republic è stato acquisito da Chris Hughes (cofondatore di Facebook). Il nuovo proprietario ha cambiato sia il direttore che il responsabile della sezione Cultura e ha avviato un piano di rilancio. Prevede la transizione verso un nuovo mezzo d'informazione integrato verticalmente, tra versione cartacea e edizione online.[2]
Nel 2016, dopo alcune difficoltà nella ristrutturazione della testata, Hughes decide di mettere in vendita la sua quota del «New Republic»[3]. Il 26 febbraio la cede all'editore Win McCormack[4].
Dagli anni novanta del XX secolo ad oggi.