Nacque da Margherita Scotti, cantante lirica, e da un messicano da lei incontrato in tournée, che il figlio non conobbe mai. Dopo aver giocato come calciatore nelle giovanili dell'Inter, nell'Arona, nella Trevigliese[1] e nel Fanfulla, registrato come Ernesto,[2][3] Scotti iniziò la sua carriera come attore di teatro, prendendo parte a spettacoli di varietà e di teatro di rivista. Dotato di memoria e capacità oratorie, si contraddistinse per la velocità e la precisione delle sue parlate, sempre convulse e frenetiche, ma mai incomprensibili. Per questo motivo, Achille Campanile lo rinominò Tino "Scatti".[4] Frequenti le partecipazioni a programmi radiofonici di varietà e di prosa, dalla fine degli anni trenta, presso gli studi dell'EIAR e Rai, tra cui il varietà settimanale Rosso e nero.
Come caratterista inventò due personaggi destinati a segnarne il successo: il cavaliere, con il famoso motto "ghe pensi mi", e il bauscia, emblemi di una milanesità agli antipodi. Se il secondo era uno sbruffone, il primo impersonava il ruolo del gigolò assennato; entrambi erano però lo specchio della personalità dell'attore, di gran classe e mai volgare. Nel 1952 commentò con la sua voce le comiche riunite nel film Ridolini e la collana della suocera, con Larry Semon. Molto noti i suoi Carosello del confetto Falqui, prodotto farmaceutico da banco. Ebbe anche successo come attore di prosa, affrontando autori come Shakespeare (Pene d'amor perdute) e Goldoni (Le baruffe chiozzotte), sotto la regia di grandi nomi come Giorgio Strehler e Franco Enriquez.
Ebbe un solo figlio: Giorgio, dalla prima moglie Anna Guzzoni, nata in Svizzera nel 1907, con cui si sposò a Milano nel 1931 e dalla quale divorziò nel 1977.[5] Morì la mattina del 16 ottobre 1984, all'ospedale di Tarquinia in provincia di Viterbo; soffriva da qualche tempo di disturbi cardiocircolatori che si erano aggravati negli ultimi giorni.[6] Ad assisterlo la seconda moglie Tiziana. Riposa nel locale cimitero di Tarquinia.
Il cappello sulle ventitré - Regia Mauro Macario (Raidue, 1984)
Tino Scotti fu anche protagonista nel 1957, di numerosi sketch della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello, che pubblicizzavano l'acqua minerale Crodo, e tra il 1958 e il 1974, con Raffaele Giangrande e altri attori via via diversi, il confetto lassativo Falqui.[7]
Doppiaggio
Da doppiatore ha prestato la voce a:
Ridolini nelle sonorizzazioni d'epoca delle sue comiche mute
Clandestini d'estate di Bruno Corbucci e Aldo Grimaldi, regia di Maurizio Jurgens (1959)
Prosa televisiva
Il terzo marito, regia di Silverio Blasi, trasmessa il 28 gennaio 1955.
Quel signore che venne a pranzo, regia di Alessandro Brissoni, trasmessa il 20 dicembre 1961.
Una volta nella vita, regia di Mario Landi, trasmessa il 4 febbraio 1963.
Note
^Liste di trasferimento pubblicate da La Stampa di Torino e da Il Littoriale i primi di agosto 1930 e conservate dalla Biblioteca Universitaria di Pavia e Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.