Wilhelm Stekel (Boiany, 18 marzo 1868Londra, 25 giugno 1940) è stato un medico, psicologo e psicoanalista austriaco. Fu uno dei primi seguaci di Sigmund Freud. Ha giocato un ruolo significativo nella storia della psicoanalisi e della sessuologia.

Carriera

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Nato a Boiany, Bucovina, fu anche un poeta, un musicista e uno scrittore dotato, tuttavia le sue opere avevano un carattere prevalentemente giornalistico, e il suo interesse per la sessualità fu accusato di essere di segno pornografico. Stekel divenne noto per la sua capacità di comprensione intuitiva dei processi inconsci, in particolare del simbolismo onirico.

Enzo Bonaventura ha scritto che Stekel in Poesia e neurosi porta alle estreme conseguenze la tesi freudiana del rapporto tra arte ed erotismo sentenziando che «Tra il neurotico e il poeta non c'è alcuna differenza essenziale. Non ogni neurotico è un poeta, ma ogni poeta è un neurotico». [1]


Fu il primo a usare il termine Thanatos per indicare il desiderio di morte. Fin dall'inizio Stekel assegnò una grande importanza al tema della morte. Secondo una sua relazione del 1910, l'angoscia doveva essere considerata una “reazione all'insorgere dell'istinto di morte a seguito della repressione dell'istinto sessuale”.
A lui vanno fatte risalire le prime analisi del simbolismo di morte nella vita onirica.

Fu il primo a coniare il termine parafilia in sostituzione della parola perversione.

In seguito, come già successo con altri, le sue idee si scontrarono con la personalità di Freud e per questo fu espulso dalla Società Psicoanalitica di Vienna nel 1912.

Stekel muore suicida a Londra per un'overdose di aspirina "per porre fine al dolore alla prostata e alla gangrena diabetica"[2].

Opere

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Opere su Stekel

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Note

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  1. ^ Enzo Bonaventura, La psicoanalisi. Nuova edizione integrale riveduta e corretta a cura di Alberto Marzi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1954, p. 306
  2. ^ David Lester, Suicide and the Holocaust, Nova Science Publishers, 2006, p. 63, ISBN 15-945-4427-1.

Bibliografia

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