Attilio Momigliano (Ceva, 7 marzo 1883Firenze, 2 aprile 1952) è stato un critico letterario italiano.

Attraverso i suoi saggi si può cogliere sempre un doppio interesse, sia per l'analisi psicologica e culturale, sia per quella della struttura poetica. Tra gli studi che più riflettono il suo metodo si ricordano quelli su Poliziano, su Parini, su Leopardi e su Manzoni. Il suo metodo di lavoro si distanziava singolarmente sia dallo schematismo teorico de La Critica di Benedetto Croce, sia all'opposto dal metodo erudito-filologico della Scuola Storica di Francesco De Sanctis[1].

Biografia

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Fu allievo di Arturo Graf e insegnò storia della letteratura italiana dapprima presso il Liceo classico Cavour e il Liceo Gioberti di Torino, poi all'Università di Catania, quindi a Pisa e infine a Firenze. Accolse nel suo metodo critico i principi dell'estetica crociana, pur perseguendone uno personale volto a una forte, e al tempo stesso pacata, tensione morale.

Il 10 aprile 1910 fu iniziato in Massoneria nella Loggia "Vittorio Alfieri" di Asti, presso la quale fu anche elevato ai gradi di Compagno d'arte e di Maestro nello stesso giorno della sua iniziazione[2].

Momigliano fu tra i firmatari nel 1925 del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Nel 1938, a seguito delle leggi razziali fasciste, venne espulso dall'Università di Firenze; gli subentrò Giuseppe De Robertis, dopo che Massimo Bontempelli aveva rifiutato di prenderne il posto.[3]

Nel 1944 si salvò dalla persecuzione razziale trovando ospitalità presso l'ospedale di Sansepolcro, grazie all'aiuto offertogli dal direttore, Raffaello Alessandri, dall'amico Gino Franceschini, da don Duilio Mengozzi e dall'amico ed editore Giuseppe Paci di Città di Castello per la cui libreria editrice (libreria editrice Paci "La Tifernate" - G. Paci editore) scrisse la prefazione al volume Le avventure di Pinocchio. Da Sansepolcro, come afferma Amedeo Benedetti, «Momigliano e la moglie fuggirono il 18 agosto 1944, e solamente nell'aprile 1945 poterono rientrare a Firenze».[4]

Tra i suoi lavori più significativi si ricordano quello su Carlo Porta, pubblicato nel 1910, e quello su Alessandro Manzoni, l'Introduzione ai poeti del 1946. Fu autore inoltre della Storia della letteratura italiana in tre volumi e di un commento alla Divina Commedia (1945-1947).

Omaggi

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Opere

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Note

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  1. ^ Cfr. L'Enciclopedia di La Biblioteca di Repubblica, Torino, UTET-DeAgostini, 2003
  2. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Roma-Milano, Erasmo-Mimesis, 2005, p. 188.
  3. ^ Gian Antonio Stella, Soltanto Bontempelli disse no alla cattedra di un ebreo espulso, su Corriere della Sera, 28 agosto 2018. URL consultato il 31 gennaio 2024.
  4. ^ Amedeo Benedetti, Contributo alla biografia di Attilio Momigliano, in "Studi novecenteschi", a. XL (2013), n. 85, p. 64.

Bibliografia

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Voci correlate

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