«Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.»

Pineta di pini marittimi

Il bosco (o selva) è un'area di superficie terrestre con estensione minima di 0,2 ettari, formata da un'associazione vegetale di alberi selvatici di alto fusto e di arbusti ed erbe che costituiscono il sottobosco.[1] Quando un bosco è caratterizzato da superficie e densità maggiori, si parla più propriamente di foresta, nonostante a livello legale e normativo i termini bosco, foresta e selva siano equiparati.[2]

Si distinguono vari tipi di bosco a seconda di alcuni fattori quali:

Definizioni

Bosco (Parco di Monza - Italia)
Un bosco in una foto d'autore di Paolo Monti. Fondo Paolo Monti, BEIC

La legge italiana, nel Testo Unico in Materia di Foreste e Filiere Forestali (TUFF), differenzia un bosco da un'alberatura, un frutteto o da simili piantagioni, nei seguenti termini: un bosco, per essere tale, deve avere un'estensione minima di 2.000 m², con altezza media degli alberi di almeno di 5 m, una percentuale di copertura del suolo di almeno il 20% nonché una larghezza minima di almeno 20 m[3].

In ossequio all'articolo 117 della Costituzione, ogni regione ha disciplinato, con l'adozione di leggi e regolamenti forestali, la questione in modo differente, anche se i parametri sono analoghi a quelli sopra esposti. I boschi sfruttati dall'uomo possono essere distinti in cedui e fustaie:

La gestione del bosco ad alto fusto, permettendo il taglio solo a intervalli molto distanziati, si addice alle grandi proprietà (che sono perlopiù pubbliche), dove è possibile procedere al taglio a lotti scaglionati nel tempo (assestamento forestale). Nelle piccole proprietà, la necessità di ottenere legname ogni anno spinge il possessore del bosco a una gestione dello stesso a ceduo. Inoltre, solitamente, dai cedui si ottiene soprattutto legna da ardere o, soprattutto nel caso del castagno, pali; le fustaie invece forniscono legname da opera di ogni tipo.

In Italia circa un terzo dei boschi sono fustaie e i due terzi cedui; le fustaie sono soprattutto di conifere, di faggio e di castagno mentre tra i cedui prevalgono le querce ed i boschi misti sia collinari che della macchia mediterranea.

Specie arboree e zone dei boschi in Italia

Le specie arboree presenti nei boschi si diferenziano in base alle seguenti caratteristiche:

Le specie arboree componenti i boschi italiani si possono dividere in conifere e latifoglie: le prime sono prevalenti in climi freddi alpini ma formano estese foreste anche nei pressi del mare, le latifoglie predominano in tutte le altre località. Partendo dalle coste i primi boschi che si incontrano sono quelli di pini marittimi (Pinus pinea o pino domestico, Pinus pinaster o pino marino, Pinus halepensis o pino d'Aleppo) che prosperano lungo le coste sabbiose, dietro la fascia dunale. Questi boschi non sono in genere tagliati a causa dello scarso valore del legname ma vengono utilizzati per la raccolta dei pinoli e per fruizione turistica.

Più nell'entroterra, nell'Italia centromeridionale ed in Liguria, si incontra la tipica macchia mediterranea dominata dal leccio (Quercus ilex), accompagnato dal corbezzolo (Arbutus unedo), la sughera (Quercus suber). I boschi, a prevalenza di leccio, sono quasi uniformemente trattati a ceduo. I querceti caducifogli, che si trovano nella fascia sopra-mediterranea e prealpina, sono composti prevalentemente da roverella (Quercus pubescens), dal cerro (Quercus cerris), dalla farnia (Quercus robur) e dal rovere (Quercus petraea), accompagnati dall'orniello (Fraxinus ornus), dall'acero minore (Acer monspessulanum), i carpini (Ostrya carpinifolia e Carpinus betulus), etc. Questi boschi forniscono eccellente legna da ardere. In questa fascia, soprattutto su terreni a pH acido, sono stati impiantati, fin dal periodo romano, estesi boschi di castagno (Castanea sativa), impiegato per il frutto e per la produzione di legname da costruzione.

A monte dei castagneti si estende il regno del faggio (Fagus sylvatica, orientativamente tra 600 e 1800 metri di altezza), che forma boschi molto spesso puri ma talvolta misti con l'abete bianco (Abies alba) e, ma solo sulle Alpi, l'abete rosso (Picea abies) e il larice (Larix decidua). Specie intercalari di questi boschi sono costituiti dall'agrifoglio (Ilex aquifolium), l'acero di monte (Acer pseudoplatanus), il tasso (Taxus baccata) e tigli. Le faggete erano governate a ceduo nel recente passato, ma adesso sono quasi tutte in conversione a fustaia: forniscono un ottimo legname utilizzato nella costruzione di mobili.

Sulle montagne delle Alpi a quote superiori si trovano boschi puri di conifere delle specie sopra menzionate accompagnate da varie specie di pini (Pinus): pino cembro (Pinus cembra), pino mugo (Pinus mugo), pino nero (Pinus nigra) e pino silvestre (Pinus sylvestris). Ai limiti di queste formazioni sempreverdi boschive, oltre a qualche sporadico cespuglietto, si incontra solo vegetazione erbacea che dà vita a zone prative di pascolo d'alta quota.

Classificazione

I boschi possono essere classificati in base alle specie che li compongono in:

  1. Puri, cioè formati da una sola specie (es.: lariceti di alta montagna); se una specie è presente per il 90%, il bosco si considera puro per convenzione.
  2. Misti, cioè formati da più specie differenziate per età delle piante; si distinguono a loro volta in:
    1. Coetanei, formati da piante della stessa età;
    2. Disetanei, formati da piante di età diversa.

Le associazioni vegetali sono poi classificate in base a:

Clima (vedi Zone fitoclimatiche).

Statura, valido il parametro di altezza dominante, in quanto con i diradamenti si tagliano le piante più piccole modificandone l'altezza media.

Distribuzione spaziale (come si dispongono le piante sullo spazio), che può essere regolare colma, regolare scarsa, lacunosa, aggregata o a cespi.

Tessitura (distribuzione sul piano in base alle classi d'età), che può essere grossolana, media o fine.

Densità (numero di individui per ettaro).

Copertura (proiezione delle chiome sul terreno).

Fertilità: importante parametro dei boschi che tiene conto della statura (l'altezza media degli alberi più alti) e definisce l'attitudine alla produzione e alla rinnovazione. Essa è importante dal punto di vista selvicolturale in quanto influenza le scelte gestionali.

Funzioni

Il bosco può svolgere diverse funzioni:

Mitologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bosco sacro.

I boschi anticamente erano anche luoghi di culto dotati di una certa sacralità, in cui era più facile pervenire a un contatto con la dimensione magica o soprannaturale. Nella religione romana, ad esempio, i boschi erano associati al potere della dea Diana, e caratteristiche simili si ritrovano nelle antiche religioni europee, greca, celtica, baltica.

Note

  1. ^ bòsco in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 4 marzo 2021.
  2. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 29 maggio 2023.
  3. ^ parametri adottati da ISAFA - TN per il primo inventario forestale nazionale - IFN1 - 1983-1985

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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