Enrica Malcovati

Enrica Malcovati (Pavia, 21 ottobre 1894Pavia, 4 gennaio 1990) è stata una latinista e filologa classica italiana.

Biografia

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Sorella del ginecologo Piero Malcovati, nacque da Angelo e Maria Lardera e compì tutti i suoi studi nella città natale, fino alla laurea in Lettere nel 1917, relatore il latinista Carlo Pascal, con la tesi I frammenti dell'attività letteraria di Augusto. Si dedicò quindi all'insegnamento nei licei. Nel 1940, grazie all'interessamento di Plinio Fraccaro, che in precedenza l'aveva voluta come caporedattrice della rivista da lui diretta, Athenaeum, ottenne la cattedra di Filologia latina all'Università degli Studi di Cagliari. A quel tempo aveva già pubblicato numerosi studi sulla latinità, nonché edizioni critiche di importanti opere. Lo scrittore latino cui rivolse maggiormente la sua attenzione è sicuramente Sallustio.

Dopo la fine del secondo conflitto mondiale Enrica Malcovati passò all'Università di Pavia, dove insegnò Letteratura latina. Nel 1954 divenne preside della Facoltà di Lettere dell'Università di Pavia e dal 1957 fu anche rettrice del Collegio Castiglioni. Nel 1969 andò in pensione e fu nominata docente emerito.

In occasione dei suoi settant'anni, Enrica Malcovati ricevette una laurea ad honorem in filosofia dall'Università di Vienna. Nel 1977 fu ammessa nell'Accademia Nazionale dei Lincei.

Morì nel 1990, novantacinquenne, nella città natale, che le avrebbe in seguito dedicato una via. La sua raccolta libraria fu donata alla Biblioteca di Studi Umanistici dell'università di Pavia.

Attività di ricerca

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L'attività di ricerca della Malcovati si rivolse principalmente alla letteratura latina di età tardo repubblicana e imperiale, ma non trascurò il greco né questioni di lingua e fortuna del latino. Negli anni immediatamente successivi alla laurea produsse già tre importanti studi, vertenti sulla società e cultura romana ed effettuando incursioni filologiche su testi latini frammentari e poco noti.[1] Nel 1921 pubblicò la sua prima edizione critica, i frammenti delle opere di Augusto per il Corpus Paravianum; essa avrebbe avuto ben quattro riedizioni (1928, 1948, 1962 e 1969) progressivamente ampliate grazie ai nuovi ritrovamenti.[2] Fu, in effetti, sua abitudine tornare più volte su questioni già affrontate, migliorando progressivamente edizioni e commenti e approfondendo sempre più gli argomenti. Oltre ai frammenti di Augusto e alle Res Gestae (1936), si dedicò a Cornelio Nepote (1934), Floro (1938), Sallustio (1940 e 1941), Plinio il Giovane (1949), Cicerone (1965); ma soprattutto, produsse una fondamentale edizione critica dei frammenti degli oratori romani da Appio Claudio Cieco a Messalla Corvino (1940).

Si occupò costantemente non solo di testi, ma anche di contesti: approfondì l'argomento della cultura letteraria all'interno della Domus Augusta e soprattutto delle figure femminili e della donna nella letteratura e nella cultura in genere, dall'antichità all'Ottocento.

Pubblicazioni principali

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Edizioni critiche o commentate

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Saggistica e antologie

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Note

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  1. ^ Le idee degli antichi sull'umanità primitiva, «Rendiconti dell'Istituto Lombardo. Accademia di scienze e lettere» L (1917), pp. 465-76; De Caesaris Augusti poematis, «Athenaeum» VII (1919), pp. 47-65; De litterarum fragmentis Corneliae, Gracchorum matri, adtributis, ibid. VIII (1920), pp. 92-104.
  2. ^ L'ultima e definitiva (1969) non includeva in realtà nuovi frammenti, ma irrobustì l'apparato testimoniale degli editti e soprattutto dei dicta e apophtegmata con nuovi testi precedentemente non inclusi.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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