Gravina in Puglia
comune
Gravina in Puglia – Veduta
Gravina in Puglia – Veduta
La cattedrale vista dalla gravina
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Città metropolitana Bari
Amministrazione
SindacoFedele Lagreca (lista civica) dal 5-7-2022
Data di istituzione19-1-1863
Territorio
Coordinate40°49′14″N 16°25′24″E / 40.820556°N 16.423333°E40.820556; 16.423333 (Gravina in Puglia)
Altitudine338 m s.l.m.
Superficie384,73 km²
Abitanti42 520[1] (31-7-2023)
Densità110,52 ab./km²
FrazioniBarisci, Dolcecanto, Scarpara, Lago di Serra del Corvo, Murgetta, Pantanella, Pescofaliero, Rifezza
Comuni confinantiAltamura, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Spinazzola (BT), Genzano di Lucania (PZ), Grottole (MT), Irsina (MT), Matera (MT)
Altre informazioni
Cod. postale70024
Prefisso080
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT072023
Cod. catastaleE155
TargaBA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 746 GG[3]
Nome abitantigravinesi
Patronosan Michele Arcangelo, san Filippo Neri (compatrono)
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gravina in Puglia
Gravina in Puglia
Gravina in Puglia – Mappa
Gravina in Puglia – Mappa
Posizione del comune di Gravina in Puglia all'interno della città metropolitana di Bari
Sito istituzionale

Gravina in Puglia (Gravéine in dialetto locale[4], [graˈviːnɘ], fino al 1863 chiamata Gravina) è un comune italiano di 42 520 abitanti[1] della città metropolitana di Bari in Puglia. Ivi ha sede il parco nazionale dell'Alta Murgia.

È conosciuta per diverse specialità gastronomiche, come il formaggio Pallone di Gravina, il sasanello e il vino (Verdeca di Gravina) Gravina DOP. Il territorio è caratterizzato dalle omonime gravine, profondi canyon su cui spicca il ponte acquedotto, di probabile origine seicentesca.[5] È abitata ininterrottamente da oltre diecimila anni[6].

Geografia fisica

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Puglia.

Territorio

Gravina insiste sul banco calcareo della fossa bradanica e si attesta al vertice nord del corrugamento carsico che caratterizza la geomorfologia pedemurgiana e appulo-lucana[7]. A sud confina con la Basilicata. Ha un'estensione territoriale di 384,74 km2, che ne fanno il 22º comune italiano per estensione territoriale.

Versante Bradanico - territorio gravinese.

Dal punto di vista orografico, è situata tra il pre-Appennino lucano e la Murgia nelle zone terminali, con altitudine media di 360 m. Parte della città si estende sulle sponde di un crepaccio profondo, molto simile ai canyon, scavato nella roccia calcarea da un fiumiciattolo, il torrente Gravina, affluente del Bradano, da cui prendono il nome le famose gravine della Murgia, in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose cavità carsiche, come il profondo Pulicchio di Gravina e la profondissima Grave di Faraualla. Nelle campagne al confine col territorio di Matera vi è un vulcano di fango di nuova formazione[8].

Rocca Garagnone - Murgia.

La vegetazione comprende numerosissime specie (pseudo steppe mediterranea - sulla Murgia) a cui si contrappongono interminabili di uliveti e vigneti, ma anche la storica coltivazione del grano duro; ricade inoltre tra i territori di produzione di numerose leguminose come il cece rosso di Gravina[9] e la lenticchia di Altamura che ha ottenuto nel 2017 l'Indicazione geografica protetta (IGP).

Il bosco Difesa Grande ha un'estensione di circa 2.000 ettari. Situato a circa 6 km dal centro abitato di Gravina, è posto nel medio bacino idrografico del fiume Bradano.

Clima

Il clima è tipicamente mediterraneo: gli inverni sono relativamente miti, con temperature che solitamente non scendono mai sotto gli zero gradi; le estati sono, invece, calde e secche.

[10] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 1213151822262828252117141318,327,32119,9
T. min. media (°C) 5579131719191713965,39,718,31311,6
Precipitazioni (mm) 51575247373227396265546317113698181586
Umidità relativa media (%) 77747268686564656872767876,369,364,77270,6
Vento (direzione-m/s) NNW
16
NNW
16
E
16
E
16
E
16
E
16
E
16
E
16
E
16
NNE
9
S
9
WNW
16
16161611,314,8

Origini del nome

Il toponimo "Gravina" proviene dalle gravine,[11] spaccature della crosta terrestre simili a canyon. Sul motto riportato sul gonfalone cittadino è riportata una curiosa paretimologia: vi è scritto “Grana dat et vina" (trad. "offre grano e vino"), attribuito alla città da Federico II di Svevia, il quale amava questa città tanto da definirla "giardino di delizie".[senza fonte][12] Egli, infatti, fece realizzare in loco un castello, del quale restano delle rovine visitabili, che aveva la funzione di ospitare lui ed i suoi uomini, prima e dopo le battute di caccia svolte nel territorio murgiano. Signore del castello fu capostipite dei Gravina, nobile famiglia di origine normanna il cui ramo italiano prese il nome dalla città. Un possedimento dei Gravina nei pressi di Catania divenne noto nel XVII secolo con il nome di Gravina Plachi, poi Gravina di Catania, dunque Gravina divenne Gravina in Puglia.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Silvium.

«In Italia i Sanniti, dopo aver espugnato Sora e Calazia, città alleate ai romani, ne vendettero schiavi gli abitanti; nel frattempo i consoli romani invasero con un numeroso esercito la Iapigia e si accamparono presso la città di Sìlbion. Poiché essa era presidiata dai Sanniti, l'assediarono per molti giorni, e dopo averla espugnata con la forza, catturarono più di cinquemila prigionieri e presero anche un'ingente quantità di altro bottino.»

«Chi navighi da Brindisi lungo la costa adriatica incontra la città di Egnazia, tappa comune per i viaggiatori diretti, per mare o per terra, a Bari: la navigazione si effettua col vento di Noto. Fino a qui si estende lungo il mare il territorio dei Peuceti, nell'entroterra fino a Silvium. Esso è tutto aspro e montagnoso, poiché in gran parte occupato dagli Appennini, e si ritiene abbia accolto coloni arcadi»

Grazie alla posizione strategica dei vari abitati, Gravina può vantare una storia antichissima. Il suo territorio risulta essere stato abitato già dal Paleolitico antico, data l'alta presenza di acque nel torrente della Gravina, mentre i resti più consistenti risalgono al Neolitico, sin dal 5950 a.C. (Casa S. Paolo e Ciccotto).

Gli insediamenti più antichi sono stati individuati nelle contrade di Botromagno, S. Paolo, Vagnari, S. Stefano e S. Staso (paleocristiano). I toponimi Sidis (Σίδις), Sìlbion (Σιλβìον), Sidìon, Silvium, Petramagna o Botromagno (nome della collina dove si è sviluppato l'antico abitato) e i nomi degli antichi indigeni, quali Sidini, Silvini, attestano che la città subì la colonizzazione peuceta, prima, e greca, poi. In seguito, la conquista romana, come confermato anche dagli evidenti scavi archeologici, le necropoli e i relativi corredi funerari.

All'epoca di Alessandro il Molosso, divenne polis con diritto di coniare monete (Sidinon) e dopo la terza guerra sannitica (305 a.C.) divenne municipium romano, toccato dal tracciato della via Appia.

Un ritrovamento di uno scheletro appartenuto a un uomo di origine cinese o mongola nella necropoli di Vagnari, testimonia l'esistenza di rapporti fra la città di Gravina e l'Estremo Oriente già nel 200 d.C.[13]

Il percorso della Via Appia che, da Benevento, si diramava nella cosiddetta "Appia antica", in basso, che conduceva a Brindisi passando da Taranto, e "Appia Traiana", tracciato in alto

Prima influenzata dai Greci, poi occupata da Roma, fu facile preda dei Visigoti di Alarico e dei Vandali di Genserico nel V secolo d.C. Distrutto il centro abitato, uno sulla collina di Botromagno e l'altro sul ciglio del burrone, la popolazione si trasferì nel sottostante burrone, dove alle grotte preesistenti aggiunsero altre abitazioni.

Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, seguì le vicende dell'intera Italia, passata attraverso l'effimero dominio dell'erulo Odoacre, il regno goto e, infine, all'inizio del V secolo, la riconquista dell'Impero ad opera di Giustiniano. Durante lo stesso secolo fu inglobata nel dominio dei nuovi invasori Longobardi, sino all'avvento dei Normanni. Intorno al 1006 fu contea con Accardo, padre di Umfrido. Questi nel 1091 ricostituì la diocesi e consentì la costruzione della cattedrale presso il castello, sul ciglio della "Gravina" tra i rioni, Piaggio e Fondovico.

Le famiglie degli Aleramici e dei De Say la elevarono a marchesato; Federico II di Svevia, con Gilberto d'Aigle, la mise a capo del giustizierato di Terra di Bari, mentre la sua contea comprendeva gli attuali territori dei comuni di: Altamura, Ruvo, Bitetto e Grumo Appula.

Dal 1267 al 1380 fu feudo degli Angioini ora d'Angiò, ora d'Ungheria. In questo stesso periodo, Gravina divenne città demaniale e feudale. Conobbe il Cristianesimo nel I secolo d.C. e fu evangelizzata da Basiliani, Benedettini, Francescani, Domenicani. Nel XIII secolo giunsero i monaci degli ordini cavallereschi: Templari e Cavalieri Gerosolomitani, che furono possessori di case e territori di grandi estensione. Nel XV secolo divennero feudatari gli Orsini di Roma, questo ramo fu tra i più importanti dell'intera casata. Francesco Orsini, prefetto di Roma, elevò il feudo di Gravina in Puglia a ducato.

Gli Orsini furono signori dal 1420 circa al 1816. In questo lungo arco di tempo la città subì le prepotenze feudali, dell'alto clero e dell'oligarchia locale. La città è molto nota in quanto nel 1649 vi nacque Pietro Francesco Orsini, poi papa Benedetto XIII. La situazione si aggravò durante il periodo borbonico, quando aumentarono angherie e violazioni di elementari diritti umani, tanto che Gravina contò molti rivoluzionari e patrioti dal 1789 sino all'Unità d'Italia, con una "vendita" carbonara. Protagonista delle vicende storiche di fine Ottocento ed inizio Novecento, contribuì moltissimo all'Unità d'Italia con patrioti e martiri delle guerre d'indipendenza e della prima guerra mondiale. Infatti, nella villa comunale, è stato dedicato loro un monumento dei caduti. Durante il secondo conflitto mondiale, parte del centro storico fu oggetto dell'esplosione di una bomba sganciata da un aereo alleato, nel tentativo di alleggerire il proprio peso per sfuggire alla caccia di aerei tedeschi.

Simboli

Lo stesso e il gonfalone del comune di Gravina di Puglia sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 26 marzo 1934.[14]

«Partito: al 1º d'azzurro, alla pianta di grano fruttifera di tre spighe d'oro; nel 2º d'oro, al tralcio di vite fruttifero di due grappoli disposti in palo. Sotto lo scudo, su lista bífida svolazzante di rosso, il motto Grana dat et vina

Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Vista della cattedrale S. Maria Assunta di Gravina in Puglia.
La Gravina di Botromagno con il ponte - viadotto Madonna della Stella
Chiesa di S.Lucia Rione Piaggio
Chiesa Madonna delle Grazie
Chiesa del Purgatorio, Santa Maria del Suffragio

Chiesa del Padre Eterno o Deesis

È locata sul versante ovest del costone ed è incompleta, a testimonianza di ciò sono visibili alcune arcate e colonne che introducono la navata principale, senza abside[15]; accanto due solchi usati per la tumulazione. Erano presenti affreschi dedicati a san Nicola e san Pietro, successivamente prelevati e restaurati presso la Fondazione E. P. Santomasi[15][16].

Chiesa della SS. Annunziata

Oggi sconsacrata, al suo interno presentava un altare e diversi dipinti religiosi; secondo la tradizione ivi ebbe luogo l'omicidio di un vescovo eretico, databile al XV sec.[17]. Nel 1714 papa Benedetto XIII decretò la fine delle funzioni celebrative e il loro trasferimento presso la cattedrale, causa le condizioni fatiscenti in cui versava la chiesa.[17]

Architetture civili

Castello svevo

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Gravina.

Voluto dall'imperatore Federico II, fu costruito sulla sommità di una collina a nord della cittadella[18] tra il 1223 e il 1231[19], paragonato dal cronista Villani alla Porta di Capua e al Castello Capuano di Napoli[18], e ricordato dal Vasari come barco cinto di mura per l'uccellagioni[18], a testimonianza dell'attività di caccia compiuta dall'imperatore. Nel territorio erano comprese diverse aree boschive di una zona denominata Guardialto[18] e un lago, oggi scomparso[18].

L'edificio è a forma rettangolare, misurante 29,4 x 58,7 m, allo stato attuale di rudere[18]; in origine era a due piani, circondato da un piccolo cortile, e si accedeva da un'entrata detta cum porta magna[18], i lati lunghi comprendevano quattro torri quadrate, di cui restano solo le basi, ed era anche presente una cisterna, posta nei sotterranei, che garantiva sufficiente rifornimento di acqua.[18] Il pianterreno era provvisto di vari depositi, forni, cucine e stalle, mentre l'ultimo piano conteneva una sala che ospitava il sovrano e gli uomini durante le battute di caccia o le riunioni generali della Curia.[18]

Rovine del castello federiciano di Gravina
Palazzo Capone-Spalluti dopo i restauri effettuati nel 2015.
Sotterraneo del Castello

Palazzo Ducale degli Orsini

Palazzo Ducale degli Orsini

Palazzo de Gemmis-Pellicciari

Palazzo de Gemmis Pellicciari

Settecentesco palazzo edificato dai nobili Pellicciari, oggi appartenente ai Baroni de Gemmis di Castel Foce. È un ampio elegante palazzo nobiliare ad archi che presenta a nord e a sud due torri. È sovrastato da una veranda coperta.

Palazzo Sottile Meninni

Palazzo Sottile Meninni

Architetture militari

Altro

Ara funeraria di Gravina ed epitaffio, con relativa ricostruzione.

Gravina Sotterranea

Le Quattro Fontane

Il monumento fu costruito nel 1778 per portare in città l'acqua dalla sorgente di Pozzo Pateo.

Ponte viadotto acquedotto

Le Quattro Fontane
Le Quattro Fontane

Ponte a doppia arcata, completato nel 1778, nacque come viadotto per raggiungere il Santuario della Madonna della Stella e come acquedotto per approvvigionare la città. Divenuto simbolo di Gravina, collega le due sponde del burrone.

Teatro Mastrogiacomo

La costruzione del Teatro Mastrogiacomo fu iniziata nel 1923, per volontà di Michele Mastrogiacomo, il quale impegnò tutto il suo patrimonio per realizzare tale teatro nel centro cittadino: l'inaugurazione avvenne nel 1927. Nel teatro, che fu usato pure come cinema, furono eseguite opere liriche e operette, oltre commedie e drammi teatrali nonché il varietà, la rivista e avanspettacolo. Il teatro fu demolito nel 1939 in rispetto della legge che imponeva di eliminare tutto il materiale legnoso, onde evitare il rischio di un incendio, quindi nel 1941 fu inaugurato il nuovo edificio in cemento armato. Molti celebri artisti si esibirono nel teatro gravinese, che poteva ospitare 612 spettatori: 327 in platea e 285 in galleria. Nel 1995 il teatro chiuse e l'edificio non fu più restaurato, ma gli eredi proprietari della famiglia Mastrogiacomo e l'amministrazione comunale stanno cercando di trovare la risorsa finanziaria per un restauro.[21]

Siti archeologici

Società

Evoluzione demografica

Etnie e minoranze straniere

Abitanti censiti[24]

Gli stranieri residenti a Gravina in Puglia al 31º dicembre 2019 (dati Istat) sono 1 473 e rappresentano il 3,4% della popolazione residente. Le comunità straniere più numerose sono:

Lingue e dialetti

Dialetto gravinese

Il dialetto gravinese (/gravə'nɨ:sə/) viene classificato dal Mancarella[25] e dal Mastromatteo[26] come appartenente alla fascia centrale dei dialetti pugliesi (erroneamente definita apulo-barese), con influenze lucane dovute alla vicinanza con la parte nord-orientale della Basilicata.[26]

Tradizioni e folclore

Fiera di San Giorgio

Fiera San Giorgio

La fiera regionale di San Giorgio è la fiera più antica d'Italia[27], si svolge sempre dal 20 al 25 aprile nel quartiere fieristico in via Spinazzola. Sembra che sia nata da un'idea del feudatario francese di Gravina in Puglia e Altamura Ludovico de Bellojoco (XIII sec. d.C.)[28] e vi è un documento che attesta il ripristino della fiera, concesso da Carlo d'Angiò risalente al 1294, la fiera vede l'esposizione dei propri prodotti da parte degli operatori nel settore dell'agricoltura, artigianato, enogastronomia. Durante i giorni fieristici, viene anche organizzata una rievocazione storica medioevale.

In concomitanza con la secolare fiera, l'associazione "Conte Giovanni di Montfort" rievoca la prima edizione della fiera, con una sfilata di figuranti con abiti dell'epoca e la lettura dell'editto d'apertura.

Cultura

Istruzione

Biblioteche

Biblioteca Finya

Il vescovo Domenico Cennini, dopo aver visitato alcune biblioteche durante il suo vescovado, decise di dotare i sacerdoti ed i seminaristi della diocesi gravinese, di un luogo in cui permettere la formazione culturale e teologica. Nel testamento redatto nel 1684, ordinò che la sua collezione di libri fosse trasferita dal suo studio di Napoli a Gravina, oltre a quelli già presenti, di costruire un edificio per poterveli conservare, e metterli a disposizione di capitolari ed ecclesiastici al bisogno, e di eleggere annualmente un custode che ne avesse cura.[29] L'edificio venne completato nel 1686, e venne inizialmente retto dall'allora arcivescovo Francesco Maria Orsini; il primo bibliotecario nominato fu don Giuseppe Camerata.[30]

Scuole

A Gravina vi sono otto scuole dell'infanzia e altrettante scuole primarie, quattro scuole secondarie di primo grado:

e due istituti superiori di istruzione e formazione: il liceo statale Giuseppe Tarantino e l'Istituto Tecnico e Professionale IISS "V. Bachelet - G. Galilei"[31].

Musei

A Gravina in Puglia sono presenti quattro musei:

Cinema

Nel 1953 è stato girato il film "La lupa (film 1953)" di Alberto Lattuada dove ci sono delle scene nella Chiesa rupestre di San Michele.

Nel 1967 è stato girato il film C'era una volta di Francesco Rosi con Sophia Loren, Omar Sharif. Girato in parte nelle terre della masseria Pellicciari tra Gravina e Irsina.

Nel 1975 è stato girato Qui comincia l'avventura di Carlo Di Palma con Monica Vitti e Claudia Cardinale. Alcune scene, come la stireria dove lavora la Cardinale, sono state girate nel rione Giulianello, quartiere periferico di Gravina.

Nel 1978 è stato girato il film Cristo si è fermato a Eboli di F. Rossi.

Nel 1981 è stato girato il film Tre Fratelli di Rosi.

Nel 1990 è stato girato nella masseria Pellicciari il film Ne parliamo lunedì, regia di Luciano Odorisio, con Elena Sofia Ricci, Andrea Roncato e Francesco Scali

Nel 2003 è stato girato Balletto di Guerra.[32]

Nel 2007 la Rai ha girato parte della fiction in due puntate su papa Paolo VI a trent'anni dalla morte. Le riprese sono state effettuate nel chiostro di San Sebastiano.[33]

Nel 2008 è stato girato a Gravina il film tedesco Indovina chi sposa mia figlia! con Lino Banfi, storia di un oriundo italiano in Germania che torna in Italia per organizzare le nozze della propria figlia con un uomo tedesco.

Nel 2009 è stata girata gran parte della fiction di Rai 1 Pane e libertà, che racconta la vita del sindacalista e politico e sindacalista Giuseppe Di Vittorio, interpretato da Pierfrancesco Favino. Inoltre, nel 2009 sono stati girati L'uomo nero di Sergio Rubini ed alcune scene di focaccia blues del regista gravinese Nico Cirasola.

Nel 2010 è stato girato Appartamento ad Atene Tratto dal romanzo omonimo di Glenway Wascott, con Laura Morante.

Nel 2011 è stato girato Genesi con Alberto Rubini e Roberto Herlitzka.[34]

Nel 2014 è stato girato Se ti diranno di me di Marco Tullio Giordana.[35]

Nel 2016 sono stati girati They Sell di Andrea Purgatori e The little crusader di Václav Kadrnka.[36]

Nel 2017 è stato girato Il Capitano Maria con Vanessa Incontrada.

Nel 2018 sono stati girati Il ladro di Giorni, di Guido Lombardi.[37] e Maria Maddalena (film 2018) di Garth Davis prodotto da Iain Canning. Distribuito da Universal Picture con Rooney Mara: nella parte di Maria Maddalena e Joaquin Phoenix nella parte di Gesù.

Il 2019 sono state girate scene di Pinocchio di Matteo Garrone, il film Netflix L'ultimo Paradiso con Riccardo Scamarcio,[38] Tolo Tolo di Checco Zalone,[39][40] No Time to Die 007 di Cary Fukunaga con Daniel Craig[41] e The Last Planet di Terrence Malick.[42]

Il 2023 sono state girate scene di Luce nella Masseria di Riccardo Donna. La location scelta è stata Masseria Pantano nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Cucina

Il comune fa parte della rete delle cittàslow promossa da Slowfood.[43] I prodotti certificati sono il cibo bianco Gravina DOP, il Pallone di Gravina presidio Slow Food e ben 14 prodotti PAT. Cenni storiografici indicano Gravina come città del grano e del vino ("Grana Dat et Vina": "offre grano e vino") come scritto nello stemma araldico cittadino. Nei manoscritti presenti presso la fondazione Ettore Pomarici Santomasi, lo scrittore Domenico Nardone citava l'agro di Gravina come uno dei terreni più fertili della provincia che offre ogni genere di prodotti; dello stesso parere era l'imperatore Federico II di Svevia, che descrisse Gravina come "giardino di delizie"[44]:

Qui di seguito una lista di prodotti tipici:

Eventi

Economia

(LA)

«Grana dat et vina, urbs opulenta Gravina... hortus deliciarum...»

(IT)

«Offre grano e vino, la ricchissima città di Gravina... giardino delle delizie...»

Le attività produttive gravinesi sono da sempre state vocate all'agricoltura e ai suoi derivati.

La capacità artigianale gravinese è piuttosto ampia soprattutto se legata all'edilizia, al manifatturiero e all'agro-alimentare.

Il mobile imbottito resta una delle vocazioni dell'area.

Il turismo, dal 2010, è caratterizzato da una forte crescita di visite e pernottamenti[51].

Settore primario

Il territorio di Gravina è solo in una modesta parte caratterizzato dal carsismo, mentre la frazione più significativa dell'agro gravinese si presta in maniera molto efficace all'agricoltura. Per lo più esso è destinato alla cerealicoltura. Estesi sono comunque i vigneti e gli oliveti. Questi ultimi hanno una caratterizzazione mista con le cultivar coratina, nostrana, ecc. In città sono presenti 9 frantoi di macinazione e trasformazione per la produzione dell'olio Extravergine di Oliva DOP Terra di Bari, qualità Castel Del Monte.

Molto spinta la presenza di pastifici per la trasformazione sia del grano duro che di altri cereali ed anche legumi per la pasta senza glutine. Aziende di produzione dei prodotti da forno come il tarallo all'uovo o il sasanello.

Il territorio di Gravina, dà inoltre, nome alla Verdeca di Gravina, famoso vino bianco, nonché primo vino bianco DOP della Puglia, dal 1983. Interessante, è inoltre il comparto della trasformazione del latte, con la presenza di numerose produzioni della tipicità autoctona al cui apice troviamo il formaggio Pallone.

Settore secondario

È concentrato soprattutto nell'area artigianale P.I.P., molto vasta. Le attività principali sono il manifatturiero legato al mobile imbottito, alle forniture d'arredamento, la trasformazione dei prodotti alimentari nella fattispecie da vite, da latte, da cereali e legumi.

Interessante è l'indotto dell'edilizia, che gravita attorno alle cave per l'estrazione della pietra calcarea gravinese: il tufo. Numerose sono le aziende che oparano nel comparto.

Ad ogni modo, gli artigiani che gravitano attorno al settore dell'edilizia apportano un contributo importante al reddito cittadino, con specializzazione nei vari settori: elettrico, idraulico, del parquet, e dell'impiantistica in genere.

Il metalmeccanico e il siderurgico vedono la presenza di alcune aziende con fatturati superiori ai 30 milioni annui, con mercato transnazionale.[senza fonte]

Settore Terziario

Il settore dei servizi genera il 35% del valore aggiunto comunale, è soprattutto concentrato nelle attivita' bancarie[senza fonte], con la Banca Popolare di Puglia e Basilicata, nata il 1883 a Gravina. Altre aziende che svolgono attivita' finanziaria ed agenzie di comunicazione di marketing, sono presenti in città un numero importante.[senza fonte]

È nato a Gravina in Puglia il concetto di Murgia Valley[52] ovvero un cluster di aziende del settore ICT, che raggruppa una decina di imprese della città e del territorio nel settore dell'Information Communication Technology.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della città metropolitana di Bari.

I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:

Ferrovie

La stazione delle Ferrovie Appulo Lucane è posta sulla tratta Gravina-Bari e contempo sulla Bari-Matera, che collega la cittadina ai centri posti lungo il percorso e permette di raggiungerli in tempi non troppo lunghi. Inoltre da tale stazione ha inizio la linea Gravina-Avigliano, con cambio di binario in sede, che permette di giungere fino alla città di Potenza.

La stazione delle Ferrovie dello Stato è stata definitivamente chiusa e soppressa nel 2016, comunque la tratta continua ad essere servita da collegamenti sostitutivi di autobus.[53]

Amministrazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Gravina in Puglia.

Gemellaggi

Sport

Calcio

La principale squadra di calcio della città è la FBC Gravina, che nel 2013 acquistò il titolo sportivo dalla Real Gioia. Nella stagione 2023-24 disputa il campionato di Serie D girone H, dove è giunta dopo la promozione del 2015-16, anno in cui ha vinto la coppa Italia di categoria. Negli anni novanta, l'Associazione Sportiva Gravina Calcio Femminile raggiunse la serie A, prima di essere sciolta nel 1999.

Altri sport

In città operano anche formazioni dilettantistiche di pallacanestro (Fortitudo Basket Gravina, nel girone B di Divisione Regionale 3 2023-24, e New Basket Gravina), pallavolo (Magis Sport Gravina) e ultimate frisbee (Shamanin - Apulian Ultimate Frisbee).

Impianti sportivi

Lo stadio comunale Stefano Vicino, presso l'area fieristica, ha una capienza di circa 4000 spettatori ed ospita le gare interne del FBC Gravina.

Note

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996.
  5. ^ Il Ponte Acquedotto di Gravina tra i luoghi del cuore del Fai più votati - TGR Puglia [collegamento interrotto], su TGR. URL consultato il 16 agosto 2022.
  6. ^ Paesaggi e insediamenti rurali tra Tardo Antico e Alto Medioevo (PDF), su rmoa.unina.it.
  7. ^ Gravina - Intersezioni, Interpretazioni - Franco Laiso, 2017, Fondazione E.P. Santomasi
  8. ^ Copia archiviata, su Ambiente e ambienti. URL consultato il 4 ottobre 2020 (archiviato il 24 dicembre 2019).
  9. ^ A rischio il pane di Altamura i grani tradizionali scompaiono, su la Repubblica, 28 maggio 2014. URL consultato il 29 aprile 2020 (archiviato il 29 gennaio 2020).
  10. ^ Fonte tabella: ilmeteo.it Archiviato il 15 marzo 2016 in Internet Archive.
  11. ^ Gravina in Puglia, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 26 aprile 2015.
  12. ^ Utente, La Storia, su :: Federico Itinerari dello Stupore ::. URL consultato il 27 luglio 2022.
  13. ^ Ritrovati resti di un orientale in una necropoli di Gravina in Puglia [collegamento interrotto], su liberoquotidiano.it.
  14. ^ Gravina di Puglia, decreto 1935-03-26 DCG, riconoscimento di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 31 maggio 2022.
  15. ^ a b http://www.gravinaoggi,it/chiesa_padre_eterno.html[collegamento interrotto]
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