Andrea Purgatori (Roma, 1º febbraio 1953 – Roma, 19 luglio 2023[1]) è stato un giornalista, sceneggiatore, saggista e attore italiano.
Giornalista professionista dal 1974, conseguì il Master of Science in Journalism della Columbia University a New York nel 1980.[2] Inviato del Corriere della Sera dal 1976 al 2000, divenne noto per le inchieste e i reportage su casi scottanti del terrorismo internazionale e italiano negli "anni di piombo" e sullo stragismo, come il caso Moro e la strage di Ustica.[3] Raccontò numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina. Realizzò reportage su molti conflitti, come la guerra in Libano del 1982, la guerra tra Iran e Iraq degli anni ottanta, la guerra del Golfo del 1991, l'Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria.[4] Scrisse anche per l'Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique.[5] Da ultimo collaborò con il Corriere della Sera e Style Magazine.[6]
Fu autore e conduttore di Uno di notte (Rai 1, 1999).[3] Realizzò servizi televisivi per Dossier, Spazio Sette, Focus (Rai 2 1978/1988); in video condusse anche Confini (Rai 3, 1996).[3]
Per la saggistica pubblicò A un passo dalla guerra (1995), Il bello della rabbia (1997) e I segreti di Abu Omar (2008). Nel 2019 diede alle stampe il suo primo romanzo: Quattro piccole ostriche (HarperCollins).[7]
Scrisse molti film e fiction per la TV.[2] Per il cinema scrisse tra l'altro Il muro di gomma (1991), dedicato alla sua inchiesta sulla strage di Ustica, Il giudice ragazzino (1994) e L'industriale (2011).[2][4] Ottenne tra gli altri il Nastro d'argento 1992 per il miglior soggetto con Il muro di gomma,[3] il Premio Hemingway di giornalismo nel 1992,[8] il Premio Crocodile - Altiero Spinelli per il giornalismo nel 1992,[9] il Globo d'oro 1994 per la miglior sceneggiatura con Il giudice ragazzino[6] e nel 2009, con Marco Risi e Jim Carrington, si aggiudicò il premio Sergio Amidei per la miglior sceneggiatura internazionale con il film Fortapàsc.[10]
Nel 1987, oltre a partecipare al soggetto e alla sceneggiatura del film Spettri, vi apparve come attore. Amico di Corrado Guzzanti e suo coautore, nel 2002 partecipò al programma televisivo Il caso Scafroglia (Rai Tre), interpretando la voce fuori campo che dialoga con il conduttore,[11] mentre nel 2006 prese parte al film Fascisti su Marte nel ruolo del camerata Fecchia[4] e, sempre con Guzzanti, nel 2011 e nel 2012 realizzò le due edizioni di Aniene (Sky Uno).[12] Fu coautore del programma televisivo di Antonio Albanese Non c'è problema (Rai Tre, 2002).[13] Apparve come attore in più episodi della serie televisiva Boris,[4] nei film di Carlo Verdone Posti in piedi in paradiso (2012) e L'abbiamo fatta grossa (2016)[4], nei film di Alessandro Aronadio Due vite per caso (2010)[13] e Orecchie (2016)[4] e nella serie televisiva 1993 (2017).[4]
Nel 2003 scrisse insieme a Francesco Nicolini i sei monologhi di Marco Paolini per Teatro Civile (Rai Tre).[14] Nel 2010 collaborò alla scrittura del film Vallanzasca - Gli angeli del male di Michele Placido, ma poi, insieme ad Angelo Pasquini, ritirò la firma dalla sceneggiatura, contrariato dal risultato qualitativo[15][16]. Dal 12 maggio 2014 al 15 giugno 2020 fu presidente di Greenpeace Italia.[17][18] Fu membro dell'Accademia del Cinema Italiano e dell'Accademia europea del cinema, presidente delle Giornate degli Autori e, dal 4 marzo 2015, membro del Consiglio di Gestione della Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE).[19] Dalla stagione televisiva 2017-2018 condusse su LA7 Atlantide, per il quale ricevette il Premio Flaiano 2019 come miglior programma culturale.[2] Nell'autunno del 2022 fu protagonista della docu-serie Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi.[20]
Purgatori è morto in un ospedale romano il 19 luglio 2023 all'età di 70 anni[21] dopo due mesi dalla diagnosi di una grave forma tumorale.[22][23] Il giorno seguente la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo dopo una denuncia della famiglia del giornalista per appurare la correttezza delle cure prestate: ciò ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati dei due medici che prescrissero la radioterapia a Purgatori.[22]
La camera ardente è stata aperta il 27 luglio al Campidoglio nella sala della Protomoteca; il giorno seguente il funerale nella basilica di Santa Maria in Montesanto a piazza del Popolo a Roma.
Nel settembre dello stesso anno la Procura ha accertato con l'autopsia l'assenza di metastasi al cervello nel momento della sua morte.[24]
Si sposò nel 1992 presso Coira, in Svizzera, con Nicola Schmitz, una storica dell'arte di origine tedesca da cui poi si separò: da lei ebbe tre figli, l'attore Edoardo, Ludovico e Victoria.[25] Si considerava credente ma non praticante.[26]