Ceglie Messapica
comune
Ceglie Messapica – Stemma
Ceglie Messapica – Bandiera
Ceglie Messapica – Veduta
Ceglie Messapica – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Brindisi
Amministrazione
SindacoAngelo Palmisano (FdI) dal 5-10-2020
Territorio
Coordinate40°39′N 17°31′E / 40.65°N 17.516667°E40.65; 17.516667 (Ceglie Messapica)
Altitudine298 m s.l.m.
Superficie132,02 km²
Abitanti18 622[1] (31-10-2023)
Densità141,05 ab./km²
Comuni confinantiFrancavilla Fontana, Martina Franca (TA), Ostuni, San Michele Salentino, Villa Castelli
Altre informazioni
Cod. postale72013
Prefisso0831
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT074003
Cod. catastaleC424
TargaBR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 542 GG[3]
Nome abitanticegliesi
Patronosant'Antonio da Padova
Giorno festivo13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Ceglie Messapica
Ceglie Messapica
Ceglie Messapica – Mappa
Ceglie Messapica – Mappa
Posizione del comune di Ceglie Messapica nella provincia di Brindisi
Sito istituzionale

Ceglie Messapica (fino al 1864 Ceglie, dal 1864 al 1988 Ceglie Messapico) è un comune italiano di 18 622 abitanti[1] della provincia di Brindisi in Puglia. Il centro storico e i rioni settecenteschi si contraddistinguono per la calce bianca, le chianche e le strette viuzze a zig zag. Il territorio si caratterizza per i trulli, le masserie, gli oliveti secolari e le grotte carsiche. Il centro storico alto-medievale è costruito sul colle che in epoca pre-romana ospitava l’acropoli dell’antica città messapica di Kailia.

Geografia fisica

Territorio

Il territorio comunale si estende per 132,02 km2[4] nella parte meridionale dell'altopiano delle Murge tra la Valle d'Itria e il Salento, in una zona collinare al confine con la pianura salentina chiamata Soglia messapica.

Orografia

Trullo e terrazzamenti nelle campagne di Ceglie Messapica

Il territorio comunale può essere suddiviso in due macro aree: una, dall'aspetto collinare, si estende sostanzialmente a nord-ovest dell'abitato, si presenta con dolci colline e terrazzamenti con muretti a secco e numerosissimi trulli; l'altra declina lentamente verso la piana salentina. Proprio per questi motivi Ceglie Messapica viene considerata uno degli ultimi lembi meridionali della Murgia. L'altitudine del territorio comunale varia tra i 148 metri s.l.m. della foggia Palagogna e i 385 metri m s.l.m. di Contrada Alfieri[6]. L'abitato invece è posto a un'altezza di 298 metri s.l.m.[7], si estende su due colli, uno dei quali interamente occupato dal centro storico e dalla zona ottocentesca.

Nel territorio sono numerose le forme carsiche (doline, grotte, inghiottitoi, lame): esse hanno un rilevante valore paesaggistico, ambientale, naturalistico ma anche storico-archeologico, in quanto spesso, le grotte in particolare, erano già in epoca preistorica sede privilegiata per gli insediamenti umani. La presenza di diffusi fenomeni carsici è strettamente connessa alle caratteristiche del substrato geologico di questo territorio: ovunque affiorano infatti strati di rocce calcareo-dolomitiche, spessi alcune migliaia di metri e molto fessurate. Le rocce calcaree sono a tratti ricoperte da strati, spesso di esiguo spessore, di "terre rosse", localizzate in particolare nelle aree morfologicamente più depresse, quali le doline e i letti dei principali solchi erosivi.

Grotte

Grotte di Montevicoli
Grotte di Montevicoli
Grotte di Montevicoli
Colonna Grotte di Montevicoli
Vista della grotta

Nel territorio di Ceglie risultano essere censite 53[8] tra cavità, grotte e fratture verticali chiamate dai contadini capivienti o vole[9]. Elenco delle grotte di Ceglie Messapica: Grotta Recupero 1 e 2, Grotte di Montevicoli, Grotta di Zizze, Grotta-Cripta di San Michele, Grotta-Cripta della Madonna della Grotta, Grotta Abbondanza 1,2 e 3, Grotta Masseria Iazzo (wanda), Grotta del Frantoio, Grotta Donna Lucrezia, Grotta di Nisco, Grotta Masseria le Croci 1 e 2, Grotta San Pietro, Grotta dei Grilli, Grotta Abate Nicola, Grotta Olmo, Grotta di Fedele Grande (Grotta del Cavaddone), Pozzo Alfieri, Vora dell'Olmo, Grotta Sardella 1, 2 e 3, Grotta dei Messapi, Grotta Antelmi, Grotta della Cantina, Grotta delle Meraviglie, Grotta Madonna Piccola, Grotta Tagliente, Grotta Marangi, Vora di Castelluzzo, Grotta Abate Amato, Vora Facciasquata, Inghiottitoio Facciasquata, Grotta Ciarlete, Grotta del Frantoio Scolepie, Grotta Angeluzzi 1 e 2, Grotta Montagnulo, Grave Vuotolo Rosso, Grotta specchia Abate Amato, Voraginetta Insarti, Inghiottitoio Lecci, Grottina di San Pietro, Grotta Madonna della Grotta 2, Grotta Masseria Tamburo, Grotta Insarti, Grotta del Campo Sportivo, Grotta del Monte Vecchio, Grotta Masseria San Pietro.

Idrografia

L'idrografia superficiale è quasi completamente assente dal territorio; le uniche forme riconducibili sono alcuni invasi artificiali di piccole dimensioni scavati nella roccia per raccogliere le acque piovane e chiamati comunemente "fogge". Si pensa che le fogge abbiano un'origine tardo medioevale, bizantina o addirittura risalente all'epoca messapica. Quelle presenti nel territorio sono denominate Foggia Marangi, Foggia di Sant'Anna, Foggia Vetere, Foggia di Lamarina Nuova, Foggia di Casamassima, Foggia Palagogna e Foggia Gaetano Oliva. Nel sottosuolo, le acque di falda si rinvengono invece a più di 500 metri sotto il piano di campagna, presentando, sotto il profilo fisico e chimico, caratteristiche tra le migliori di Puglia, quasi per nulla interessate da fenomeni di inquinamento antropico e non sfiorate dall'ingressione delle acque marine.

Clima

Ceglie gode di un tipico clima mediterraneo, mite e confortevole nei periodi primaverile e autunnale, estati caldo umide e inverni non eccessivamente freddi.

Le temperature medie mensili risentono dell'influenza degli eventi atmosferici del Mar Mediterraneo nord orientale e oscillano dai 7,4 °C nei mesi freddi, ai 23,8 °C nei mesi estivi. Rari i casi di forti escursioni termiche, i mesi con maggiore scarto termico fra massime e minime risultano essere i mesi estivi con una differenza tra massime e minime di circa 10 °C. Il vento influenza il clima della zona attraverso correnti fredde di origine balcanica (che in inverno rendono l'aria gelida), oppure calde di origine africana (che rendono l'estate afosa). Il territorio di Ceglie risulta avere una ventosità media annua, secondo l'atlante eolico italiano, tra i 5 e m/s.

Non è infrequente che, durante le notti invernali, il termometro scenda sotto zero, anche di diversi gradi (−3 °C, −4 °C) con conseguente formazione di estese gelate, o che si registrino nevicate con importanti accumuli nevosi, soprattutto quando il mare Adriatico meridionale è colpito da ondate di aria fredda di origine artico-continentale (come, ad esempio, nel 1987[10], 1993, 2001[11][12], 2006[13], 2009 e nel 2014). Nel marzo del 1949 si è raggiunto quasi un metro di neve.[14] D'estate, invece, occasionalmente si verificano intense e lunghe ondate di calore, che rendono il clima torrido e portano le temperature su valori talvolta superiori ai 40 °C.

Le precipitazioni annuali si attestano sull'ordine dei 700 mm di pioggia, distribuiti prevalentemente nel periodo da ottobre a marzo. La primavera e l'estate sono caratterizzate da periodi di siccità.

A Ceglie Messapica, precisamente preso la masseria Nisi, dal 2008 è attiva[15] una stazione meteo amatoriale facente parte della rete di stazioni meteorologiche dell'associazione Meteo Valle D'Itria[16].

[17]

Ceglie Messapica Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 10,611,413,717,421,626,329,329,524,419,615,911,811,317,628,420,019,3
T. min. media (°C) 5,15,57,39,113,017,620,320,416,813,210,26,45,79,819,413,412,1
Precipitazioni (mm) 81,674,974,054,038,626,418,125,853,181,493,899,6256,1166,670,3228,3721,3
Giorni di pioggia 8,78,06,68,05,03,21,92,34,67,07,89,726,419,67,419,472,8
Umidità relativa media (%) 80747371655756586775818178,369,75774,369,8

Origini del nome

Sull'origine del nome di Ceglie[19] si è molto discusso, in particolare il nome greco della città è stato oggetto di indagini, ipotesi e leggende. Oltre alla testimonianza di Strabone che cita la città, vi sono le tante testimonianze della numismatica cegliese, che di fatto attesta la presenza di una zecca nel centro messapico. Monete, quelle cegliesi che riportano su un lato la figura di Minerva (probabilmente il simbolo della antica città), che viene rappresentata galeata(armata) o laureata (cinta da alloro); sul retro il nome di "KAIΛΙΝΩΝ" o "KYΛΛΙΝΩΝ", altre volte solo con "KA" o più spesso con "nωn/NΩN". Quella numismatica è l'unica testimonianza diretta inerente al nome antico della città. Spesso i ritrovamenti cegliesi, tra i quali le monete sopracitate, sono state erroneamente attribuite alla città di Ceglie nella Peucezia, ossia Ceglie del Campo, equivoci originati dalla negligenza di chi negli anni si è occupato degli scavi e della loro classificazione. Secondo alcuni storici il nome greco di Ceglie deriverebbe da Kalόs (καλός [-ή] [-όν]/ aggettivo)[20] il cui significato è "bello", secondo ciò il significato del nome della città sarebbe "posto bello". Secondo altri, invece, il nome di Kailia (Καιλια) dall'antica città di Calidone (in greco antico: Καλυδών, Kalydṑn), la patria di Diomede, eroe della mitologia greca, il quale secondo la leggenda, in fuga da Troia, sarebbe approdato nell'antico Salento, terra dei Messapi e che nel suo viaggio nella penisola italiana avrebbe fondato varie città tra cui Vasto (Histonium), Andria, Brindisi, Benevento, Argiripa (Arpi) presso l'attuale Foggia, Siponto presso l'attuale Manfredonia, Canusio (Canosa di Puglia), Equo Tutico (Ariano Irpino), Drione (San Severo), Venafrum (Venafro) e infine Venusìa (Venosa). Oltre alla somiglianza tra i nomi greci di Ceglie e Calidone, vi è anche un altro dato interessante che riguarda l'orografia. Infatti Calidone proprio come Ceglie sorgeva su due colli vicini ed elevati, l'attuale centro storico medioevale di Ceglie infatti è arroccato su di un colle (lo stesso sul quale un tempo sorgeva l'acropoli di Kailia) a 303 m s.l.m., mentre sull'altro colle sorge la Chiesa di San Rocco e si sviluppano i rioni settecenteschi e ottocenteschi. La somiglianza del territorio forse ha fatto sì che il nome della città antica di Ceglie fosse dedicato alla patria stessa di Diomede. Secondo altri ancora l'origine del nome di Ceglie deriverebbe direttamente dagli Illiri che dalla vicina Albania si stanziarono nella Puglia. La parola Ceglie secondo una teoria filologica di Giovanni Semerano, deriverebbe invece dallo sloveno "Celija", o dallo slavo "Kelija". [21]

Le Murge
Il Castello Ducale
Panoramica del centro storico di Ceglie
Stemma di Ceglie adottato dal 1864

Evoluzione dei nomi della città

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Ceglie Messapica.

Secondo la tradizione, la fondazione di Ceglie sarebbe legata all'arrivo in Italia del mitico popolo dei Messapi, al quale è attribuita la costruzione di manufatti megalitici noti con il nome di specchie.

Era nota ai Greci con il nome di Kailìa. Il nucleo urbano, esteso ai piedi di un colle (nella zona dove attualmente sorge la stazione ferroviaria delle Ferrovie Sud-Est), era difeso da fortificazioni i cui scarsi resti sono noti con il nome locale di "Paretone". Presso la città sarebbero sorti santuari extraurbani dedicati alle divinità greche Apollo (in corrispondenza dell'odierna chiesa di San Rocco), Venere (sulla collina di Montevicoli) e sotto la Basilica di Sant'Anna nel corso dei lavori di sondaggio i frammenti di ceramica votiva e resti del tempio della dea Latona madre di Apollo e Diana (Archivio 1987).

La città fu punto di avvistamento del popolo dei Messapi con i centri di Oria e Brindisi a lungo in lotta contro la spartana Taranto che aspirava a uno sbocco sul mar Adriatico. In epoca romana la città era ormai decaduta.

Le dinamiche insediative di Ceglie medievale sono state ampiamente analizzate in un convegno di studi del 2009[29]. In età normanna Ceglie è nota come feudo, Castellum Caeje, sotto l'autorità del Castellano Paganus che delinea i suoi confini con la potente città di Ostuni[30]. In età sveva il borgo è noto come Celie de Galdo (Ceglie della Foresta) ed era tenuto a contribuire, insieme al casale di Santa Maria dei Grani, alla manutenzione del castello di Oria[31]. Il suo feudatario più importante fu Glicerio de Persona (Glicerio de Matino) già feudatario di Matino e del Casale di Tuglie, signore delle Terre di Ceglie del Gualdo, di Mottola, di Soleto e del Casale di San Pietro in Galatina[31]. Glicerio parteggiò per Manfredi di Sicilia contro gli angioini. Caduto anche Corrado IV di Svevia figlio di Federico II di Svevia, Glicerio fu il capo dei difensori nell'assedio di Gallipoli che rappresentò l'ultimo tentativo di resistenza degli svevi contro gli angioini. Alla caduta di Gallipoli Glicerio fu catturato, condotto in carcere nel castello di Brindisi (insieme con i figli Gervasio, Giovanni e Perello) e condannato per fellonia, subì il patibolo.[32]. I possedimenti cegliesi furono confiscati e ceduti ad Anselino de Toucy.

Dotato di un piccolo castello, il feudo fu successivamente in possesso delle famiglie Orimi, Scisciò, Brancaccio, Dentice e Pignatelli, e degli arcivescovi di Brindisi.

Nel territorio circostante erano già stati fondati gli importanti monasteri dell'abbazia di Sant'Anna, alla periferia dell'odierno abitato e della Madonna della Grotta, di cui resta la chiesa, sulla via vicinale per Francavilla Fontana. Nel 1521 venne costruita al posto della chiesa matrice la collegiata, ingrandita e arricchita di decorazioni barocche nel 1786.

Il 24 ottobre 1584 il feudo venne ceduto in permuta da Cornelio Pignatelli a Ferdinando Sanseverino, conte di Saponara e barone di Viggianello. I Sanseverino ampliarono il castello e promossero la fondazione del convento dei Cappuccini, oggi scomparso, e di quello dei Domenicani, sede del comune fino al 2005. Ai Sanseverino subentrarono quindi i Lubrano e i Sisto y Britto: in seguito all'estinzione di questa casata con il duca Raffaele, nel 1862, il castello e le residue proprietà dell'ex feudo vennero ereditate dalla famiglia Verusio.

Durante il Risorgimento ebbe sede a Ceglie una vendita carbonara, da parte di Domenico Termetrio di Cisternino, e una sezione della Giovine Italia, da parte di Pietro Elia, amico personale di Giuseppe Mazzini[33]. Dopo l'annessione al Regno d'Italia visse un periodo di fioritura e agli inizi del XX secolo vide una crescita demografica, nonostante la presenza del fenomeno dell'emigrazione.

Un importante segno alla storia cittadina di fine Ottocento l'apportarono due sindaci, Giuseppe e Francesco Elia[34] (padre e figlio), che ottennero tra l'altro entrambi l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia; da loro fu avviato e poi seguito nel ruolo di membri del consiglio provinciale di Terra d'Otranto (Francesco fu anche vicepresidente del consiglio della provincia di Terra d'Otranto) il lungo processo durato quasi cinquant'anni che portò alla costruzione del tronco ferroviario Francavilla Fontana- Ceglie - Cisternino - Martina Franca - Locorotondo. La costruzione della ferrovia fu praticamente realizzata però solo negli anni venti del Novecento, infatti l'inaugurazione della stazione avvenne il 14 agosto 1924[35]. Qualche anno prima il territorio cegliese fu interessato dalla realizzazione di un'altra importante opera pubblica, la costruzione del canale principale dell'acquedotto pugliese.

Nel corso della seconda metà del Novecento la cittadina si è modificata da un punto di vista sociale, si è persa infatti la vocazione prettamente agricola e artigiana (principalmente nel settore tessile) della popolazione, gli abitanti di Ceglie infatti, come quelli della provincia sono stati assorbiti dalle grandi industrie nate a Brindisi e Taranto. Gli anni 1960 sono stati, come nel resto del paese gli anni del boom edilizio, si è infatti assistito anche a Ceglie a uno sviluppo del tessuto urbano, gli anni in cui il "vecchio" lasciava il posto al "nuovo" (veniva abbattuto il convento dei Cappuccini con annessa Chiesa per far posto all'Ospedale Civile).

Rilevanti negli anni 1980 furono le lotte bracciantili e sindacali contro il caporalato[36], che videro in prima linea tra gli altri la già Ministra dell'agricoltura Teresa Bellanova, e sviluppatesi anche in seguito a tragici eventi che videro coinvolte in incidenti stradali anche vittime cegliesi[37].

Gli anni 1990 sono stati segnati dalla crisi definitiva del settore tessile, con la chiusura di vari stabilimenti.

Simboli

Un primo antico stemma di Ceglie rappresentava un castello con tre torri. Uno scudo con questa immagine si trova scolpito sulla facciata del carcere (attuale Piazza Vecchia) costruito nel 1568, e appare riprodotto, con l'aggiunta di una corona a tre punte, su un sigillo del 1752 conservato presso l'Archivio di Stato di Napoli. Con l'abolizione della feudalità, l'Università cegliese si dotò nel 1812 di un nuovo emblema: una torre rotonda, chiusa, con tre merli alla guelfa e su di essi un'aquila imperiale a volo spiegato. Nel 1864 fu scelto come nuovo simbolo un guerriero messapico armato con due lance, faretra con frecce, due saette, due stelle a otto punte, accompagnato dall'iscrizione in caratteri greci Kailinon.[38]

Lo stemma comunale attuale è stato riconosciuto con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 marzo 1953.[38][39]

«D'azzurro, alla torre aperta d'oro, merlata alla ghibellina di tre, sormontata da una corona all'antica dello stesso. Ornamenti esteriori da Città.»

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 24 marzo 1981[39], è un drappo di giallo.

Onorificenze

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
Titolo di Città
«Il 15 settembre 1988[39] tramite decreto del presidente della Repubblica n. 4136 il comune di Ceglie Messapica viene insignito del titolo onorifico di Città.[40]»

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Collegiata di Santa Maria Assunta
Chiesa di San Rocco
Chiesa di San Gioacchino
Facciata della Chiesa di San Domenico
Abbazia di Sant'Anna
Altre strutture religiose
Chiesa rurale della Madonna della Grotta.
Chiesa dell'Annunziata

Architetture civili

Teatro

Lo stesso argomento in dettaglio: Teatro comunale di Ceglie Messapica.

Facciata Teatro Comunale

Alla fine dell'Ottocento l'intera città fu interessata da un processo espansivo con la costruzione di importanti edifici che per l'epoca rappresentarono un salto di qualità nella crescita economica e produttiva della città e della sua popolazione. Il teatro fu progettato dall'ingegnere Antonio Guariglia di Lecce. Il sindaco, Giuseppe Elia, ne avviò i lavori nel 1873 ma l'opera venne terminata molti anni dopo e venne inaugurata il 30 aprile del 1878. I lavori vennero eseguiti da maestranze locali. La facciata, il solo elemento originario che si conserva del Teatro Comunale, chiamato Politeama Giacosa, è in sobrio stile neoclassico e pochi elementi decorativi barocchi, con un solo ingresso ad arco a tutto sesto. Il manufatto architettonico ha svolto la sua funzione di teatro sino agli inizi dei XX secolo per poi diventare, nel corso del tempo, prima cinematografo, poi stalla durante la seconda guerra mondiale, quindi sala matrimoni, infine deposito della nettezza urbana. Dopo una lunga fase di restauro incominciata sul finire del XX secolo la struttura ha ricominciato a svolgere il suo ruolo originario di teatro pubblico.

Torre civica dell'Orologio

La torre civica dell'Orologio, comunemente nota come Torre dell'Orologio, si trova in piazza Plebiscito. Fu costruita nel 1890 su progetto dell'ingegnere Paolo Chirulli. La torre di forma quadrangolare si sviluppa su tre livelli per un'altezza di circa 12 m. Le facciate di aspetto neoclassico sono arricchite da decorazioni che alternano forme geometriche e motivi floreali. Al primo livello nella facciata principale è presente la porta d'accesso alla rampa di scale interna, mentre sulle altre facciate sono presenti delle false porte, ogni porta è sormontata da un rosone circolare. Al secondo livello è presente un balcone che circonda la torre, su ogni facciata è realizzata una porta. Nella parte superiore sono posti i quattro quadranti degli orologi. La torre è sormontata da due campane azionate dal meccanismo dell'orologio che segna lo scoccare dei quarti e delle ore e da una banderuola dei venti.

Palazzi

Palazzi
Palazzo Allegretti
Portale Palazzo Greco
Palazzo Vitale
Palazzo Lupoli - particolare del Portale
Altri palazzi
Piazze
Piazza Plebiscito
Ceglie Messapica - Piazza Plebiscito
Scorcio della piazza e del castello nel periodo natalizio
La piazza, uno scorcio del Castello e la Torre dell'Orologio

Masserie

Le masserie erano delle grandi aziende agricole abitate, a volte, anche dai proprietari terrieri. La grande costruzione rurale comprendeva gli alloggi dei contadini, anche solo stagionali, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti.

Le masserie dell'agro cegliese presentano fra loro caratteristiche simili. Si sviluppano principalmente intorno a delle corti su cui affacciano l'edificio principale sviluppato su due livelli, numerosi trulli usati come magazzini o stalle e in alcuni casi chiese o cappelle rurali (Masseria Madonna della Grotta, Masseria Epifani, Masseria Galante, Masseria la Selva e altre). Alcune masserie presentano anche delle fortificazioni.

Anche dal punto di vista agrario sono presenti delle similitudini, infatti spesso nei pressi masserie sono individuabili vaste aree di terreno utilizzate come pascolo o seminativo chiamate comunemente "pezze", boschi e aree di macchia mediterranea, più o meno vasti a seconda dei casi, e oliveti di grandi dimensioni.

Architetture militari

Castello Ducale
Castello di Ceglie Messapica

Si erge su uno dei due colli su cui è posta Ceglie. Alla struttura si accede attraverso un ampio portale con arco a tutto sesto e un ingresso con volta d'ogiva che immette nell'atrio di forma irregolare circondato dalle varie ali del castello. Il nucleo originario è costituito dalla Torre Normanna che costituisce la parte originaria del castello, risalente pressappoco al 1100[65]. A fianco alla Torre Normanna fu costruita nel XV secolo torre di forma quadrata che è il simbolo tradizionale della città, è alta 34 m. Nell'atrio, a ridosso della torre normanna è situato un pozzo sormontato da colonne. Sempre nell'atrio sono presenti gli stemmi delle famiglie nobili che si sono avvicendate alla guida del feudo. Di fronte all'ingresso sono posti una scalinata e un portale cinquecentesco che conducono a una delle parti residenziali (ala destra) che ospita la Sala del Consiglio. Il perimetro esterno inoltre comprende tre torrioni angioini di forma circolare.

Dal maggio 2016 nella parte di proprietà comunale sono state trasferite la biblioteca Pietro Gatti e la pinacoteca Emilio Notte.

Porte

Erano tre le porte di accesso alla città d'età medioevale, l'attuale centro storico. Gli ingressi erano tutti sorvegliati.

Mura medievali

Dell'impianto murario di età medioevale oltre le due porte sopracitate resta ben poco, su di esso infatti è stata edificata la parte più esterna di quello che oggi viene considerato il centro storico racchiuso tra piazza Plebiscito, via Dante Alighieri, via Porta di Giuso, via Pendinello, via Muri e il castello. Delle torri che cingevano le mura medievali non vi è rimasta traccia alcuna, forse rase al suolo tra il Settecento e l'Ottocento, quando è iniziata l'espansione urbana di Ceglie. Fanno parte del castello tre torri angioine, due delle quali facenti parte delle antiche mura medievali. Delle altre torri si è individuata la posizione, che appare quasi accertata, ve ne erano due nei pressi di porta di Juso, una nei pressi della Porta del Monterrone e un'altra nei pressi di Palazzo Vitale. Per un totale di sette torri certe, e altre non individuate. Rimane incerta la posizione di altre eventuali torri, come quella che si evince essere esistita nei pressi della Porta dell'Arco della croce, a testimoniarlo un affresco ritrovato in una cappella rurale in agro di Ceglie.

Mura messapiche

Del sistema difensivo di età messapica restano maggiori tracce, sono visibili infatti i resti di quattro distinte cinte murarie. La prime due sono poste a ridosso dell'attuale centro abitato, risale al V secolo a.C.-VI secolo a.C., ha un'altezza che varia da tra i 2,5 m e i 4 m, è composta in parte da blocchi di grosso taglio, alcuni dei quali lavorati, altri grezzi, mantenuti a secco. Le altre due cinte si trovano in direzione Francavilla a circa 4 km dall'abitato. La loro costruzione è successiva alla prima cinta, è da collocarsi alla fine del IV secolo a.C. quando la città ebbe bisogno di rafforzare il proprio sistema difensivo al fine di difendersi dagli attacchi della rivale Taranto. La cinta più esterna fungeva anche da collegamento fra le specchie, anch'esse parti del sistema difensivo, presenti in quella zona[66].

Siti archeologici

Ceglie era una delle città della Dodecapoli messapica, il cui centro principale è costituito da Oria. Tra il 343 a.C. e il 338 a.C. le città messapiche opposero strenua resistenza all'influenza di Taranto, la città fondata da coloni spartani che ambiva a conquistare tutta la Magna Grecia e a consolidare il proprio ruolo egemone sul mare Ionio sull'Adriatico meridionale. Taranto si impose definitivamente su tutta l'area pugliese dopo il 303 a.C. con un trattato che vietava alle navi romane di spingersi più a oriente del Promontorio Lacinio.

Della civiltà messapica rimangono numerosi resti archeologici: il sistema difensivo (specchie, fortini messapici, mura e muraglioni chiamati paretoni), necropoli oltre a iscrizioni, monete, vasi, trozzelle messapiche e reperti vari di natura ceramica o metallica.

Ceglie per la sua posizione naturale in cima a un colle e per il suo territorio collinare da cui era ben visibile Taranto, per i ritrovamenti archeologici (mura, specchie) può essere considerata come una roccaforte della Messapia. Il sistema difensivo era costituito da ben quattro cinte murarie (paretoni) delle quali la più esterna costituiva il collegamento tra le specchie (elevate fortificazioni, in blocchi megalitici, alte anche oltre 20 metri e diametro fino a 60 metri), la cinta di mura più interna aveva un perimetro di 5 km e racchiudeva una popolazione non inferiore ai 40 000 abitanti[67]. Proprio all'interno di tale cinta sono state individuate la maggior parte dei resti della città, i templi e le necropoli da dove provengono le iscrizioni, le monete, i vasi messapici tipo Gnatia e reperti vari, che costituivano i corredi funerari, conservati in piccolissima parte nel locale museo archeologico a Ceglie e nei musei di Taranto, Brindisi, Lecce ed Egnazia, ma, in massima parte dispersi in collezioni private e pubbliche. Ad esempio un vaso rinvenuto nel 1820 raffigurante la lotta tra Diomede e i Messapi si trova presso il museo di Berlino.

Per quanto riguarda le mura e muraglioni chiamati paretoni, in passato si è teorizzata anche una loro origine bizantina riferibile a un limes, ma è oggi accertato che si tratta di sistemi di demarcazione territoriale riferibili all'età medievale[68].

Gli ultimi ritrovamenti archeologici risalgono al settembre 2006[69], durante alcuni lavori di ristrutturazione presso via Toniolo, quando fu ritrovata una tomba familiare risalente alla seconda metà del IV secolo a.C., contenente cinque scheletri e un corredo funerario di numerosi manufatti, fra i quali cinture in bronzo e forme ceramiche ornamentali e legate alle funzioni nutrizionali, al 2008 durante i lavori di ristrutturazione del castello di proprietà comunale nell'atrio interno e al 2014 quando in via sant'Aurelia sono emerse le fondamenta di un tratto della cinta muraria interna di epoca messapica.

Specchie

Specchia Puledri

Nell'agro del comune di Ceglie Messapica sono presenti diciotto specchie[70] che circondano l'abitato descrivendo una forma ellittica: Monte Pelusello, Talene, Facciasquata, Castelluzzo, S. Lucia, Tarantina II, Oliva, Puledri, Capece, La Selva, Cervarolo, Madonna della Grotta, Pezze di Ferro, Montefocaro, Virgilio, San Paolo, Sativa, Foggia Vetere e Specchia Tarantina. È da ritenere che le specchie, o almeno alcune, abbiano avuto anche una funzione sepolcrale. Ad esempio la specchia di Castelluzzo presenta una struttura architettonica a carattere difensivo, ma all'interno sono state ritrovate celle funerarie e frammenti di terrecotte. Sono strutture che si innalzano, in forma approssimativamente conica, per un'altezza che in alcuni casi può raggiungere anche i 15 – 20 m. Il termine "specchia" deriva dal latino Spĕcŭla, speculae col significato di: "altura"; "vedetta"; "osservatorio".

Siti e segnalazioni archeologiche

Oltre alle specchie sopracitate nel territorio comunale sono segnalati i seguenti siti archeologici: insediamento preistorico Masseria San Pietro, abitato medioevale e necropoli romana Campo d'Orlando, abitato e necropoli Masseria Genovese, abitato e necropoli Conca di Scrina, grotte Masseria Le Croci, cripta Masseria Sant'Angelo, Paretone (antica cinta muraria della città di età messapica sottoposta a vincolo).

Reperti [71]Il rinvenimento in contrada Mesola a Ceglie di una metopa rappresenta una delle più importanti scoperte degli ultimi decenni nell'ambito della scultura ellenistica tarantina. L'attribuzione dei vari frammenti a un unico monumento funerario e la sua collocazione nell'area dell'antica Caelia ne fanno un unicum all'interno della documen­tazione disponibile sinora. L'attenzione per l'edilizia fune­raria caratterizza la produzione artistica tarantina di età tardoclassica ed ellenistica, con una progressiva crescita delle dimensioni e del­l'impegno decorativo delle edicole erette sulle tombe delle famiglie appartenenti ai ceti emergenti della città. Questa produzione interessa in maniera molto minore anche altri insediamenti, come Eraclea, Canosa, Brindisi, oltre allo stesso territo­rio tarantino, indicando con chia­rezza che la committenza e le offici­ne di scultori si ubicavano nella stessa Taranto. Il materiale, però, proveniva certamente dall'esterno e l'area tra Ceglie e Ostuni sembra quella più probabile per la presenza in loco di banchi di pietra sedimentaria bian­castra sfruttata per la decorazione architettonica sino all'Ottocento. Non è quindi casuale il rinveni­mento in questa zona del grande monumento funerario, l'unico decorato da sculture noto al di fuori di Taranto, e che segnala ulte­riormente un rapporto preferenziale tra l'insediamento di tradizione messapica e la capitale magnogreca, dipendente evidentemente anche da un sistema politico stabi­le. È probabile che in questo contesto sia maturata l'esigenza di adottare una tipologia tipicamente tarantina in un clima di forte omo­logazione culturale, utilizzando la disponibilità della pietra locale per costruire un naiskos su podio, desti­nato forse anche a un committen­te indigeno. La mancanza di elementi perti­nenti all'ordine architettonico delle colonne non permette di accertare l'uso del corinzio tarantino per basi e capitelli, ma è probabile comun­que che il monumento possa essere contemporaneo alla prima diffusio­ne di questo sistema decorativo; sulla base delle osservazioni stilisti­che, in mancanza di altri elementi contestuali disponibili, si può proporre per il momento una datazio­ne compresa tra la fine del IV e i primi decenni del III secolo a.C., in questo caso molto probabilmente entro il 280 a.C., considerando inoltre che la guerra romano-tarantina svoltasi tra il 282 e il 272 a.C. ha certamente ridisegnato integral­mente il sistema dei rapporti e delle influenze nella Puglia centro-meri­dionale, ridimensionando il ruolo egemone di Taranto nella regione.

Aree naturali

L'area naturale foggia di Sant'Anna

Le aree boschive o interessate dalla presenza di macchia mediterranea aventi maggiore estensione sono le seguenti: bosco di San Pietro (120 ettari circa[6]; bosco e macchia di Montedoro (110 ettari); bosco e macchia di Facciasquata (100 ettari); bosco e macchia di Alfieri (41 ettari); bosco e macchia di Recupero; bosco e macchia di Tarturiello; macchia di Giuseppe Nisi; bosco di Montecchie; pineta Ulmo; bosco di Sacramento; bosco di Casina Vitale; bosco d'Insarti; macchia di Selvaggi; macchia di Sumerano; macchia di Epicocco; macchia di Donno Santo.

Roverella monumentale

Nel territorio di Ceglie sono presenti tre alberi monumentali censiti dal corpo forestale dello Stato[75]:

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[76]

Nella tabella si nota l'evoluzione del numero della popolazione residente a Ceglie dal 2005 al 2015.[77]

Anno Residenti Variazione
2005 20 751
2006 20 678 -0,4%
2007 20 668 -0,1%
2008 20 706 0,2%
2009 20 671 -0,2%
2010 20 690 0,1%
2011 20 184 -2,4%
2012 20 089 -0,5%
2013 20 032 -0,3%
2014 20 243 1,1%
2015 20 269 0,1%

Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2014 nel territorio comunale si registra la presenza di 461[78] stranieri regolari (182 maschi e 279 femmine), pari circa allo 2,3% della popolazione cegliese. Per quanto riguarda la suddivisione per paese d'origine degli stranieri, i dati sono sempre riferiti al 31 dicembre 2014, si evince che sono presenti (si riportano paese d'origine e numero individui per le nazionalità più consistenti):

Lingue e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti della Puglia.

Dove è parlato il dialetto cegliese

Il dialetto parlato a Ceglie Messapica è «un idioma irto e arcaico, chiuso in un'enclave, o meglio al discrimine tra diverse aree linguistiche [...] sicché ha goduto nel tempo di una propria insularità che l'ha preservato da contaminazioni massificanti e imbastardimenti consumistici»[79]. I vocaboli usati sono nella maggioranza tarantini, ma la sua cadenza rimanda molto spesso ai dialetti pugliesi della fascia centrale. Nonostante una quasi coincidenza col vocabolario tarantino, si trovano anche vocaboli condivisi con tale fascia: ne sono un esempio i pronomi dimostrativi, cusse (questo) e cudde (quello), a differenza del tarantino che li indica con quiste (questo) e quidde (quello). I dialetti dei piccoli centri limitrofi di San Michele Salentino e Villa Castelli[80] derivano direttamente dal cegliese, per cui ne conservano moltissime assonanze e similitudini (le due cittadine furono infatti fondate da contadini e coloni cegliesi ivi trapiantatisi secoli or sono) soprattutto quello castellano.

Religione

La religione più diffusa sul territorio è il Cristianesimo nella confessione cattolica. Risalgono all'età medioevale le prime tracce storiche di tipo religioso rinvenute nel territorio comunale e manifestano la presenza di comunità legate sia al culto di tipo romano sia greco-bizantino. In particolare sono presenti nel territorio comunale una cripta basiliana all'interno della grotta di S. Michele, in cui, grazie agli affreschi di chiara influenza bizantina e ai resti rinvenuti, è stato possibile stabilire la frequentazione della cavità da parte dei monaci bizantini basiliani già nell'VIII secolo. Oltre alla cripta altre strutture religiose di chiara origine medioevale sono la chiesa della Madonna della Grotta, la chiesa dell'Annunziata e l'abbazia di Sant'Anna. Nel corso dei secoli sono state costruite chiese, cappelle votive e piccole edicole per rafforzare e tener viva la religiosità cittadina. Attualmente Ceglie rientra nella giurisdizione episcopale della Diocesi di Oria e venera il patrono sant'Antonio da Padova e i compatroni san Rocco da Montpellier e sant'Anna. Ceglie ospita inoltre le spoglie di sant'Aurelia vergine e martire[81].
Il territorio comunale è suddiviso in quattro parrocchie[82].

Tra le minoranze religiose vi sono i Testimoni di Geova, che hanno anche un proprio luogo di culto e, come diretta conseguenza dell'immigrazione alcuni ortodossi.

Tradizioni e folclore

Processione dei Misteri
Processione dei Misteri a Ceglie Messapica
Statua di Cristo nell'orto
Statua di Cristo alla colonna
Statua di Cristo alla loggia
Statua di Cristo sotto la croce
Statua del Crocifisso
Statua di Cristo morto nella bara
Statua L’Addolorata

Le feste patronali celebrano Sant'Antonio,[83] Sant'Anna[84] e San Rocco[85].
Durante il periodo pasquale in città si svolgono i riti della Settimana Santa che includono le processioni della Domenica delle Palme, il pellegrinaggio ai Sepolcri e la processione dei Misteri, risalenti alla prima metà del 1700[86].

La festività popolare dei giovedì di settembre inoltre è attestata da fonti scritte dal 1812[87].

Cultura

La cittadina vanta il riconoscimento regionale di città d'arte e terra di gastronomia.[88]

Istruzione

Scuole

L'istruzione di primo grado a Ceglie è offerta da 2 istituti comprensivi[89][90], di circa 800 alunni, suddivisi in vari plessi scolastici. Fino al 2011, anno in cui è avvenuta la riorganizzazione degli istituti dell'istruzione primaria, Ceglie contava 2 circoli didattici, Edmondo De Amicis e Giovanni Bosco, per il coordinamento delle scuole elementari e materne e una scuola media inferiore intitolata a Giovanni Pascoli. È inoltre presente la Scuola Elementare e Materna privata intitolata al "Sacro Cuore di Gesù" retta dalle Suore domenicane missionarie di San Sisto.

L'istruzione di secondo grado è offerta dall'I.I.S.S. "Cataldo Agostinelli"[91]. L'istituto nato nel 2000 per popolazione scolastica è uno dei maggiori della provincia e offre un'offerta formativa molto variegata, infatti la scuola conta 6 diversi indirizzi didattici:

Università

Ceglie ospita una sede distaccata del conservatorio statale Tito Schipa di Lecce[92].

Ceglie è sede del Centro Internazionale di Gastronomia Mediterranea[93], denominato Med Cooking School.

Biblioteca – Pinacoteca

La Crocifissione nº 2 dell'artista Emilio Notte esposta presso il Castello Ducale nella pinacoteca comunale dedicata all'artista.

La Biblioteca Pietro Gatti e la Pinacoteca Emilio Notte sono allocati in due distinte ali del Castello Ducale.

La Biblioteca comunale intitolata[94] al poeta dialettale cegliese possiede testi e libri che riguardano la città di Ceglie, alcune pubblicazioni del poeta e numerosi testi da lui donati e il lascito (manoscritti, documenti e libri) del matematico Cataldo Agostinelli[95]. Il patrimonio librario si può quantificare in quasi 16 000 testi[96].

La Pinacoteca Emilio Notte ospita alcune opere dell'artista futurista di origine cegliese donate dallo stesso alla civica amministrazione, tra le quali l'opera la "Crocefissione"[97].

Musei

Ceramica Messapica - Centro Documentazione Archeologica Ceglie Messapica

Il museo comunale MAAC[98], Museo Archeologico e di Arte Contemporanea è allocato nei locali Ex OMNI in via Enrico De Nicola. Il museo è strutturato su tre livelli, al piano terra rialzato è presente il Museo Archeologico[99] ex Centro di Documentazione Archeologica comunale e al piano primo il Museo di Arte Contemporanea che ospita le opere che nelle varie edizioni hanno partecipato al concorso nazionale Emilio Notte[100]. Il MAAC è stato riaperto al pubblico nel maggio 2016[101] dopo lavori di restauro della struttura realizzati nell'ambito di un progetto finanziato con fondi europei che ha aveva il fine di rimodulare e riorganizzare l'offerta dell'intero sistema museale cegliese denominato "Sistema Gusto d'Arte".

Il museo archeologico, centro di documentazione archeologica[102] ospita la mostra "Messapica Ceglie" organizzata dall'amministrazione comunale, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e con la collaborazione scientifica dell'Università di Lecce. La mostra comprende alcuni dei numerosi reperti archeologici (trozzelle messapiche, corredi funerari, iscrizioni ed epigrafi e monete) rinvenuti nel territorio comunale che spaziano dalla Preistoria all'età ellenistica corredati da documentazioni e cartografie riguardanti le attività di scavo effettuate negli ultimi decenni a Ceglie. Inoltre un ampio settore è dedicato al sistema difensivo della città di epoca messapica, costituito da cinte murarie, localmente note come "Paretoni" e Specchie. All'interno del museo inoltre sono presenti anche il calco della Tana delle Iene, cavità carsica scoperta nel 2000 in cui furono rinvenuti alcuni resti dell'età Paleolitico Inferiore Medio e un settore espositivo dedicato alle asce neolitiche rinvenute nel territorio comunale[103].

Media

Music Italia TV, Video M Italia, Radio Ceglie, Radio Stella.

Cucina

Biscotto di Ceglie Messapica

Tra i prodotti della cucina cegliese[104] troviamo il biscotto cegliese e il panino cegliese.

Biscotto cegliese

Il "Biscotto di Ceglie", è riconosciuto come "Presidio Slow Food" e come prodotto agroalimentare tradizionale (P.A.T.). Si tratta di un pasticcino a base di mandorle tostate, con marmellata di amarene e limone, ricoperto con una glassa a base di zucchero e cacao (u sceléppe). Per la sua realizzazione sono impiegate mandorle di produzione locale, di una varietà chiamata "cegliese" contraddistinta dal guscio semiduro. In passato, i biscotti cegliesi erano prodotti dalle famiglie contadine in occasione delle feste importanti e dei banchetti nuziali.

Panino cegliese

L'invenzione e diffusione del panino cegliese viene attribuita a Vincenzo Zito (bottegaio di generi alimentari) che per primo commercializzo il panino con la sua originale ricetta. Si tratta di un panino (rosetta o pagnotta) farcito con tonno e olio extravergine d'oliva brindisino, fette di provolone stagionato e piccante, capperi dissalati e fette di mortadella.[105]

Geografia antropica

Scorcio del centro storico

L'attuale centro urbano è il risultato di uno sviluppo urbanistico durato più secoli.

Il nucleo originario è individuabile nell'attuale centro storico, intorno a esso, soprattutto a partire dall'Ottocento, si svilupparono nuovi quartieri o rioni, tra i quali i rioni Mammacara e Ospizio a Est dell'abitato, il rione Beneficio e degli Orti a Sud vennero costruiti nuovi edifici pubblici quali: il Teatro comunale, la chiesa di San Rocco, la chiesa di San Gioacchino, il Calvario, la Torre dell'Orologio e il macello comunale.

Nel corso del Novecento la città ha teso da prima a svilupparsi lungo le principali direttrici viarie, in direzione della stazione ferroviaria e soprattutto a partire dagli anni settanta si è assistito a una nuova espansione della città con la realizzazioni di nuove lottizzazioni e quartieri che comunque hanno mantenuto impianto urbanistico simile a quello originario, caratterizzato da una compattezza dell'edificato e da assi viari aventi sezioni minime. Gli ultimi importanti interventi urbanistici hanno riguardato l'area a sud dell'abitato, quando a partire dagli anni ottanta lungo la direttrice per Francavilla Fontana, in maniera non contigua all'impianto urbano persistente, sono stati realizzati una zona abitativa PEEP e di edilizia popolare legge n. 167, la zona P.I.P. a servizio del quartiere in cui hanno sede attività di tipo artigianale.

Inoltre a ridosso dell'abito, soprattutto nella contrada Montevicoli e sulla strada che conduce a Martina Franca, sono sorte delle zone periurbane residenziali caratterizzate da bassa densità insediativa che comunque hanno comportato un notevole frazionamento del tessuto agrario.

Centro storico

Il centro storico di impianto medioevale sorge nella parte finale di uno dei 2 colli su cui si è sviluppata la città. Per le caratteristiche geomorfologiche, che permettevano una facile fortificazione dell'area attraverso cinte murarie, il sito già in età messapica fu scelto come punto per realizzare l'acropoli e i tempi.

L'attuale tessuto urbano è invece sormontato dal Castello Ducale e dalla Collegiata, intorno a essi seguendo le linee morfologiche del colle si sviluppano, quasi a formare una figura circolare, una fitta rete di viuzze strette e tortuose, vie e scalinate (quasi tutte lastricate in pietra locale con le cosiddette chianche), interrotte da spiazzi o larghi (i più grandi: Largo Ognissanti, Largo Celso e Piazza Vecchia) e qualche sottopasso[106]. Sulle caratteristiche viuzze si affacciano per lo più piccole unità immobiliari sviluppate su 2 livelli, in rari casi su 3. Le unità immobiliari si caratterizzano per la presenza di piccole porte di accesso, scalinate esterne, piccoli balconcini realizzati ai livelli superiori e le caratteristiche finestre che hanno la particolarità di avere 4 piedritti sporgenti rispetto alle facciate in corrispondenza degli angoli. Le piccole abitazioni, scialbate con latte di calce, l'una simile all'altra, danno ai vicoli quasi un aspetto uniforme che viene interrotto episodicamente dalla presenza di edifici di maggiori dimensioni come: il Castello, le chiese, il convento dei domenicani e i palazzi gentilizi.

Il centro storico per essere "un unicum ambientale-architettonico di notevole valore" è interamente sottoposto a vincolo paesaggistico al fine di tutelare l'area di "notevole interesse pubblico" dal D.M. del 18 maggio 1999[107].

Rioni ottocenteschi

I rioni sono nati come naturale espansione del centro medioevale, in parte su quelli che un tempo dovevano essere gli orti a servizio della città, infatti alcune delle principali vie di questi quartieri conservano nel loro nome la dicitura orto (esempi: via Orto Nannavecchia, via Orto di Burla, via Orto del Capitolo e via Orto Lamarina). I nuovi rioni sorti a partire dai primi anni dell'Ottocento riunivano in un certo modo la città alle strutture religiose che nei secoli precedenti erano sorte nelle sue vicinanze, in particolare all'abbazia medioevale di Sant'Anna, al convento cinquecentesco dei frati cappuccini e alla cappella, poi divenuta chiesa nella seconda metà del secolo, dedicata a san Rocco. Le abitazioni appaiono simili a quelle del centro storico, anche se sviluppate principalmente su tre livelli, i lotti restano di piccole dimensioni. Il tessuto urbano appare più organizzato, le strade si allargano leggermente e si sviluppano in maniera rettilinea e ortogonale. Il tessuto urbano viene interrotto dalle due piazze (Plebiscito e Sant'Antonio), da vie più ampie (corso Garibaldi, via Dante Alighieri, via San Rocco e via Sant'Anna) e da alcuni edifici di maggiori dimensioni (chiese, alcuni palazzi e gli edifici pubblici costruiti in quel periodo).

Anche questa zona è tutelata dallo stesso vicolo paesaggistico del centro storico.

Economia

Albero di olivo monumentale fotografato nelle campagne di Ceglie

Lo stesso argomento in dettaglio: Economia della Puglia.

L'economia è basata prevalentemente sull'agricoltura (soprattutto ulivi e viti), anche se non mancano attività manifatturiere.

In notevole crescita anche il turismo, non solo enogastronomico ma anche artistico e rurale grazie alla campagna cegliese ricca di trulli, masserie e ulivi secolari;

Agricoltura

Il settore agricolo si basa principalmente sulla coltura dell'olivo, del mandorlo, del fico. della vite e del ciliegio.La produzione di mandorle serve per la produzione dolciaria, soprattutto del biscotto cegliese. Nel territorio è molto attivo anche l'allevamento di bovini ovini, suini e caprini.

Il territorio di Ceglie rientra nell'area di produzione della DOP Olio Collina di Brindisi[108].

Infrastrutture e trasporti

Il sistema viario extraurbano di Ceglie Messapica è imperniato su alcune arterie di rilevanza locale:

La stazione ferroviaria di Ceglie è posta sulla linea Martina Franca - Lecce delle Ferrovie del Sud Est, che collega diversi comuni interni del Salento.

Amministrazione

Tabella Sindaci

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
maggio 1945[109] ottobre 1945 Rocco Spina Partito Comunista Italiano Sindaco
1945 1946 Francesco Allegretti Cenci Democrazia Cristiana Sindaco
1946 Carlo Colucci Sindaco
1946 1947 Alessandro Argentiero Sindaco
1947 Martino Quarto Sindaco
1947 Comm. pref.
1947 13 aprile 1948 Martino Quarto Sindaco
13 aprile 1948[110] 18 maggio 1949 Pasquale Bevilacqua Comm. pref.
18 maggio 1949[111] 1953 Alberto Montesani Democrazia Cristiana Sindaco
1953 2 maggio 1954 Luigi Ricci Democrazia Cristiana Sindaco
2 maggio 1954[112] 13 gennaio 1965 Cosimo Mastro Democrazia Cristiana Sindaco elezioni comunali 1954, 1958 e 1962
13 gennaio 1965[113] 30 agosto 1978 Camillo Caliandro Democrazia Cristiana Sindaco elezioni comunali 1967 e 1972
31 agosto 1978[114] 19 gennaio 1980[109] Vincenzo De Fazio Democrazia Cristiana Sindaco elezioni comunali 1978
19 gennaio 1980[115] 8 settembre 1981 Oronzo Elia Democrazia Cristiana Sindaco
25 settembre 1981[116] 11 ottobre 1983 Cosimo Gioia Democrazia Cristiana e PSDI Sindaco
11 ottobre 1983[117] 18 luglio 1986 Cosimo Mastro Democrazia Cristiana e PSI Sindaco elezioni comunali 1983
19 luglio 1986[118] 20 aprile 1993 Paolo Locorotondo Democrazia Cristiana e PSDI Sindaco elezioni comunali 1988
20 aprile 1993 6 dicembre 1993 Mario Giannuzzi Comm. pref.
6 dicembre 1993[119] 30 dicembre 1994 Pietro Mita Centro-Sinistra Sindaco
gennaio 1995 giugno 1995 Rosa Maria Simone Comm. pref.
9 giugno 1995[119] 27 giugno 1999 Pietro Mita Rifondazione Comunista Sindaco
27 giugno 1999[119] 30 marzo 2001 Pietro Magno Centro-Destra Sindaco
30 marzo 2001 27 maggio 2002 Rosa Maria Simone Comm. pref.
27 maggio 2002[119] 31 maggio 2004 Mario Annese Centro-Destra Sindaco
31 maggio 2004 18 aprile 2005 Clara Minerva Comm. pref.
18 aprile 2005[119] 12 aprile 2010 Pietro Federico Centro-Sinistra Sindaco
12 aprile 2010[119] 2 ottobre 2019 Luigi Caroli vari partiti di Centro-Destra Sindaco
4 ottobre 2019[120] 5 ottobre 2020 Pasqua Erminia Cicoria Comm. pref.
5 ottobre 2020[121] in carica Angelo Palmisano Fratelli d'Italia e liste civiche Sindaco

Sport

Ha sede nel comune la società di calcio A.S.D Calcio Ceglie, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.

Le due squadre cittadine del Volley Ceglie e della Nuova Pallavolo Ceglie disputano i campionati regionali maschili in Serie C e in Serie D; la Nuova Pallavolo Ceglie ha una compagine femminile militante in Prima Divisione.

La squadra di basket maschile Nuova Pallacanestro Ceglie 2001[122] milita nel campionato di promozione.

Avevano sede nel comune la società New Basket Ceglie e la Maicard Basket Ceglie, non più attive[123].

Dal 1952 si disputa nel comune e dintorni la Coppa Messapica, una corsa in linea di ciclismo su strada riservata agli Uomini Élite e Under-23.

Note

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Dati ISTAT superfici comunali aggiornati al 2011, su istat.it.
  5. ^ Classificazione sismica dei comuni italiani (a cura della Protezione Civile) (PDF), su protezionecivile.it. URL consultato l'11 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2009).
  6. ^ a b c d Rilevazioni da Google Earth.
  7. ^ Ceglie Messapica, su Tuttitalia.
  8. ^ Catasto delle cavità naturali della Puglia- a cura della Federazione Speleologica Pugliese, su fspuglia.it. URL consultato l'11 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2022).
  9. ^ Silvio Laddomada e Arcangelo Leporale, PROBLEMI E PROSPETTIVE DEL PATRIMONIO SPELEOLOGICO NELLE AREE CARSICHE DELL’ALTO SALENTO:L’ESEMPIO DI CEGLIE MESSAPICA, in Thalassia Salentina, 29 supplemento, 2006. URL consultato il 16 febbraio 2016.
  10. ^ Riconoscimento stato di calamità eccezionale per gelate e nevicate, marzo 1987 - Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato l'8 agosto 2014.
  11. ^ Neve e ghiaccio, il maltempo non risparmia Ceglie – 17 dicembre 2001.
  12. ^ Ceglie in ginocchio per la neve e la disorganizzazione – 20 dicembre 2001.
  13. ^ Ceglie sotto la neve, disagi per il traffico, domani scuole chiuse – 6 febbraio 2006.
  14. ^ Neve e freddo, in Gazzetta del Mezzogiorno, 9 marzo 1949, p. 2.
  15. ^ attivazione stazione meteo masseria Nisi - Ceglie Messapica.
  16. ^ stazione meteo masseria Nisi - associazione meteo valle d'itria, su meteovalleditria.it. URL consultato il 27 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2020).
  17. ^ Dati piovosità e giorni pioggia media anni dal 1923 al 2015 ottenuti utilizzando valori dal 1923 al 2012 (del centro analisi/elaborazione dati protezione civile Puglia, su protezionecivile.puglia.it. URL consultato il 9 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2019).) e per il 2013, 2014 e 2015 i dati della centralina Meteo Valle d'Itria
  18. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 07-01-2009 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
  19. ^ Pietro Magno e Giuseppe Magno, Storia di Ceglie Messapica.
  20. ^ Dizionario greco antico- olivetti, su grecoantico.com.
  21. ^ L'idea- Antologia, su ideanews.it.
  22. ^ G. Scatigna Minghetti, Vestigia di icone sacre a Ceglie Messapica, Ceglie Messapica, 1995, p. 5.
  23. ^ «[…] nel 1100, Accardo, signore e padrone di Ostuni e di Lecce, per indicare la nostra Ceglie usò il termine Castillo Cilij e non città di Ceglie […]» Ceglie, origini e mutamenti del nome- P. Elia, su ideanews.it. URL consultato il 17 maggio 2013.
  24. ^ «Nel 1273 Carlo II d'Angiò la indica solo CILIA […]» Ceglie, il mistero sull'origine del nome- P. Elia, su ideanews.it. URL consultato il 17 maggio 2013.
  25. ^ La Puglia, carta geografica G. Botero, Relazioni Universali, 1591-1596.
  26. ^ «Con l'abolizione della feudalità (decreto 2-4 agosto 1806) gli amministratori cegliesi eliminano il predicato GAUDO […]» Ceglie, il mistero sull'origine del nome- P. Elia, su ideanews.it. URL consultato il 17 maggio 2013.
  27. ^ Gaetano di Thiène Scatigna Michetti, Le pietre della fede. L'abbazia di sant'Anna nella storia medioevale di Ceglie Messapica, Ceglie Messapica, Kailinon, 2010, p. 29.
  28. ^ Rosario Jurlaro, Ceglie Messapica nel medioevo si chiamava Ceglie della Foresta, in Gazzetta del Mezzogiorno, luglio 1965.
  29. ^ si veda: C. D. Fonseca - I. Conte (a cura di), Dal castello al territorio. Dinamiche insediative a Ceglie Messapica tra XII e XV secolo. Atti della giornata di studio, Ceglie Messapica 28 aprile 2009, Bari 2010
  30. ^ L. Pepe (a cura di), Libro rosso della città di Ostuni, codice diplomatico, compilato nel 1609 da Pietro Vincenti ed ora per la prima volta pubblicato con altri diplomi e note premesse le notizie bibliografiche del Vincenti da Ludovico Pepe, Scuola Tipografica editrice Bartolo Longo, Valle di Pompei 1888
  31. ^ a b B. Ligorio, Federico II. Ebrei, castelli e Ordini monastici in Puglia nella prima metà del XIII secolo, prefazione di S. Bernardi, Artebaria ed., Martina Franca 2011.
  32. ^ Archivio di Stato di Napoli, Documento Angioino, reg. 1269, b.4, fg.39; Camillo Minieri Riccio, Documenti di Carlo I d'Angiò
  33. ^ Biografia di Pietro Elia, Patria Decor Oggi di M. Ciracì e N. Santoro, pagg. 132-133
  34. ^ Biografia di Francesco Elia, Patria Decor Oggi di M. Ciracì e N. Santoro, pp. 122-123.
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