Infezioni da clamidia
Pap test che mostra infezione da clamidia
Specialitàinfettivologia
EziologiaChlamydia trachomatis D/UW-3/CX
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM099.41 e 483.1
ICD-10A55, A56.8, A70 e A74.9
MeSHD002690
MedlinePlus001345
eMedicine214823

Le infezioni da clamidia sono una varietà di patologie causate nell'uomo dal batterio gram-negativo Chlamydia trachomatis. Si tratta di infezioni trasmesse per via sessuale, si possono anche riscontrare infezioni da questo batterio usando delle toilette pubbliche ed effettuare un cattivo lavaggio delle mani, fra loro il linfogranuloma venereo, la malattia infiammatoria pelvica e il tracoma.

Eziologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Chlamydia trachomatis.

Con il termine Chlamydia si indica un genere di batteri di cui soltanto una specie risulta nociva per l'essere umano: Chlamydia trachomatis (altre due specie patogene per l'uomo in passato attribuite al genere Chlamydia, C. pneumoniae e C. psittaci, sono oggi attribuite al genere Chlamydophila.[1]

Chlamydia trachomatis viene divisa in più sottotipi:

Inoltre procura anche la malattia infiammatoria pelvica.[2]

In molte infezioni da clamidia si osserva l'instaurarsi di un equilibrio fra l'ospite e il parassita, il che permette infezioni subcliniche di lunghissima durata.

Evoluzione cellulare

C. trachomatis è un parassita endocellulare obbligato delle cellule eucariotiche, caratterizzato da due entità morfo-funzionali che si alternano durante il ciclo di sviluppo: il corpo elementare (ce) (dimensioni 200-300 nm), incapace di riprodursi, ma in grado di sopravvivere al di fuori della cellula ospite, e il corpo reticolare (cr) (che raggiunge le dimensioni di 1000 nm), in grado di riprodursi ma non può infettare. Il corpo reticolare si riproduce all'interno della cellula infetta, subendo una trasformazione in corpo elementare, che fuoriesce dalla cellula infetta a seguito di un processo di lisi.

Modalità di trasmissione

La trasmissione avviene per contagio interumano, sia per via sessuale sia nel parto.

Epidemiologia

L'infezione da C. trachomatis è l'infezione a trasmissione sessuale batterica più diffusa al mondo. Si stimano a livello mondiale circa 50 milioni di casi di infezione all'anno. Al contrario delle altre malattie a trasmissione sessuale (MTS), la sua prevalenza è maggiore nel sesso femminile rispetto a quello maschile.

L'infezione da C. trachomatis si associa spesso ad altre MTS[3]

Sintomatologia

Le infezioni sessuali, nelle donne, risultano asintomatiche nel 75% dei casi[4] mentre negli altri casi si comporta come una sindrome essudativa, con uretrite nel maschio e cervicite nella donna. In una seconda fase l'infezione può estendersi al tratto genitale.

I sintomi possono risultare comunque difficili da individuare (es. nicturia saltuaria, sensazione di tensione nella regione perineale o prurito sui genitali), fino a quando non si manifestano casi evidenti di uretriti o prostatiti. Nella donna si può arrivare anche a salpingite e malattia pelvica infiammatoria, con conseguenze anche gravi quali infertilità, poliabortività o gravidanza ectopica.

L'infezione neonatale, contratta durante il passaggio del feto nel canale del parto infetto, insorge con una frequenza del 30-40%. Fino alla metà dei neonati infetti presenta segni di patologia oculare (congiuntivite purulenta) e circa il 10-20% sviluppa una grave pneumopatia interstiziale infantile.

Patologie correlate

Congiuntivite dovuta al genere clamidia

Diagnosi

La diagnosi delle infezioni da clamidie non può prescindere dall'apporto del laboratorio, poiché l'anamnesi e l'esame obiettivo non sono sufficienti per la diagnosi eziologica. L'indagine microbiologica si avvale principalmente della ricerca delle clamidie nel materiale patologico (diagnosi diretta). A questo riguardo, di fondamentale importanza è la corretta raccolta dei campioni da sottoporre a indagine al fine di acquisire risultati affidabili. Occorre evidenziare che l'indagine sulla donna deve essere condotta sia mediante tampone cervicale sia mediante tampone uretrale, esame quest'ultimo che non sempre viene prescritto, col rischio di false negatività. La Clamidia, infatti, può annidarsi anche solo all'interno dell'uretra femminile. Gli esami di laboratorio possono richiedere tempi lunghi per una risposta (3-7 giorni), e si può ricorrere all'immunofluorescenza diretta, con la quale si ricercano antigeni proteici di membrana dei corpi elementari direttamente nel campione, tramite anticorpi monoclonali marcati con fluoresceina. Il campione viene esaminato al microscopio a fluorescenza e il risultato si ottiene in meno di un'ora. Altre tecniche diagnostiche dirette: colturali, immuno-enzimatiche (ELISA), biologia molecolare.

ELISA, sia diretta, con la ricerca dell'antigene lipopolisaccaridico nelle urine (LPS), sia indiretta.

Ci sono poi le più moderne metodiche di biologia molecolare, fra esse:

Terapia

Si somministrano antibiotici come tetraciclina, doxiciclina ed eritromicina o le più recenti azitromicina e ofloxacina. La doxiciclina è efficace con cicli di 15-21 giorni (200 mg/giorno), intervallati da altrettanti giorni di riposo. A causa delle possibili resistenze all'antibiotico, che hanno cominciato di recente a riscontrarsi, si possono rendere necessari più cicli di terapia. Da recentissimi studi, pubblicati su PubMed, molto efficace risulta essere la prulifloxacina, antibiotico appartenente alla famiglia dei chinolonici di ultima generazione. La somministrazione deve avvenire con due cicli da 15 giorni intervallati da 15 giorni senza terapia.

Durante la terapia si sconsiglia l'assunzione di latticini, in quanto assorbono e depotenziano l'antibiotico. Inoltre l'uso prolungato di antibiotici può determinare l'insorgenza di candida intestinale, per cui può essere opportuno assumere contestualmente un antimicotico per attenuare i rischi. Durante la terapia, in ogni caso, devono essere evitati rapporti sessuali non protetti, anche se entrambi i soggetti sono in terapia, per evitare di renderla inefficace per reinfezione continua. Se si sono avuti rapporti orogenitali, deve essere data per scontata la possibilie localizzazione del germe a livello faringeo e quindi devono essere evitati contatti bocca-bocca e bocca-genitali per tutta la durata della terapia.

Note

  1. ^ Copia archiviata, su chlamydiae.com. URL consultato il 28 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2010).
  2. ^ Scholes D, Stergachis A, Heidrich FE, Andrilla H, Holmes KK, Stamm WE., Prevention of pelvic inflammatory disease by screening for cervical chlamydial infection., in N Engl J Med. ., vol. 234, 1996, pp. 1362-6.
  3. ^ Donati M et al., Chlamydia trachomatis serovar distribution and other concurrent sexually transmitted infections in heterosexual men with urethritis in Italy, in Eur J Clin Microbiol Infect Dis. 2009; 28(5): 523-6..
  4. ^ Ida Kangas, Berit Andersen, Frede Olesen, Jens K Møller, and Lars Østergaard, Psychosocial impact of Chlamydia trachomatis testing in general practice, in Br J Gen Pract., vol. 56, 2006, pp. 587–593.
  5. ^ Thylefors B, Négrel AD, Pararajasegaram R, Dadzie KY, Global data on blindness, in Bull World Health Organ., vol. 73, 1995, pp. 115–21.
  6. ^ Carter JD, Gérard HC, Espinoza LR, Ricca LR, Valeriano J, Snelgrove J, Oszust C, Vasey FB, Hudson AP., Chlamydiae as etiologic agents in chronic undifferentiated spondylarthritis., in Arthritis Rheum.., vol. 60, aprile 2009.
  7. ^ Yi Y, Yang X, Brunham RC, Autoimmunity to heat shock protein 60 and antigen-specific production of interleukin-10, in Infect Immun. 1997; 65(5): 1669-74.

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