La geometria del compasso
Frontespizio della prima edizione
AutoreLorenzo Mascheroni
1ª ed. originale1797
Generetrattato
Sottogeneregeometria
Lingua originaleitaliano

La geometria del compasso è un trattato di Lorenzo Mascheroni, pubblicato a Pavia nel 1797. Tratta delle costruzioni geometriche da realizzarsi con il solo uso del compasso, escludendo l'altro strumento della geometria classica, ovvero la riga. L'insieme delle dimostrazioni contenute in quest'opera prova il seguente teorema:

« Ogni problema risolvibile con riga e compasso è risolvibile anche con il solo compasso »

I risultati di Mascheroni erano stati preceduti dal danese Jørgen Mohr, che li aveva esposti nel libro Euclides Danicus del 1672. Tale opera, pubblicata solo in danese e olandese, rimase per lo più sconosciuta. Riscoperta per caso in una libreria di Copenaghen nel 1928, fu subito ristampata in facsimile e poi tradotta in altre lingue. L'enunciato sopra riportato viene oggi chiamato quindi con il nome di Teorema di Mohr-Mascheroni.

Scopo dell'opera

[modifica | modifica wikitesto]

Nella scrittura di questa opera, Mascheroni si fa guidare da considerazioni teoriche: ha ben presente che dai tempi della geometria classica, descritta negli Elementi di Euclide, sono stati aggiunti dai matematici molti argomenti, come le coniche, le curve di grado superiore al secondo, ecc.. Viceversa, nella prefazione al suo libro si domanda:

« Non potresti tu ritrocedere dagli Elementi, come da una linea di demarcazione, e cercar qualche cosa rimasta addietro a guisa di trascurata? È egli vero che i problemi elementari d'Euclide siano della più semplice costruzione? O non si potrebbe l'elemento matematico risolvere ne' suoi elementi fondamentali riga e compasso, a guisa di chi ha separata l'acqua in due arie[1], e qualche aria pure stimata semplice, in due sostanze? A questo punto m'avvidi, che non potendosi far uso della riga sola se non per condurre una retta; si poteva però forse far uso del solo compasso non solo per descrivere solamente un cerchio, o un arco di esso; ma descrivendone più con più centri, e con diverse aperture, trovare per via delle loro sezioni mutue più punti, che fossero utili, e appunto i cercati di posizione di qualche problema. »

Il secondo scopo che si prefigge Mascheroni nel pubblicare La geometria del compasso è rendere più facile e precisa la costruzione di apparecchiature di precisione, come i quadranti degli strumenti astronomici. Come spiega egli stesso, sempre nella prefazione al suo libro:

« Per accennare i vantaggi, che ha il compasso sopra la riga, qualora si tratti di una descrizione precisa di linee, che non debbano temere l'esame del microscopio, basta avvertire, che trattandosi specialmente d'una riga alquanto lunga, è quasi impossibile ch'ella sia così diritta, che ne garantisca per tutto il suo tratto della posizione a luogo de' punti, che in essa sono. E sia pur essa rettissima. Sanno i pratici, che il dovere strisciare lungo essa colla punta che segna, porta seco una incertezza di parallelismo nel moto dell'asse di questa punta, o di perfetto adattamento allo spigolo, che rende spesso inutile la sua massima precisione. A queste due difficoltà non va soggetto il compasso. Qualora esso sia fermo nell'apertura, e finissimo nelle punte; centratane una immobilmente, il che non è difficile, l'altra scorrendo segna da sé un arco così preciso ed esatto, che nulla più. »

In tutte le sue costruzioni geometriche, Mascheroni sceglie quindi di determinare i punti necessari usando, fra riga e compasso, solo quello strumento che garantisce la maggiore precisione possibile: i punti saranno sempre ottenuti come intersezioni fra archi di cerchio tracciati con il compasso. I tratti rettilinei necessari al completamento del disegno dovranno ovviamente essere tracciati con una riga; ma non avendo tali segmenti alcun ruolo nella determinazione dei punti, una mancanza di precisione nel loro disegno non si ripercuoterà sull'intera costruzione.

Il compasso di Euclide

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 1: Applicazione della lunghezza AB al punto C

Nei suoi Elementi, Euclide non parla mai né di riga né di compasso. Egli si riferisce solo a linee rette e circonferenze ideali, che traccia secondo i seguenti postulati:

  1. È possibile tracciare un segmento rettilineo fra qualunque coppia di punti [2]
  2. Un segmento rettilineo può essere esteso indefinitamente in una linea retta [3]
  3. È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e qualsiasi raggio [4]

Nella pratica è cosa ovvia associare una riga (non graduata) ai primi due postulati, e il compasso al terzo. Bisogna fare attenzione però al fatto che non tutto ciò che può essere fatto con un compasso è "autorizzato" dal terzo postulato. Secondo quest'ultimo, il compasso dovrebbe essere utilizzato solo per tracciare un cerchio dati il centro e un punto sulla sua circonferenza; non dovrebbe invece essere utilizzato per trasportare una distanza da una parte all'altra del piano, semplicemente aprendolo e spostandolo conservandone l'apertura.

Negli Elementi di Euclide il trasporto delle distanze è una necessità irrinunciabile, infatti a questo problema sono dedicate le prime due Proposizioni del Libro I[5][6] (vedi l'animazione in figura 1). Euclide dimostra cioè che si può applicare la distanza AB al punto C:

Alla fine dell'animazione, tutti i punti appartenenti alla circonferenza rossa disteranno da C quanto B dista da A.

L'uso comune, di trasportare distanze mantenendo invariata l'apertura del compasso a cavallo di un suo spostamento, è quindi una scorciatoia ammessa in geometria, ma solo perché si sa che tale procedimento è la semplificazione di un metodo più rigoroso: proprio quello descritto da Euclide.

I Compassi ad apertura fissa di Mascheroni

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 2: Compassi ad apertura fissa

A differenza di Euclide, Mascheroni non ha uno scopo teorico, bensì pratico. Per trasportare le distanze non applica il metodo descritto da Euclide, per due motivi:

Mascheroni si sente quindi libero di usare il compasso per trasportare distanze, ma non solo: incoraggia la realizzazione di vari compassi ad apertura fissa[7]. Ad esempio, dovendo inscrivere in una circonferenza un qualche poligono regolare, suggerisce di costruirne quattro con le seguenti aperture prefissate:

Divisioni della circonferenza

[modifica | modifica wikitesto]

Le prime costruzioni affrontate da Mascheroni ne La geometria del compasso prevedono la divisione del cerchio in 240 parti uguali (nei paragrafi che seguono verranno mostrate solo le costruzioni principali), utilizzando il minor numero possibile di aperture del compasso, e il minor numero di punti non appartenenti alla circonferenza data.

Le costruzioni usano varie volte le Proposizioni di Euclide[8][9] secondo cui, in cerchi uguali, archi uguali insistono su corde uguali, e viceversa. La divisione della circonferenza in parti uguali coincide quindi con il problema di inscrivervi poligoni regolari dello stesso numero di lati.

Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, il primo dovrà avere ampiezza pari al raggio del cerchio da suddividere, ovvero quello in cui inscrivere i vari poligoni regolari.

Divisione in 6 parti

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 3: costruzione dell'Esagono Regolare e del Triangolo Equilatero

Dato un cerchio di centro O e raggio OA (vedi figura 3), per inscrivere nello stesso cerchio un Esagono regolare seguendo il metodo di Euclide[10] bisogna:

Mascheroni non può fare uso della riga, quindi descrive un metodo alternativo:

Infatti:

(Si ricorda che lo scopo di Mascheroni è determinare i vertici dell'esagono, non di tracciarne i lati. Nel disegno infatti tutti i segmenti rettilinei, a parte il raggio OA, sono tratteggiati; e il punto S, che con l'uso del solo compasso non è stato effettivamente determinato, è indicato solo allo scopo di agevolare la comprensione di quanto segue).

Con questa costruzione si ottengono alcuni risultati aggiuntivi, che verranno sfruttati in molte delle costruzioni che seguono:

Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, quello di ampiezza pari a volte la lunghezza del raggio dovrà essere calibrato sulla distanza fra i punti B ed F, oppure A e C, oppure qualsiasi altra diagonale dell'esagono non passante per il centro del cerchio.

Divisione in 4 parti

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 4: costruzione del Quadrato

Per costruire il quadrato inscritto in un cerchio dato, Euclide[11] suggerisce semplicemente di tracciare due diametri ortogonali. Questo sistema viene modificato da Mascheroni (vedi figura 4) come segue:

Infatti:

Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, quello di ampiezza pari a volte la lunghezza del raggio dovrà essere calibrato sulla distanza fra i punti O ed G.

Divisione in 8 parti

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 5: costruzione dell'Ottagono

La costruzione dell'ottagono regolare richiede la determinazione di quattro punti intermedi agli archi che insistono su un quadrato già tracciato. In figura 5 sono indicati (vedi le costruzioni precedenti):

Per determinare i punti mancanti alla costruzione dell'ottagono regolare inscritto nella stessa circonferenza, secondo Mascheroni occorre:

Infatti:

I punti M ed N necessari a completare l'ottagono possono essere determinati in vari modi:

Divisione in 12 parti

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 6: costruzione del Dodecagono e del 24-gono

La figura 6 mostra tutti i punti individuati nelle costruzioni precedenti:

La dodicesima parte dell'angolo giro può essere ottenuta per differenza fra un angolo retto (un quarto di angolo giro) e l'angolo al centro che sottende un lato dell'esagono regolare (un sesto): infatti

In figura 6 si può osservare come il quadrante DÔH sia composto dagli angoli DÔC (che sottende il lato dell'esagono regolare) più CÔH: quest'ultimo sottende quindi un arco di lunghezza pari al dodicesimo della circonferenza; di conseguenza H è un vertice del dodecagono regolare, intermedio ai vertici C e B (lo stesso ragionamento consente dimostrare che anche J è un vertice del dodecagono, intermedio fra E ed F).

Mancano da determinare i quattro punti P, Q, R ed S. Per determinare Q si potrebbe tracciare un arco con centro in C e raggio CH, tale da intersecare la circonferenza proprio nel punto Q (sistema analogo andrebbe usato per la determinazione degli altri tre punti). Questa procedura comporta però due svantaggi:

Per questi motivi, Mascheroni suggerisce di:

Con questi archi infatti si sottrae, da ciascun quadrante, un angolo pari a un sesto di angolo giro, determinando archi il cui angolo al centro è un dodicesimo dello stesso.

Divisione in 24 parti

[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione dell'icositetragono (poligono regolare di 24 lati) è la prosecuzione del procedimento descritto per il dodecagono (vedi figura 6): si tratta di determinare i punti di intersezione fra la circonferenza e gli archi di colore magenta.

L'angolo al centro che sottende l'arco BK è la differenza fra gli angolo BÔA (un sesto di angolo giro) e KÔA (un ottavo):

Si potrebbe quindi:

Come per la costruzione del dodecagono, anche in questo caso Mascheroni suggerisce un metodo per il quale è richiesto l'uso di uno dei suoi compassi di apertura standard:

Prendiamo infatti in considerazione il punto T. L'angolo TÔH, differenza fra gli angoli TÔL (che per costruzione è un sesto di angolo giro) e HÔL (un ottavo) è, per lo stesso calcolo mostrato più sopra, proprio un ventiquattresimo di angolo giro; quindi T (così come ognuno degli altri 7 vertici mancanti) è vertice dell'icositetragono inscritto nella circonferenza.

Divisione in 5 parti

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 7: costruzione del Pentagono regolare

Prima di analizzare il metodo suggerito da Mascheroni per la costruzione del pentagono regolare inscritto in una circonferenza, è bene rivedere i metodi classici, dei quali il più noto è quello di Tolomeo[13]. In figura 7 ne sono rappresentati, con linee di colore rosso, i passaggi principali:

La costruzione ora descritta richiede due intersezioni che interessano segmenti rettilinei (determinazione dei punti S e T), che Mascheroni non può ottenere non volendo utilizzare la riga. La sua costruzione, alternativa, è mostrata sempre in figura 7:

La dimostrazione che il punto T nelle due costruzioni è nella stessa posizione è la seguente:

È così dimostrata l'equivalenza fra i metodi di Tolomeo e di Mascheroni.

Divisione in 10 parti

[modifica | modifica wikitesto]

Si faccia ancora riferimento alla figura 7, prendendo in esame il triangolo HOT. Esso è rettangolo in O, ed è formato dai seguenti lati:

Con raggio TO e puntando il compasso nei vertici del pentagono si possono disegnare archi le cui intersezioni con la circonferenza definiscono i vertici del decagono regolare (per non appesantirla troppo, nella figura è mostrato solo l'arco YZ centrato in V: sono così visibili i primi quattro lati del decagono HY, YV, VZ e ZW).

Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, quello di ampiezza pari a volte la lunghezza del raggio dovrà essere calibrato sulla distanza fra i punti O e T.

Divisione in 120 parti

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 8: costruzione del 120-gono (abbozzo)

Mascheroni propone due modi diversi di dividere la circonferenza in 120 parti uguali. La prima, più ovvia, richiede di utilizzare la differenza fra gli angoli al centro che sottendono 5 lati consecutivi del 24-gono e il lato del pentagono. Infatti:

Trovata la lunghezza dell'arco sotteso dalla centoventesima parte di circonferenza, è sufficiente riportare più volte tale distanza sulla circonferenza a partire dai vertici del 24-gono.

Mascheroni propone la seconda costruzione del 120-gono per dimostrare l'efficacia dei suoi metodi, e l'utilità dei compassi ad apertura fissa:

« Potrà chi voglia con soli quattro compassi [...] e con soli due punti presi fuori dalla circonferenza [...] dividere la circonferenza del cerchio in centoventi parti uguali. »

Ricapitolando (vedi figura 8) tutti i passaggi necessari alla costruzione del 24-gono regolare inscritto nella circonferenza:

Rimangono da trovare i vertici intermedi del 120-gono, ovvero quelli non coincidenti con quelli del 24-gono. Per farlo, Mascheroni impiega il suo quarto compasso, la cui apertura viene così definita:

Di seguito vengono determinati i quattro vertici del 120-gono, intermedi all'arco AQ:

Per suddividere tutti gli altri archi del 24-gono bisognerebbe in teoria procedere allo stesso modo. Conviene piuttosto, con il solo uso del quarto compasso, tracciare 12 decagoni a partire da altrettanti vertici consecutivi del 24-gono.

Problemi di bisezione

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 9: Bisezione di un segmento e di un arco con riga e compasso

Nelle geometria della riga e del compasso, la bisezione di un segmento[15] o di un arco[16] delimitati dai punti A e B (vedi figura 9) si ottiene:

Volendo evitare l'uso della riga per tracciare il segmento CD, Mascheroni propone i metodi che vengono descritti di seguito.

Bisezione di un arco

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 10: Bisezione di un arco

Per determinare il punto mediano dell'arco AB con centro in O (vedi figura 10), Mascheroni suggerisce di:

Come in tutte le costruzioni precedenti di questa pagina, nella figura sono mostrati gli archi (in questo caso: quello da bisecare, più i 7 necessari al procedimento di bisezione) come linee continue, mentre i segmenti rettilinei sono tratteggiati. Questi ultimi non sono infatti necessari alla costruzione, ma facilitano la comprensione della dimostrazione:

È dimostrato quindi che il segmento GFO divide in due parti uguali l'arco dato. Rimane da dimostrare che il punto F si trova sull'arco AB, ovvero che la distanza OF è uguale ad OA (raggio dell'arco da dividere). Questo richiede i seguenti passaggi:

Il punto F è sul segmento GO che divide in due l'arco AB di centro O; in più si ha che OF = OA, quindi il punto F appartiene all'arco AB di centro O: F è quindi proprio il punto cercato, che divide l'arco AB in due parti uguali.

Avvertenze

[modifica | modifica wikitesto]

Mascheroni raccomanda di lavorare sempre su archi di lunghezza appropriata:

In entrambi i casi la bisezione dell'arco modificato, ingrandito o accorciato che sia, dà luogo anche alla bisezione dell'arco originale.

Bisezione di un segmento

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 11: Bisezione di un segmento

Il metodo suggerito da Mascheroni per determinare il punto mediano E del segmento OA (vedi figura 11) senza fare uso della riga è il seguente:

Si ammetta infatti di avere tracciato il punto H (non necessario nella costruzione già descritta) in modo che il segmento HA sia il diametro della circonferenza centrata in D, di raggio DA doppio rispetto ad OA: la distanza HA è quindi quadrupla di OA. Si ammetta anche di avere tracciato il punto L, proiezione di G sul segmento OA (neanche questo è necessario alla costruzione). Con questi elementi aggiunti alla costruzione di Mascheroni, si può verificare che:

Operazioni su segmenti

[modifica | modifica wikitesto]

Applicare una distanza data ad un segmento

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 12: applicare distanze ad un segmento

Il metodo più semplice per riportare la distanza CD sul segmento AB (vedi figura 12) è:

È stato già sottolineato che per Euclide il trasporto delle distanze con il compasso non è ammesso (per svolgere il compito appena descritto infatti Euclide suggerisce il metodo mostrato alla figura 1). Per Mascheroni il trasporto delle distanze con il compasso è non solo ammesso, ma incoraggiato; tuttavia la sua Geometria del Compasso porta un problema diverso: a motivo dell'impossibilità di utilizzare la riga, del segmento AB sono noti gli solo estremi, non i punti intermedi. La circonferenza tracciata quindi non è di per sé sufficiente a definire il punto E, per cui bisogna completare il procedimento come segue:

È evidente infatti che il punto E è distante da A quanto lo è D da C; rimane da dimostrare che il punto E appartenga anche al segmento AB:

Accorciare un segmento di una distanza data

[modifica | modifica wikitesto]

Quando si debba togliere la lunghezza CD dal segmento AB dal lato dell'estremità A (il segmento differenza è EB, vedi figura 12) si usa lo stesso metodo appena descritto.

Prolungare un segmento di una distanza data

[modifica | modifica wikitesto]

Dovendo aggiungere la lunghezza CD al segmento AB si potrebbe usare ancora lo stesso procedimento (vedi figura 12), bisecando però l'arco GFH invece del GEH. Questo arco è però poco adatto ad essere bisecato con il metodo di Mascheroni, quindi in questo caso conviene tracciare un diverso arco JK, sempre con centro in B, ma con raggio appropriato all'ottenimento appunto di un arco JFK più adatto allo scopo.

Proiezione di un punto su un segmento

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 13: proiettare un punto su un segmento

La costruzione di Euclide[22] per proiettare il punto C sul segmento AB è la seguente (vedi figura 13):

Questo sistema non può essere adottato da Mascheroni, in quanto del segmento AB sono noti solo gli estremi. Egli suggerisce infatti di:

Per costruzione il quadrilatero ACBD è un aquilone, le cui diagonali si incrociano ortogonalmente e la AB divide in parti uguali la CD. Di conseguenza:

Determinare un segmento parallelo ad uno dato

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 14: tracciare un segmento parallelo

Dato un segmento AB ed un punto C esterno ad esso, per trovare un punto D tale che il segmento CD sia parallelo ad AB è sufficiente costruire il parallelogramma mostrato in figura 14:

Infatti:

Intersezioni

[modifica | modifica wikitesto]

La geometria della riga e del compasso consente la determinazione dei punti secondo tre metodi:

  1. Intersezione fra una circonferenza e un'altra circonferenza;
  2. Intersezione fra una circonferenza e una retta;
  3. Intersezione fra due rette.

La geometria del (solo) compasso rende disponibile il solo primo caso fra quelli elencati: gli altri richiedono costruzioni alternative, che vengono descritte di seguito.

Intersezione fra una circonferenza e una retta passante per il suo centro e un altro punto dato

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 15: trovare il diametro di una circonferenza passante per un punto

Data una circonferenza di centro O e raggio OR (vedi figura 15) e un punto E non coincidente con il centro, per trovare i punti di intersezione fra la circonferenza e la retta passate per il centro e il punto dato occorre:

Questa costruzione ripropone il metodo già descritto per applicare una distanza a un segmento (vedi figura 12): di fatto, per determinare il punto A è come se si applicasse la distanza OR (raggio della circonferenza) al segmento OE. Nota: il sistema sarebbe valido anche se il punto E fosse interno al cerchio (purché, come detto, non coincidente con il suo centro), dato che sarebbe sempre possibile tracciare un arco GH intersecante la circonferenza data in due punti.

Intersezione fra una circonferenza e una retta non passante per il centro

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 16: trovare le intersezioni fra un segmento e una circonferenza

Nella geometria della riga e del compasso, per trovare i punti di intersezione fra la circonferenza centrata in O e di raggio OA e un segmento i cui estremi si trovino in B e C (vedi figura 16) sarebbe sufficiente unire i punti C e B con un segmento, prolungandolo fino ad F. Nella Geometria del Compasso di Mascheroni occorre invece:

Nota: se le due circonferenze non si intersecano fra loro significa che la retta BC non taglia la circonferenza originale; se si toccano in un solo punto, la retta BC ne è tangente.

È evidente che i punti F e G appartengono alla circonferenza originale. Occorre dimostrare che essi appartengono anche alla retta BC:

Intersezione fra due rette

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 17: trovare l'intersezione fra due segmenti

Dati due segmenti definiti dai punti A e B, C e D (vedi figura 17), la determinazione del punto H della loro intersezione con il solo uso del compasso richiede i seguenti passaggi:

È semplice provare (quindi ometteremo i relativi dettagli) che:

Di conseguenza:

Trovare la quarta proporzionale a tre distanze date

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 18: trovare la quarta proporzionale a tre distanze date

Dati 3 segmenti AB, CD ed EF (vedi figura 18), per trovare un quarto segmento RS tale che AB : CD = EF : RS (procedimento necessario al completamento della determinazione del punto di intersezione di due segmenti, vedi punto precedente) occorre:

Infatti:

Nota: se il segmento EF fosse maggiore del doppio di AB, il segmento PQ = EF non potrebbe essere tracciato come corda sulla circonferenza di raggio OP = AB. In questo caso sarebbe necessario prima raddoppiare (o triplicare, quadruplicare...) e segmenti AB e CD per ottenere il risultato desiderato.

Ricerca del centro di una circonferenza

[modifica | modifica wikitesto]

Per trovare il centro di una circonferenza, Euclide[25] suggerisce di:

Un metodo alternativo consiste nel tracciare due corde e trovare l'intersezione dei loro assi; se le corde hanno un punto in comune, il problema si riduce alla determinazione del centro del cerchio circoscritto a un triangolo[26]:

Questo metodo alternativo può essere trasformato in modo da utilizzare i metodi già visti di Mascheroni:

In effetti questo sistema viene utilizzato da Mascheroni proprio per determinare il centro di un cerchio che passi per tre punti dati. La presenza del cerchio già disegnato consente però di conoscere il luogo di tutti i punti che appartengono alla sua circonferenza, il che consente di adottare sistemi più semplici di quello appena descritto.

Metodo di Mascheroni

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 19: trovare il centro di una circonferenza

Dato un cerchio ABM (vedi figura 19), il metodo proposto da Mascheroni per determinarne il centro è il seguente:

Vista l'esistenza di un metodo più semplice per trovare il centro della circonferenza (vedi paragrafo successivo), qui riportiamo solo i punti essenziali della dimostrazione:

Metodo alternativo

[modifica | modifica wikitesto]
Fig. 20: metodo alternativo per trovare il centro di una circonferenza

Esiste un metodo alternativo, un po' più semplice sia nella costruzione che nella dimostrazione, per trovare il centro della circonferenza[29].

Sia data (vedi figura 20) la circonferenza ACBD di cui si vuole trovare il centro. Bisogna:

Per seguire la dimostrazione occorre immaginare tracciati (anche se non necessari alla costruzione) i punti:

Nella spiegazione che segue omettiamo, per brevità, di dimostrare che i punti A, J, K, O, E, B ed H appartengono tutti al diametro suddetto:

da cui si ricava

Determinazione delle radici quadrate

[modifica | modifica wikitesto]

Dato un segmento di lunghezza unitaria AO, per determinare segmenti di lunghezza proporzionale alle radici quadrate da 2 a 10 Mascheroni propone una costruzione (vedi figura 21) che richiede l'uso di solo tre compassi ad apertura fissa (o di un compasso regolabile, da usare con tre sole aperture):

Fig. 21: determinazione delle radici quadrate da 2 a 10

Dato quindi un segmento AO di lunghezza unitaria, occorre:

In questo schema sono riportati alcuni punti già identificati precedentemente, nelle costruzioni relative divisione della circonferenza:

Inoltre:

La tabella che segue illustra le lunghezze così determinate:

Radicando Segmento Lunghezza
Fig. 22: determinazione delle radici quadrate da 11 a 15

Le radici quadrate di numeri superiori a 10 richiedono un passaggio in più. Per determinare segmenti di lunghezza compresa fra e il metodo proposto da Mascheroni è indicato in figura 22:

Con lo stesso metodo si possono trovare:

Radici quadrate di numeri maggiori richiedono ulteriori passaggi per cui, in semicirconferenze di diametri di lunghezza superiore a 6, si inscrivano i triangoli rettangoli dei il quali un cateto abbia lunghezza pari a una delle radici precedentemente determinate.

Costruzioni approssimate

[modifica | modifica wikitesto]

L'ultimo capitolo de La Geometria del compasso è dedicato a costruzioni approssimate: si tratta di quelle costruzioni, come l'estrazione della radice cubica di 2, che non possono essere realizzate in modo esatto con l'uso solo della riga e del compasso (o meglio, del solo compasso). Mascheroni cerca di ottenere la massima precisione possibile per ottenere, fra gli altri, i seguenti risultati:

Valore cercato Errore
Angolo di 0,25° (15 primi) < 0,000005°
Radiante < 0,0006°
Lato di un quadrato di area pari a un cerchio dato
(quadratura del cerchio)
~ 0,02%
Spigolo di un cubo di volume pari a una sfera data ~ 0,03%
Raggio di una sfera di volume pari a un cubo dato ~ 0,08%
Radice cubica di 2
(duplicazione del cubo)
~ 0,07%

Conclusione

[modifica | modifica wikitesto]

Le costruzioni di Mascheroni presentate nei paragrafi precedenti sono solo una piccola parte della sua opera. Ricordiamo che il suo libro non è stato scritto solo per scopi teorici, ma voleva anche rappresentare un manuale di disegno rivolto a coloro che avevano bisogno di ottenere risultati pratici di alta precisione. Scrive infatti, a conclusione del suo libro:

« E qui sia fine ormai a questa Geometria del Compasso, che se non dispiacerà ai Geometri, e se potrà in qualche modo servire agli Artisti, ai Disegnatori, e specialmente ai Divisori de' cerchi per gli usi Geografici ed Astronomici; io mi troverò della lunga noia divorata nel comporla abbastanza ricompensato. »

Note

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Mascheroni fa riferimento all'elettrolisi dell'acqua, scoperta pochi anni prima della stesura del suo libro
  2. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Postulato 1, letteralmente: « Risulti postulato: che si possa condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto »
  3. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Postulato 2, letteralmente: « E che una retta terminata si possa prolungare continuamente in linea retta »
  4. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Postulato 3, letteralmente: « E che si possa descrivere un cerchio con qualsiasi centro ed ogni distanza »
  5. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 1: « Su una retta terminata data costruire un triangolo equilatero »
  6. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 2: « Applicare ad una retta data una retta uguale ad una retta data »
  7. ^ « ... sapendo la molestia e il pericolo d'errare, che nasce dall'allargare e stringere il compasso a varie aperture precise; noi procureremo di sciogliere i problemi col minimo numero possibile di aperture di compasso. Sarà anche meglio avere in pronto tali compassi fedeli, come li chiamano, ossia tali, che uno si possa assicurare, che conservino appunto l'apertura data; quante sono le aperture, che richiede la soluzione del problema. poiché accadrà spesso, che dovremo adoperar più volte la stessa apertura dopo averne adoperata una o più altre; così senza allargare o stringere un sol compasso, ripiglieremo quell'altro compasso messo da parte, che la conserva. »
  8. ^ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 26: « In cerchi uguali angoli uguali insistono su archi uguali, sia che essi siano angoli al centro o alla circonferenza »
  9. ^ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 27: « In cerchi uguali angoli che insistano su archi uguali sono uguali fra loro, sia che essi siano al centro od alla circonferenza »
  10. ^ Euclide, Elementi, Libro IV, Proposizione 15: « Inscrivere in un cerchio dato un esagono equilatero ed equiangolo »
  11. ^ Euclide, Elementi, Libro V, Proposizione 6: « Inscrivere un quadrato in un cerchio dato »
  12. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 48: « Se in un triangolo il quadrato di uno dei lati è uguale alla somma dei quadrati dei rimanenti lati del triangolo, l'angolo che è compreso dai due rimanenti lati del triangolo è retto »
  13. ^ Il metodo di Euclide è descritto qui
  14. ^ Euclide, Elementi, Libro XIII, Proposizione 10: « Se si inscrive in un cerchio un pentagono equilatero, il quadrato del lato del pentagono è uguale alla somma dei quadrati dei lati dell'esagono e del decagono equilateri che siano inscritti nello stesso cerchio ». Questa proposizione non viene usata da Euclide per risolvere problemi di geometria piana, bensì nella costruzione dell'Icosaedro (Elementi, Libro XIII, Proposizione 16)
  15. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 10: « Dividere per metà una retta terminata data »
  16. ^ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 30: « Dividere per metà un arco dato »
  17. ^ a b Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 34: « I parallelogrammi hanno lati ed angoli opposti uguali fra loro [...] »
  18. ^ Euclide, Elementi, Libro II, Proposizione 12: « Nei triangoli ottusangoli il quadrato del lato opposto all'angolo ottuso è maggiore, rispetto alla somma dei quadrati dei lati comprendenti l'angolo ottuso, del doppio del rettangolo compreso da uno dei lati che contengono l'angolo ottuso e della proiezione dell'altro su esso »
  19. ^ a b Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 31: « In un cerchio, l'angolo alla circonferenza inscritto nel semicerchio è retto [...] »
  20. ^ a b Euclide, Elementi, Libri VI, Proposizione 4: « Nei triangoli aventi angoli rispettivamente uguali i lati che comprendono gli angoli uguali sono proporzionali »
  21. ^ a b c Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 8: « Se due triangoli hanno due lati rispettivamente uguali a due lati, ed hanno anche la base uguale alla base, avranno uguali anche gli angoli compresi dai lati uguali ». Questo enunciato è oggi conosciuto come terzo criterio di uguaglianza dei triangoli
  22. ^ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 12: « Ad una data retta illimitata, da un punto dato ad essa esterno, condurre una linea retta perpendicolare »
  23. ^ a b Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 29: « Una retta che cada su rette parallele forma angoli alterni uguali fra loro, l'angolo esterno uguale all'angolo interno ed opposto [...] »
  24. ^ Euclide, Elementi, Libro VI, Proposizione 6: « Se due triangoli hanno un angolo uguale ad un angolo, e proporzionali i lati comprendenti i due angoli uguali, i triangoli saranno fra loro equiangoli »
  25. ^ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 1: « Trovare il centro di un cerchio dato »
  26. ^ Euclide, Elementi, Libro IV, Proposizione 5: « Circoscrivere un cerchio ad un triangolo dato »
  27. ^ il raggio scelto deve essere minore del diametro del cerchio e maggiore del suo quarto
  28. ^ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 9: « Se si prende un punto internamente ad un cerchio, e dal punto possono condursi alla circonferenza più di due segmenti uguali, il punto preso è il centro del cerchio »
  29. ^ Vedi ad es. in Piergiorgio Odifreddi, Riga o compasso? Le Scienze n. 521 (gennaio 2012), p. 18
  30. ^ Euclide, Elementi, Libro VI, Proposizione 8: « Se in un triangolo rettangolo si conduce la perpendicolare dell'angolo retto sulla base, la stessa perpendicolare divide il triangolo in due triangoli simili a tutto quanto il triangolo e fra loro »

Bibliografia

[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]