La lingua è conosciuta solo attraverso alcune iscrizioni che furono redatte nell'alfabeto di Lugano, una delle cinque principali varietà di alfabeto italico settentrionale derivato dall'alfabeto etrusco. Queste iscrizioni furono scoperte nell'area intorno a Lugano, comprendente anche il lago di Como e il lago Maggiore. Scritture simili furono usate per il retico e il venetico.
La migliore testimonianza ci è data dalla famosa stele di Prestino, sede dell'antica Comum, uvamokozis pliale u uvltiauiopos ariuonepos sites tetu.
Il raggruppamento di tutte queste iscrizioni in una singola lingua celtica è discusso: alcune (specialmente le più antiche) vengono considerate scritte in una lingua non-celtica affine al ligure (Whatmough 1933, Pisani 1964). Secondo questa opinione, che fu prevalente fino al 1970, leponzio è il nome corretto per la lingua non-celtica, mentre la lingua celtica deve essere chiamata lingua gallica cisalpina.
Seguendo l'opinione di Lejeune (1971),[7] l'idea prevalente divenne che il leponzio deve essere classificato come lingua della famiglia celtica,[8] sebbene sia probabilmente divergente quanto il celtiberico, e in ogni caso abbastanza distinto dal gallico cisalpino. Solo negli ultimi anni, c'è stata una tendenza a identificare il leponzio e il gallico cisalpino come una sola e medesima lingua.
Mentre la lingua è così chiamata dal nome della tribù dei Lepontii, che occupavano parti della Rhaetia (nelle moderne Alpi centrali), confinanti con la Gallia Cisalpina, il termine è normalmente usato da molti celtisti in riferimento a tutti i dialetti celtici dell'antica Italia. Questo uso è messo in discussione da coloro che continuano a ritenere che i Lepontii siano una delle diverse tribù indigene delle Alpi, abbastanza distinta dai Galli che invasero la Pianura Padana in tempi storici.
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^LinguistList: Lepontic, su linguistlist.org. URL consultato l'8 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2011).
^John T. Koch (ed.) Celtic culture: a historical encyclopedia ABC-CLIO (2005) ISBN 978-1-85109-440-0
^Basata primariamente sull'analisi dei testi di Prestino e Velate e confermata poi dagli ulteriori studi di M. Tibiletti Bruno, A. L. Prosdocimi e C. De Simone.
^Il leponzio è "un determinato alfabeto notante una lingua celtica" diffusa nell'area dei laghi lombardi. (Aldo Luigi Prosdocimi).
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