Metrofane III | |
---|---|
Patriarca ecumenico di Costantinopoli | |
Elezione | 1565 1579 |
Fine patriarcato | 1572 9 agosto 1580 |
Predecessore | Josafat II Geremia II |
Successore | Geremia II |
Consacrazione episcopale | 1546 |
Nome | Manuele o Giorgio |
Nascita | 1520 |
Morte | Costantinopoli 9 agosto 1580 |
Sepoltura | Chiesa della Theotokos Pammacaristos |
Metrofane III di Bisanzio (in greco Μητροφάνης Γ΄ o Βυζάντιος?; 1520 – Costantinopoli, 9 agosto 1580) è stato un arcivescovo ortodosso bulgaro, patriarca ecumenico di Costantinopoli per due volte: dal 1565 al 1572 e dal 1579 alla sua morte.
Metrofane nacque nel 1520 da mercante bulgaro nel villaggio di Agia Paraskevi (ora parte di Istanbul)[1], da dove prese il cognome Byzantios (di Bisanzio). Il suo nome di nascita potrebbe essere Manuele[1] o Giorgio[2].
Nel 1546 fu nominato metropolita di Cesarea dal suo amico il patriarca Dionisio II, che lo mandò successivamente a Venezia per raccogliere fondi, ma Metrofane andò anche a Roma ed incontrò il papa. Nel 1548 questa notizia destò grande preoccupazione in una parte della popolazione greca di Costantinopoli, che scaturì in rivolte e in un tentativo di uccidere Dionisi, considerato colpevole alla pari di Metrofane[2]. Dionisio rischiò di essere deposto, ma nessuna azione fu intrapresa contro di lui perché godeva dell'appoggio di Solimano il Magnifico[3]. Metrofane fu deposto come metropolita di Cesarea, ma nel 1551 ricevette il perdono e si stabilì a vivere nel Monastero della Santissima Trinità nell'isola di Chalki dove si prese cura della biblioteca, ampliandola di nuovi libri[1].
Fu eletto Patriarca la prima volta nel gennaio o febbraio 1565[4] con il sostegno del ricco e influente Michail Kantakouzenos[2]. Regnò per sette anni e cercò di migliorare le finanze del Patriarcato anche attraverso un viaggio in Moldavia. Era un letterato dalla mentalità aperta e ben disposto nei confronti degli occidentali, sia cattolici che protestanti. Nel 1568, Metrofane condannò in una lettera enciclica il maltrattamento degli ebrei a Creta, affermando:
«L'ingiustizia ... indipendentemente da chiunque abbia agito o eseguito contro, è ancora ingiustizia. La persona ingiusta non è mai sollevata dalla responsabilità di questi atti con il pretesto che l'ingiustizia viene fatta contro un eterodosso e non verso un credente. Come ha detto il nostro Signore Gesù Cristo nei Vangeli, non opprimere o accusare falsamente nessuno; non fare alcuna distinzione o dare spazio ai credenti per ferire quelli di un'altra credenza.[5]»
Fu deposto il 4 maggio 1572 quando Michail Kantakouzenos iniziò a sostenere il giovane e brillante Geremia II Tranos. Dopo la sua deposizione, per garantirgli un reddito finanziario, fu nominato vescovo eis zoarkeian (cioè senza obblighi pastorali) di Larissa e Chios, e tornò a vivere nel Monastero della Santissima Trinità nell'isola di Chalki, vicino alla capitale[2].
Dopo i suoi tentativi di tornare sul trono, nel 1573 fu esiliato sul Monte Athos. Sei anni dopo, in seguito all'esecuzione di Michail Kantakouzenos e dell'omicidio del visir Mehmed, Geremia perse i suoi sostenitori e Metrofane fu re-instaurato con successo sul trono il 25 novembre 1579[6]. Morì pochi mesi dopo, il 9 agosto 1580, e fu sepolto nella chiesa di Pammakaristos, all'epoca cattedrale patriarcale.