Museo archeologico di Candia
Ubicazione
StatoBandiera della Grecia Grecia
LocalitàCandia
Indirizzovia Xanthoudidou 2
Coordinate35°20′22.34″N 25°08′14″E
Caratteristiche
TipoArcheologia
Istituzione1883
Apertura1883
Visitatori555 031 (2018)
[pagina ufficiale Sito web]
La dea dei serpenti (sala IV).
Atleta che salta sul toro (sala VI).
Api su una goccia di miele. Sala VII vetrina n°101.
La parigina.
Il principe dei gigli.

Il Museo archeologico di Candia (anche Museo archeologico di Iraklio o Herakleion: in greco Αρχαιολογικό Μουσείο Ηρακλείου?, Archaiologikó Mouseío Irakleíou) è un istituto per la conoscenza della civiltà minoica, nonché uno dei più grandi e importanti musei della Grecia.[1] Si trova in via Xanthoudidou 2, al centro della città di Candia.

Il museo fu istituito nel 1883 come semplice collezione di antichità. Un edificio apposito fu costruito dal 1904 al 1912 per l'interessamento di due archeologi cretesi, Iosif Hatzidakis e Stefanos Xanthoudidis. Dal 1937 iniziarono i lavori sull'attuale edificio, progettato, con criteri antisismici, dal celebre architetto greco Patroklos Karantinos. Il museo fu danneggiato nel corso della seconda guerra mondiale, ma la collezione sopravvisse intatta e fu nuovamente resa accessibile al pubblico dal 1952. Venne aggiunta una nuova ala nel 1964.

L'edificio conta 22 sale, disposte su due piani; Le collezioni seguono un ordine cronologico. Vi si trovano vari rythoi (vasi per libagioni usati in funzioni religiose), oltre a plastici e ricostruzioni dei principali palazzi minoici. Al secondo piano vi sono i celebri affreschi di Cnosso parzialmente ricomposti.

Il museo è stato riaperto al pubblico il 1º agosto 2013 dopo una in fase di ampliamento e ristrutturazione.

Pianterreno

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Sala I

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La prima sala è dedicata al periodo neolitico e prepalaziale. Nelle vetrine 1 e 2 sono esposti reperti provenienti da Cnosso. Nelle vetrine 3,4,6,7,9 viene presentata lo sviluppo dell'arte della ceramica dal 2800 a.C. al 1900 a.C. Rilevante la collezione di vasi provenienti dal villaggio di Basiliki dai colori nero e rosso. Nelle vetrine 17 e 18 diversi monili da Mochlo, Archanes e dalle grotte di Mesara.

Sala II

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La seconda sala è dedicata al periodo protopalaziale (2000 a.C. - 1700 a.C.). I pezzi di maggior pregio sono vasi nello stile di Kamares provenienti da Festo. Nelle vetrine n° 20, 21° e 21a trovano posto numerose idoli votivi provenienti dai santuari di montagna Nella vetrina n° 25 sono esposte tavolette rappresentanti città minoiche.

Sala III

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Il pezzo più interessante è il disco di Festo con caratteri geroglifici, esposto nella vetrina n° 51 È esposta anche una miniatura del palazzo di Knosso

Sala IV

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La quarta sala comprende reperti provenienti da Festo, Cnosso e Malia. Sono oggetti del periodo neopalaziale. Tra tutti spiccano alcuni capolavori come:

Questi quattro capolavori provengono dal palazzo di Cnosso.

Sala V

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La sala V è anch'essa dedicata al periodo neopalaziale. Fra tutti spicca il vaso con decorazioni in rilievo proveniente dalla necropoli di Katsamba. La dea dei serpenti è un simbolo della dea madre protettrice della fecondità e della maternità.

Sala VI

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Accoglie oggetti rinvenuti nella tomba di Kamilari per lo più in terracotta, fra cui fa spicco il pezzo delle cosiddette danzatrici di Kamilari.

Sala VII

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Appese alle pareti tre asce bipenni provenienti da Niropu Chani. Spiccano tre vasi di libagione provenienti da Aghia Triada:

Nella vetrina 101 sono esposti lavori minuti di oreficeria. Tra questi spicca il gioiello raffigurante due api su una goccia di miele proveniente da una tomba scoperta in una grotta della necropoli di Malia.

Sala VIII

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Nella sala VIII sono esposti reperti del periodo neopalaziale (1700 a.C. 1450 a.C. provenienti dal palazzo di Kato Zakros. Tra i reperti si distinguono:

Sala IX

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Vari oggetti provenienti da scavi effettuati nella prefettura di Lasithi, Gournià (Brocchetta di Gurnià), Pseira Paleocastro e Myrtos. Interessanti vasi provenienti da Paleocastro, raffiguranti varie creature marine.

Sala X

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Reperti del periodo postpalaziale che testimoniano la decadenza dell'arte minoica e la presenza della semplice decorazione lineare dei vasi, tipica del periodo geometrico dell'arte micenea. Vi si trovano numerosi idoli femminili stilizzati, dalle mani alzate ritrovate in località Gazi. Nella vetrina 140 è collocata una collezione di idoli provenienti dal santuario di Agia Triada

Sala XI

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Vi sono esposti altri oggetti del periodo postminoico e protogeometrico in cui compare per la prima volta l'uso del ferro.

Sala XII

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Vasi di Cnosso di colore bianco e decorazioni azzurre e rosso e ceramiche da Arkades e tavolette fittili e in bronzo tra cui spicca un albero sacro con uccelli nella vetrina 162.

Sala XIII

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La sala XIII sulla destra dell'entrata principale, espone una serie di sarcofagi in terracotta databili dal 1440 a.C. al 1000 a.C.

Sala XIX

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Oggetti del periodo arcaico VII secolo a.C. - VI secolo a.C.

Sala XX

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Reperti del periodo ellenistico e romano.

Primo piano

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L'affresco della Tauromachia.

Sala XIII

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Grande sala in cui sono stati ricomposti gli affreschi provenienti da Cnosso.

Sale XV e XVI

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Frammenti di affreschi provenienti da Cnosso, Tyliso, Pseira. Tra gli affreschi ritrovati a Cnosso spiccano:

Sala XVII

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La sala XVII ospita la collezione Giamalakis assai varia, acquisita dallo stato greco nel 1962. Notevole una tavoletta fittile raffigurante il santuario rotondo.

Sala XVIII

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Collezioni dal periodo arcaico fino all'epoca romana. I reperti esposti nelle vetrine 191 - 195 provengono dagli scavi di Gortina, Praiso, Arkades, Paleocastro e Priniàs.
Nelle vetrine 195, 198, 203 sono esposti oggetti in bronzo provenienti dal tempio di Zeus ad Amnisò, dalla grotta Psichros, dalla caverna del monte Ida, da Tyliso e da Axò.

Note

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  1. ^ (ELEN) Heraklion Archaeological Museum, su Hellenic Ministry of Culture, 2012. URL consultato il 18 ottobre 2012.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN158400708 · ISNI (EN0000 0001 2260 1622 · ULAN (EN500300551 · LCCN (ENn89629636 · GND (DE2068055-7 · BNF (FRcb12330476x (data) · J9U (ENHE987007581069005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n89629636