il recupero della tradizione e del rapporto col pubblico;
il superamento delle ingerenze extra-musicali per un ritorno a una forma più pura, autonoma, in cui la musica abbandoni le sue velleità filosofiche o morali per tornare alla sua dimensione autosufficiente e indipendente rispetto ad altre arti o conoscenze, a farsi "gioco", "intuizione", "stile" o Art pour l'Art;
un'esigenza di razionalità, oggettività, rigore espressivo, equilibrio della forma, tutte cose che la musica romantica aveva superato nella sua poetica fortemente soggettivizzante, nonché aperta a contaminazioni provenienti da altri campi artistici come la letteratura o la pittura.
In un importante documento del 1920, Ferruccio Busoni aveva definito così la sua idea di neoclassicismo:
«Per nuova classicità intendo il dominio il vaglio e lo sfruttamento di tutte le conquiste ed esperienze precedenti: il raccoglierle in forme solide e belle. [...] Intendo che musica è in sé e per sé musica, e null'altro. [...] Un terzo elemento, non meno importante, è il rinnegamento della sensualità e la rinuncia al soggettivismo (la via verso - il ritrovarsi dell'autore di fronte all'opera - una via di purificazione, un cammino duro, una prova dell'acqua e del fuoco), la riconquista della serenità: non la smorfia di Beethoven e neppure il 'riso liberatore' di Zarathustra, ma il sorriso del saggio, della divinità: musica assoluta. Non profondità e sentimento e metafisica; ma musica al cento per cento, distillata, non mai nascosta sotto la maschera di figure e concetti presi a prestito da altri campi.[1]»
Gianfranco Vinay distingue cinque modi in cui i propositi neoclassici vengono realizzati dai diversi compositori:[2]
Rievocazione di una stagione "classica" intesa come mitica età di purezza e di trasparenza linguistica non contaminata da influssi romantico-tedeschi (ad es. Le tombeau de Couperin di Maurice Ravel)
Il neoclassicismo raggiunge piena affermazione negli anni Venti del Novecento, ma ha illustri precursori ottocenteschi, tra i quali può essere annoverato Johannes Brahms. Con il suo pressoché totale rifiuto della musica a programma, nonché con la sua aspirazione estetica di un ritorno alle scuole organistiche dell'antica tradizione tedesca, a modelli quindi di più posato e riflessivo contegno espressivo e formale, Brahms rappresenterà da un lato la controparte "classicista" o conservatrice della corrente romantica contrapposta alle istanze innovative di Liszt e Wagner, e dall'altro un'alternativa al cromatismo intenso dell'opera wagneriana. Tale distinzione non deve comunque assumere i toni di una netta scissione, in quanto molti studiosi hanno recentemente rilevato notevoli affinità nei trattamenti armonici delle opere di Brahms e Wagner.
Interessanti riscontri ottocenteschi di molte scelte estetiche neoclassiche, sono rilevabili nell'opera Il bello musicale (1859) di Eduard Hanslick, critico musicale che prenderà parte attiva nel dibattito tardo-ottocentesco schierandosi a fianco di Brahms, a sfavore di Bruckner e Wagner, rivendicando l'impossibilità della musica ad esprimere concetti, idee o sentimenti, ad esprimere cioè qualcosa di diverso da sé.
Guido Salvetti, La nascita del Novecento, Torino, EdT, 1977
Gianfranco Vinay, Stravinsky neoclassico. L'invenzione della memoria nel '900 musicale, Venezia, Marsilio, 1987
In inglese:
Albright, Daniel (2004). Modernism and Music: An Anthology of Sources. Chicago: University of Chicago Press. ISBN 0-226-01267-0.
Busoni, Ferruccio (1957). The Essence of Music, and Other Papers, London: Rockliff.
Cowell, Henry (1933). "Towards Neo-Primitivism". Modern Music 10, no. 3 (Marzo–Aprile): 149–53. Ristampato in Essential Cowell: Selected Writings on Music by Henry Cowell 1921–1964, a cura di Richard Carter Higgins e Bruce McPherson, preface by Kyle Gann, 299–303. Kingston, NY: Documentext, 2002. ISBN 978-0-929701-63-9.
Prokofiev, Sergey (1991). Short Autobiography, translated by Rose Prokofieva, revised e corrected by David Mather. In Soviet Diary 1927 and Other Writings. London: Faber and Faber. ISBN 0-571-16158-8
Samson, Jim (1977). Music in Transition: A Study of Tonal Expansion and Atonality, 1900–1920. New York: W. W. Norton & Company. ISBN 0-393-02193-9.
Stravinsky, Igor (1970). Poetics of Music in the Form of Six Lessons, Harvard College, 1942. Cambridge: Harvard University Press. ISBN 0-674-67855-9.
Walsh, Stephen (2001). "Stravinsky, Igor", The New Grove Dictionary of Music and Musicians, seconda edizione, a cura di Stanley Sadie e John Tyrrell. London: Macmillan Publishers.
Whittall, Arnold (1980). "Neo-classicism", The New Grove Dictionary of Music and Musicians, a cura di Stanley Sadie. London: Macmillan Publishers.
Whittall, Arnold (2001). "Neo-classicism", The New Grove Dictionary of Music and Musicians, seconda edizione, a cura di Stanley Sadie and John Tyrrell. London: Macmillan Publishers.