In araldica, la suddivisione dei colori in tre gruppi non è solo formale, ma è giustificata dalla preoccupazione «tecnica» di leggibilità, espressa dalla regola detta «di contrasto dei colori», che si esprime come:

«mai metallo su metallo, né colore su colore».

Questa regola dovrebbe, più correttamente, essere definita come Regola di contrasto degli smalti, ma è consuetudine mantenere la forma originaria di diretta derivazione francese, lingua in cui il termine couleur è equivalente all'italiano smalto.

Se si considera la caratteristica dei metalli di avere aspetto chiaro, pallido e quella dei colori di avere aspetto deciso, profondo e intenso, la legge potrebbe essere formulata così:

«mai colore tenue su tenue, né colore intenso su intenso», il che definisce con tutta evidenza l'obbligo di contrasto che permetta una buona visibilità.
Nota 1. Le pellicce, composte da un colore e da un metallo sfuggono naturalmente a tale regola. Infatti esse possono essere poste indifferentemente sopra o sotto un metallo, un colore o anche un'altra pelliccia.
Nota 2. La regola utilizza «su» e non «a fianco» e dunque riguarda i carichi (che vengono posti sul campo o su un altro carico) e non le partizioni, che dividono un campo o un carico in zone adiacenti ma considerate allo stesso livello.
Alcuni autori hanno voluto estendere la regola anche alle partizioni ma, per alcune, è impossibile rispettarla, e la concreata realtà dei blasoni mostra che tale estensione non può costituire se non una linea di tendenza. Una tale tendenza è forte nel caso delle ripartizioni.
Peraltro, a complicare ulteriormente la situazione, non è sempre immediato capire se una figura sia «su» oppure «a fianco».

Eccezioni

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(Per semplificare, gli esempi seguenti non contengono delle pellicce, che sfuggono alla regola)

1. Eccezioni dovute alla composizione.

1. Ébreuil:     2. Poitou-Charentes:     3. Corsica:

2. Eccezioni legate alla storia.

1. Lione:     2. Artois:

3. Eccezioni che sono di fatto delle trasgressioni.

Queste trasgressioni sono spesso spiegate dall'arroganza del possessore, che lo pretendeva per il suo carattere «al di sopra delle leggi».

1: Gerusalemme / G. di Buglione:     2: Regno albanese:

Questi blasoni irregolari sono blasonati a inchiesta perché invitano a ricercare la ragione di questo strappo alle regole, ragione in genere gloriosa o perfino mitica (e dunque non verificabile).

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