La rivista Studi danteschi è una rivista nata nel 1920, per iniziativa di Michele Barbi finalizzata a raccogliere e a pubblicare gli articoli scientifici riguardanti Dante Alighieri[1].
Studi danteschi | |
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Stato | Italia |
Lingua | Italiano |
Periodicità | periodico (fino al 1957), annuale (dal 1957 ad oggi) |
Genere | rivista letteraria |
Fondatore | Michele Barbi |
Fondazione | 1920 |
Sede | Firenze |
Editore | Società Dantesca Italiana |
Direttore | Antonio Lanza |
Condirettore | Lino Pertile |
Vicedirettore | Paola Allegretti |
Redattore capo | Paola Allegretti - Elisabetta Benucci |
ISSN | 0391-7835 | e 2284-0508
Sito web | dantesca.it |
In previsione delle celebrazioni per il seicentenario della morte di Dante (1921), il filologo dantista Michele Barbi, già incaricato di curare l'edizione nazionale delle opere del Sommo Poeta, fondò la rivista Studi Danteschi. Due anni dopo, quando il Bullettino della Società Dantesca Italiana cessò di essere pubblicato[2], gli Studi Danteschi assolsero al compito di diffondere il patrimonio culturale e spirituale dell'Alighieri in Italia e nel resto del Mondo[3], secondo un preciso dettame metodologico dettato dallo stesso Barbi ne I nostri propositi:
«Dare notizie utili e nuove, desunte dalle fonti prime; togliere errori di fatto e d'apprezzamento, risalendo, attraverso i copiaticci, ai documenti originali; combattere pregiudizi tradizionali, ritornando alla parola di Dante rettamente interpretata col sentimento storico dei tempi, con la visione compiuta di ciò che fu nel pensiero e nell'anima di lui nei vari momenti della sua vita; contribuire con nuove e più profonde indagini a una illustrazione più sicura e precisa della vita e delle opere del grande autore... far conoscere della letteratura dantesca dei secoli scorsi quello che meriti diffusione e giovi a mettere lo studioso di Dante in condizione di adempiere meglio il suo ufficio»
Nel 1943, con la morte del Barbi, la rivista cessò momentaneamente la propria attività a causa della guerra[4]. Solo nel 1949 riprese la propria attività e la direzione passò nelle mani di Mario Casella, che la tenne fino al 1956[1][3]. Gli succedette Gianfranco Contini, il quale decise di pubblicare un unico volume all'anno[1]. Contini tenne le redini della redazione fino al 1971, quando gli si affiancò Francesco Mazzoni. Quest'ultimo divenne unico direttore nel 1981, rimanendo in carica fino al 2011, aiutato negli ultimi dieci anni da Guglielmo Gorni e Rosetta Migliorini Fissi. Dopo una breve parentesi di Enrico Ghidetti, attualmente sono direttori Antonio Lanza e Lino Pertile[3].