Bayezid I
Sultano dell'Impero ottomano
In carica15 giugno 1389 –
28 luglio 1402
PredecessoreMurad I
SuccessoreInterregno ottomano, poi Mehmed I
TrattamentoPadiscià
NascitaEdirne, 2 luglio 1354
MorteAkşehir, 8 marzo 1403 (48 anni)
Luogo di sepolturaMoschea di Bayezid I, Bursa
DinastiaOttomana
PadreMurad I
MadreGülçiçek Hatun
ConsorteDevlet Hatun
Devletşah Hatun
Olivera Despina Hatun
Hafsa Hatun
Altre
FigliSüleyman Çelebi
Isa Çelebi
Musa Çelebi
Mehmed I
Mustafa Çelebi
Altri
ReligioneIslam
Firma

Bayezid I, anche detto Beyazit, Bajazet o Baiasette[1] (in turco soprannominato Yıldırım, dove Yıldırım - ییلدیرم - significa in turco ottomano "Fulmine"; Edirne, 2 luglio 1354Akşehir, 8 marzo 1403[2]), fu sultano dell'Impero ottomano dal 1389 al 1402.

Biografia

Figlio di Murad I e di Gülçiçek Hatun, ascese al trono dopo la morte del padre nella prima battaglia di Kosovo Polje e appena fu incoronato fece strangolare il fratello più giovane Yakub per impedirgli di organizzare un colpo di Stato.

Si guadagnò il suo soprannome Yildirim ("La Folgore") nel 1386, dopo la vittoria sul beilikato di Karaman.

Nel 1390 affrontò la minaccia ungherese che proveniva da nord, i serbi acconsentirono a diventare i vassalli dell'Impero ottomano e Bayezid prese in moglie Olivera Despina, che era la figlia del principe Lazar di Serbia: questo matrimonio consentirà ai suoi discendenti di avanzare pretese dinastiche sulla Serbia. Riconobbe Stefano Lazarević, il figlio di Lazar come nuovo Re della Serbia, concedendogli una considerevole autonomia.

Nel 1394 Bayezid attraversò il fiume Danubio, conducendo con sé un grande esercito, e attaccò la Valacchia, che a quel tempo era governata da Mircea il Vecchio. Gli ottomani erano quattro volte superiori di numero in confronto ai Valacchi, ma il 10 ottobre 1394, nella battaglia di Rovine, i Valacchi ebbero la meglio, l'esercito di Bayezid fu decimato e quest'ultimo dovette ritirarsi al di là del Danubio con i resti della sua armata.

Nel 1391 Bayezid assediò Costantinopoli, che era la capitale dell'ormai decadente Impero bizantino, ma non riuscì ad espugnarne l'imprendibile cerchia di mura. Su richiesta dell'Imperatore bizantino Giovanni V Paleologo una nuova crociata fu organizzata per sconfiggere Bayezid I. Nel 1396 i crociati si misero in marcia, guidati dal re ungherese e futuro imperatore germanico (nel 1410) Sigismondo di Lussemburgo, ma furono sconfitti nella battaglia di Nicopoli. Per festeggiare questa vittoria Bayezid costruì la "Grande Moschea" (Ulu Camii) a Bursa.

L'assedio di Costantinopoli continuò fino al 1401. L'Imperatore Manuele II Paleologo lasciò la città per l'Europa in cerca di aiuto, ma la salvezza per la città arrivò grazie a un inatteso attacco dei Timuridi all'Impero ottomano.

Stanisław Chlebowski, Bayezid prigioniero di Tamerlano, 1878, olio su tela, Leopoli, Galleria d'Arte.

Nel 1400, Tamerlano, capo dei Turco-Mongoli del "Mā warāʾ al-nahr" (Transoxiana), aveva sottomesso i regni locali, precedentemente conquistati dagli Ottomani, e li unì in una lega contro Bayezid. Il 28 luglio del 1402, nella battaglia di Angora, Bayezid e il suo esercito furono sconfitti e il sultano catturato da Tamerlano. I figli di Bayezid I fuggirono in Serbia, dove rimasero fino alla morte di Tamerlano. Alcune fonti coeve sostengono che Tamerlano rinchiuse Bayezid in una gabbia come un trofeo. Inoltre, ci sono molti aneddoti circa la prigionia di Bayezid, compreso uno che narra come Tamerlano lo avesse usato come poggiapiedi;[3] in un altro si narra che Tamerlano abbia fatto danzare (o servire a mensa le bevande) la moglie di Bayezid nuda di fronte alla sua corte. Tuttavia, queste voci sono ritenute false; i cronisti della corte di Tamerlano narrano anzi che Bayezid fu trattato con riguardo e che Tamerlano pianse persino la sua morte. Inoltre, Tamerlano aveva pensato di ristabilire Bayezid I sul trono dell'Impero ottomano, notizia verosimile se si guarda all'atteggiamento da lui tenuto nei confronti di altri capi sconfitti.

Un anno dopo essere stato catturato, Bayezid morì: secondo alcuni resoconti si sarebbe suicidato, fracassandosi la testa contro le sbarre di ferro della sua gabbia, altri invece sostengono che avrebbe assunto il veleno racchiuso nel suo anello, altri ancora che sarebbe deceduto di morte naturale, per apoplessia.

Famiglia

Consorti

Bayezid I aveva almeno sei consorti:[4][5][6][7]

Figli

Bayezid I aveva almeno otto figli:[8]

Figlie

Bayezid I aveva almeno cinque figlie:[7]

Musica

Antonio Vivaldi scrisse nel 1735 l'opera Bajazet, nota anche come Il Tamerlano, ispirandosi alla vicenda della prigionia del sultano presso il sovrano turco-mongolo.

Note

  1. ^ Storia dei francesi: 15, Tip. Elvetica, 1839. URL consultato il 30 agosto 2022.
  2. ^ Ducas,  XXII [7].
  3. ^ voce che era corsa già a proposito di Valeriano, catturato da Sapore
  4. ^ (EN) Muzaffer Özgüles, The Women Who Built the Ottoman World: Female Patronage and the Architectural Legacy of Gulnus Sultan, Bloomsbury Publishing, 30 giugno 2017, ISBN 978-1-78672-208-9. URL consultato il 16 gennaio 2023.
  5. ^ Köprülü, Mehmet Fuat (1966). Edebiyat araştırmaları . Türk Tarih Kurumu Basımevi. p. 76.
  6. ^ Öztürk, Necdet (30 gennaio 2014). Osmanli Sosyal Hayati . Işık Yayıncılık Ticaret.
  7. ^ a b Uluçay, M. Çağatay (1985). Padisahların kadınları ve kızları . Türk Tarih Kurumu. pp. 24–25.
  8. ^ Dimitris J. Kastritsis, The sons of Bayezid : empire building and representation in the Ottoman civil war of 1402-1413, Brill, 2007, p. 41, ISBN 978-90-474-2247-1, OCLC 646789664. URL consultato il 16 gennaio 2023.

Bibliografia

Voci correlate

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