Statua colossale del Buddha Śākyamuni in abhayamudrā, denominata Tian Tan Buddha, o Tiān Tán Dà Fó, situata a Ngong Ping (Hong Kong, Cina); la statua sovrasta il monastero Po Ling (o Baolian), che si trova sull'isola Lantau.
Vajrasattva Buddha, Tibet. La mano destra regge un vajra, un oggetto rituale che nel Buddismo Vajrayāna rappresenta i "mezzi abili" (upāya); la mano sinistra regge una campana (ghaṇṭa) che indica invece la saggezza ultima (prajñā) la quale corrisponde alla vacuità (śunyātā).

Un buddha, anche budda in italiano[1][2], è, secondo il Buddismo, un essere che ha raggiunto il massimo grado dell'illuminazione (bodhi).

Etimologia

In sanscrito e pāli Buddha (बुद्ध); cinese Fotuo (佛陀S, FótuóP), abbreviato (S); giapponese Butsuda (仏陀?) abbreviato Butsu (?); coreano Bulta (불타) abbreviato Bul (불); vietnamita Phật-đà abbreviato Phật - tibetano Sangs-rgyas. Buddha è il participio passato del sanscrito budh, prendere conoscenza, svegliarsi. Buddha significa quindi "risvegliato", con riferimento al passaggio della coscienza dalla condizione di sonno (ὕπνος, hýpnos) alla condizione di piena realizzazione.

Il Buddha secondo le scuole del Buddismo dei Nikāya e secondo il Buddismo Theravāda

Lo stesso argomento in dettaglio: Buddismo dei Nikāya e Buddismo Theravāda.

Un buddha, secondo le scuole che non accolgono le dottrine Mahāyāna e i relativi sutra ovvero che ritengono canonici solo gli insegnamenti contenuti negli Āgama-Nikāya, negli Abhidharma e nei Vinaya, è un essere che dopo aver trascorso diverse vite come bodhisattva si è progressivamente liberato dagli attaccamenti e dal saṃsāra, conseguendo la liberazione nel corso della sua ultima vita, ed è entrato nel nirvāṇa. Nonostante la liberazione dal saṃsāra, egli è soggetto alla malattia, alla vecchiaia e alla morte. Il corpo fisico di un buddha è contraddistinto dai Trentadue segni maggiori (o "Trentadue caratteristiche della perfezione", sanscrito Dvātrimāśadvaralakṣaṇa) che tuttavia sono visibili solo a chi ha purificato in modo sufficiente il proprio karma.

Quando un buddha muore (entra nel parinirvāṇa), non è più individuabile nel mondo, ma lascia delle reliquie del suo corpo (śarīra), che divengono oggetto di venerazione in particolar modo per i praticanti laici (upāsaka), i quali, per mezzo di questa pratica di venerazione, acquisiscono dei meriti per le rinascite future. Ma ciò che rimane di un buddha dopo il suo parinirvāṇa è soprattutto il corpo del suo insegnamento (dharmakāya), contenuto nelle dottrine che ha tramandato e nelle raccolte dei suoi sermoni (Āgama-Nikāya). Non tutti i buddha espongono necessariamente le stesse identiche dottrine. Queste scuole, oltre che riconoscere il buddha storico (Gautama Buddha), accettano la passata esistenza di buddha precedenti (vedi più avanti) e di un buddha futuro, Maitreya.

Il Buddha secondo le scuole del Buddismo Mahāyāna

Lo stesso argomento in dettaglio: Buddismo Mahāyāna.

Negli insegnamenti mahāyāna il buddha storico (Gautama Buddha, qui spesso denominato come Buddha Śākyamuni) si è manifestato sulla nostra terra con il suo "Corpo di apparizione" (nirmāṇakāya); quindi, secondo queste dottrine, il Buddha Śākyamuni era già "illuminato" prima ancora di manifestarsi come tale. Il Buddha Śākyamuni, come qualsiasi altro buddha, ha completato il cammino lungo le dieci terre (bhūmi) dei bodhisattva ottenendo il corpo assoluto (dharmakāya) e, per il bene degli esseri senzienti, ha acquisito anche i "corpi della forma" (rūpakāya) che consistono del saṃbhogakāya ("Corpo della fruizione", dotato dei Trentadue segni maggiori di un Buddha, percepito tuttavia solo dai bodhisattva che hanno raggiunto le ultime tre terre) e il nirmāṇakāya (Corpo di apparizione) percepito invece da tutti esseri senzienti. I buddha appaiono quindi con il nirmāṇakāya che è un corpo di sola apparenza con cui si manifestano nei mondi dimostrando la loro illuminazione e insegnando il Dharma. Questo insegnamento si compone di "Tre giri della Ruota del Dharma" (tridharmacakra):

  1. il primo giro della Ruota del Dharma corrisponde agli insegnamenti delle Quattro nobili verità ed è destinato agli śrāvaka e ai pratyekabuddha dello Hīnayāna;
  2. il secondo giro della Ruota del Dharma corrisponde agli insegnamenti contenuti nei Prajñāpāramitā Sūtra e riguardano in particolar modo la dottrina della vacuità (śunyātā);
  3. il terzo giro della Ruota del Dharma corrisponde agli insegnamenti relativi al tathāgatagarbha ovvero sulla Natura-di-Buddha presente in tutti gli esseri senzienti.

Gli insegnamenti del secondo e del terzo giro della Ruota del Dharma sono riservati ai soli bodhisattva, ovvero a coloro che sono in grado di comprenderne le rispettive dottrine profonde.

La figura del Buddha, ivi compreso quello storico, va per il Mahāyāna oltre la sua presenza spazio-temporale di questo mondo. Per questa ragione il Mahāyāna e il suo successivo sviluppo, il Buddismo Vajrayāna, hanno elaborato un complesso pantheon di Buddha cosmici (vedi più avanti). Tuttavia Paul Williams[3] nota come negli stessi insegnamenti Mahāyāna tutti questi buddha sono vuoti di esistenza intrinseca a tal punto che, citando il Ratnakūṭasūtra[4], per evitare che alcuni bodhisattva fossero prigionieri delle credenze sulla esistenza intrinseca dei Buddha, il bodhisattva della saggezza Mañjuśrī cercò di uccidere lo stesso Buddha Śākyamuni con la sua spada affilata.

Tipi di Buddha

Buddha precedenti

Il Buddha Śikhin in una xilografia tibetana.
Il Buddha Viśvabhuj in una xilografia tibetana.

Nella tradizione del Buddismo dei Nikāya e nel Buddismo Theravāda, ma anche nel Buddismo Mahāyāna e Vajrayāna, si riconoscono sei Buddha del passato che avrebbero preceduto Gautama Buddha. Essi sono considerati tutti buddha umani (mānuṣibuddha).

Questi sei, più il Buddha storico (denominato Gautama Buddha o anche Buddha Śākyamuni) sono noti tradizionalmente come i Sette Buddha del passato (sanscrito: sapta-tathāgata; 過去七佛 cinese: guōqù qīfó; giapponese: kako shichibutsu; coreano: kwagŏ ch'ilbul)[5] e raffigurati collettivamente sia in ambito Mahāyāna che nella tradizione Theravāda. Talora nell'iconografia del Buddismo Vajrayāna sono invece portati a otto, includendo così Maitreya e spostando la devozione dal passato a una dimensione atemporale. A questa lista di sei buddha antecedenti, una tradizione posteriore ne fa precedere ulteriori 18, tutti buddha umani.

  1. Dīpaṃkara (pāli Dīpankara);
  2. Kauṇḍinya (pāli Koṇḍañña);
  3. Maṃgala (pāli Maṃgala);
  4. Sumanas (pāli Sumana);
  5. Raivata (pāli Revata);
  6. Śobhita (pāli Sobhita);
  7. Anavamadarśin (pāli Anomadassi);
  8. Padma (pāli Paduma);
  9. Nārada (pāli Nārada);
  10. Padmottara (pāli Padumuttara);
  11. Sumedha (pāli Sumedha);
  12. Sujāta (pāli Sujāta);
  13. Priyadarśin (pāli Piyadassi);
  14. Arthadarśin (pāli Atthadassi);
  15. Dharmadarśin (pāli Dhammadassi);
  16. Siddhārtha (pāli Siddhattha);
  17. Tiṣya (pāli Tissa);
  18. Puṣya (pāli Phussa).

Buddha storico

Lo stesso argomento in dettaglio: Gautama Buddha.

Buddha del futuro

Lo stesso argomento in dettaglio: Maitreya.

Buddha cosmici

Bhaiṣajyaguru, il Buddha della medicina in un'antica versione tibetana. La mano destra è posta in basso nel "gesto di accoglienza" (varadamudrā) e tiene un ramo con il frutto del mirobalano (Terminalia bellirica, sans. harītakī) il cui succo è un lassativo. Nella mano sinistra regge un mortaio per preparare le medicine. Viene indicato anche come Bhaisajyaguruvaidūryaprabha, "Buddha della medicina dalla luce dei lapislazzuli" per il colore della sua pelle blu intenso.

Helena Blavatsky notò che il pianeta sacro a Buddha è Mercurio, dedicato a Hermes, Dio greco-romano della saggezza, che è anche il significato della parola Buddha. Inoltre, come Hermes era figlio di Giove e Maia, il Buddha storico fu figlio di regina Maya.[11]

Natura del Buddha

La natura di un Buddha è stata oggetto di numerose dottrine nelle varie scuole, anche riguardo alla figura del Buddha storico.

Amitābha Buddha in un dipinto cinese dell'VIII secolo rinvenuto nelle Grotte di Mogao. Amitābha è rappresentato nel suo Paradiso Occidentale (Sukhavātī) circondato da arhat e da bodhisattva. È distinguibile dalle raffigurazioni del Buddha Śākyamuni esclusivamente per il fatto che il suo corpo e avvolto nel colore rosso, il colore del tramonto ovvero dell'Occidente.
Un garbhadhātu-maṇḍala giapponese. Il garbhadhātu-maṇḍala (胎藏界曼荼羅) rappresenta l'insieme dei fenomeni mentali e delle forme dell'universo. Al centro del maṇḍala è posto Mahāvairocana Buddha (大日如來), che rappresenta la "Natura di Buddha" in ogni essere, ed è circondato da quattro buddha (colorati in oro) e quattro bodhisattva (colorati in bianco). Partendo dall'alto e in senso orario: Ratnaketu (宝幢), Samantabhadra (普賢菩薩) Saṃkusumitarāja (開敷華王), Mañjuśrī (文殊菩薩), Amitābha (阿彌陀), Avalokiteśvara (觀自在菩薩), Divyadundubhimeganirghoṣa (天鼓雷音), e Maitreya (彌勒菩薩).

Natura umana

Secondo il buddismo Theravāda, oltre che nelle più antiche interpretazioni, la natura di un Buddha è identica a quella di tutti gli altri esseri senzienti; il corpo del Buddha Gautama era mutevole e instabile come quello di ogni essere umano, ma egli aveva realizzato e reso manifesta la natura immutabile e perfettamente pura e priva di oscurazioni della sua Mente come dhammakāya, che è invece senza limiti e senza tempo, e il suo insegnamento è quindi definitivo.

Natura permanente (Buddha eterno)

Lo stesso argomento in dettaglio: Buddha eterno.

Nel Buddismo Mahāyāna il Buddha, nel suo kāya di Saggezza Suprema (sanscrito: dharmakāya), è al di là dell'espressione concettuale ed è la Natura Ultima o Fondamentale della propria mente nonostante le varie oscurazioni che coprono questa natura e ha la caratteristica della permanenza; nel Sutra del Loto viene sostenuto che il Gautama abbia ottenuto l'Illuminazione innumerevoli kalpa prima e che la sua vita sia senza fine (Natura Permanente e non-composta); questo è un punto fondamentale della dottrina Mahāyāna e nel Tathāgatagarbhasūtra si dice che non comprendere questo concetto sia un grave ostacolo all'ottenimento della bodhi.

Natura-di-Buddha

In molte scuole di derivazione Mahāyāna ogni essere senziente (sanscrito: sattva) è permeato dalla Natura di Buddha (sanscrito: tathāgatagarbha o sugatagarbha o buddhagarbha), una potenzialità innata e permanente che può manifestarsi nella realizzazione della Buddità, cioè si diventa un Buddha come conseguenza delle condizioni necessarie e favorevoli. Ogni essere senziente, quindi, è dotato naturalmente della Natura di Buddha e su tale base potrebbe effettivamente diventare un Buddha sotto la Guida di un buddha o di un guru qualificato, ma questo non è dato per scontato in quanto, se uno non prende Rifugio nei Tre Gioielli (Buddha, Dharma e Saṃgha) e se non pratica appropriatamente, non avrà occasione di diventarlo né di liberarsi dal Saṃsāra.

I Corpi del Buddha

Lo stesso argomento in dettaglio: Trikāya.

Il bodhisattva Maitreya, il futuro Buddha, rappresentato nell'Arte del Gandhāra. La mano destra era posta nel "gesto di incoraggiamento" con il palmo della mano aperto (abhayamudrā) mentre la sinistra regge una bottiglietta (kalaśa) contenente il nettare dell'immortalità (amṛta kalaśa) che rappresenta il nirvana.

I Trentadue segni maggiori di un Buddha

Lo stesso argomento in dettaglio: Dvātrimāśadvaralakṣaṇa.

I dieci poteri di un Buddha

Tutte le scuole buddiste attribuiscono ai buddha, oltre che i Trentadue segni maggiori, anche dieci poteri denominati:

Questi dieci poteri consisterebbero in:

  1. sthānāsthāna-jñāna-bala: potere di distinguere i fatti reali dalle illusioni;
  2. karma-vipāka-jñāna-bala: potere di conoscere gli effetti del karma;
  3. nānādhimukti-jñāna-bala: potere di conoscere i rispettivi desideri e aspirazioni degli esseri senzienti;
  4. nānā-dhātu-jñāna-bala: potere di conoscere i differenti temperamenti degli esseri senzienti;
  5. indriya-parāpara-jñāna-bala: potere di conoscere le capacità intellettive dei differenti esseri senzienti;
  6. sarvatra-gāminī-pratipaj-jñāna-bala: potere di conoscere le vie e gli obiettivi delle pratiche;
  7. dhyāna-vimokṣa-samādhi-samāpatti-jñāna-bala: potere di conoscere tutte le pratiche di liberazione, di meditazione e di assorbimento;
  8. pūrve-nivāsānusmṛti-jñāna-bala: potere di conoscere le esistenze precedenti;
  9. cyuty-upapatti-jñāna-bala: potere di conoscere la morte e le rinascite degli esseri senzienti;
  10. āsrava-kṣaya-jñāna-bala: potere di conoscere come si realizza l'estinzione delle contaminazioni e degli attaccamenti.

Note

  1. ^ Buddha, in Sapere.it, De Agostini.
  2. ^ Budda, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Paul Williams. Buddismo Mahayana. Roma, Ubaldini, 1990, pag. 194-5.
  4. ^ Conservato nel Canone buddista cinese nel Bǎojībù.
  5. ^ Nel Canone buddista cinese questa tradizione è presente, tra gli altri, nel:
    • Dīrghâgama (長阿含經 Cháng āhán jīng);
    • Mahâvadāna-sūtra (七佛父母姓字經 Qīfó fùmǔ xìngzì jīng).
    Una delle prime ricorrenze di questo raggruppamento di sette si riscontr anche nel Atanatiya Sutta, Digha Nikaya 32, PTS: D iii 194, [1]
  6. ^ I cinque buddha trascendenti sono: Vairocana, Akṣobhya, Ratnasaṃbhava, Amitābha e Amoghasiddhi.
  7. ^ Da tener presente che il nostro Nord è considerato nei maṇḍala indiani e nepalesi come Est, mentre in quelli tibetani come Ovest.
  8. ^ Quindi è posto ad Ovest.
  9. ^ La durata di un kalpa medio è di 320 miliardi di anni.
  10. ^ Un kalpa corrisponde a 16 milioni di anni.
  11. ^ Helena Blavatsky, Lamas and Druses (TXT), su Ancient Survivals and Modern Errors, Internet Archive, p. 12.

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