Casalnuovo di Napoli comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Massimo Pelliccia (FI) dal 31-5-2015 |
Territorio | |
Coordinate | 40°55′N 14°21′E / 40.916667°N 14.35°E |
Altitudine | 26 m s.l.m. |
Superficie | 7,83 km² |
Abitanti | 46 801[1] (30-6-2023) |
Densità | 5 977,14 ab./km² |
Frazioni | Casarea, Tavernanova, Licignano |
Comuni confinanti | Acerra, Afragola, Pollena Trocchia, Pomigliano d'Arco, Sant'Anastasia, Casoria, Volla |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80013 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063017 |
Cod. catastale | B905 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 064 GG[3] |
Nome abitanti | casalnuovesi |
Patrono | san Giacomo il Maggiore, san Biagio di Sebaste e san Nicola di Bari |
Giorno festivo | 25 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Casalnuovo di Napoli è un comune italiano di 46 801 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.
Il capoluogo comunale sorge sulle rovine di Archora, uno dei villaggi che avevano dato luogo alla confinante città di Afragola, e comprende anche il soppresso comune di Licignano di Napoli, corrispondente all'insediamento romano di Licinianum. Comprende altresì le località di Tavernanova e Casarea, acquisite nel 1929 per scorporo dai comuni di Pomigliano d'Arco e Afragola.
Il suo substrato è di forma ellittica, prolungamento meridionale del territorio comunale al confine con Volla, Sant'Anastasia e Pollena Trocchia. La parte nordoccidentale è quella più urbanizzata, mentre quella orientale è quasi completamente dedicata al settore agrario. Licignano occupa le campagne orientali e le divide in due grandi zone, mentre Tavernanova si trova a sud, al confine con Pomigliano d'Arco e Arpino, una frazione di Casoria. Il territorio era precedentemente paludoso, ma in seguito alla bonifica borbonica ed alla costruzione del cosiddetto "Lagno dello spirito santo" la zona è stata resa molto più abitabile. Casalnuovo si trova in piena pianura campana. Alcune delle sue zone arrivano addirittura a tredici metri sotto il livello del mare.
Il territorio del comune di Casalnuovo di Napoli è composto da quattro abitati. Il maggiore di tali abitati, la frazione Licignano, composto dai rioni di Licignano superiore, La Pigna e Talona, è la parte più estesa del comune ed è stata un tempo comune a sé con il nome di Licignano, poi Licignano di Napoli. In base all'articolo 1 dello statuto comunale, in applicazione del regio decreto 316/1929, Licignano non è una frazione, ma costituisce parte integrante del capoluogo comunale, denominato Casalnuovo.
Sono invece frazioni Tavernanova e Casarea. Tutte e quattro le località abitate costituiscono un'unica conurbazione, ma Tavernanova e Casarea hanno tratti distintivi che le rendono ben identificabili come centri abitati a parte, a differenza di Licignano, che è divenuta sostanzialmente un grande quartiere residenziale, anche se presenta l'unica parte storica del comune.
Il clima è quello tipico mediterraneo, caratterizzato da estati molto calde ed inverni non molto rigidi. Di solito, però, in inverno la città viene investita da temporali che fanno parte delle perturbazioni atlantiche che vanno a investire le coste Tirreniche. Violenti temporali possono anche esserci in estate o in primavera a causa degli sconfinamenti di temporali di calore formatosi sull'Appennino campano. In estate il clima è molto arido e si sfiorano i 40 °C.
Il centro abitato sorge sulle rovine di Archora, uno dei villaggi dai quali aveva tratto origine la città di Afragola.[4] Agli inizi del XV secolo fu baronia acquisita da Giovanni (III) de Alexandro, del Casato d'Alessandro residente in Terra di Lavoro e Napoli, e citato come Gran Camerario di Calabria (1415), Maresciallo del Regno e Giustiziere degli Scolari e consigliere della regina Giovanna II di Napoli.[4][5] Nel 1484 Angiolo Como ebbe in concessione da Ferdinando I d'Aragona il territorio delle rovine del villaggio, in precedenza di proprietà del barone di Afragola, Cesare Maria Capece Bozzuto, su cui sorse un nuovo abitato.[4] Questo fu riconosciuto quale casale dell'arcidiocesi di Napoli con il nome di Casalnuovo.[4]
È situato a ridosso del capoluogo campano, di cui anticamente costituiva un casale.[4]
Con la riforma urbanistica di Gioacchino Murat, i casali di Casalnuovo e Salice, insieme con il casale di Arcopinto (zona oggi suddivisa fra tre comuni) e il casale di Afragola (casale che ricomprendeva, peraltro, vecchi casali disciolti come ad esempio Casavico e Cantariello), confluirono nel comune di Afragola.[4]
Il territorio comunale di Casalnuovo venne ampliato con regio decreto del 25 febbraio 1929, n. 316,[6] con l'accorpamento dell'allora comune di Licignano di Napoli (il quale in questo modo cessava di esistere come comune autonomo) e l'aggiunta di parti di territorio appartenenti ai comuni di Afragola e Pomigliano d'Arco.[4] In particolare, Licignano era stata frazione di Pomigliano d'Arco, poi comune a sé stante con il nome di Licignano, poi ancora frazione di Acerra e in seguito nuovamente comune a sé stante con il nome di Licignano di Napoli, fino a divenire, oggi, piccola frazione dello stesso comune di Casalnuovo di Napoli nell'ambito del ridisegno amministrativo voluto dal fascismo.[4]
Negli anni cinquanta, per scorporo dal comune di San Sebastiano al Vesuvio, al comune di Casalnuovo di Napoli si sono aggiunte le frazioni di Tavernanova e Casarea (si pronuncia Casarèa), mentre la località Botteghelle, tra Casalnuovo di Napoli e Tavernanova, ha continuato a far parte del comune di Afragola fino agli anni settanta.[4] Alla fine degli anni novanta, il comune di Casalnuovo ha ottenuto un'ulteriore porzione del territorio già appartenente al comune di Afragola nell'ambito del programma compensativo dell'impatto ambientale determinato dalla stazione ferroviaria dell'alta velocità di Afragola sul territorio dei comuni vicini.[4]
Abitanti censiti[9]
Il 60% della popolazione proviene da Napoli, soprattutto nella zona di Tavernanova.
N.B.: fino al censimento del 1921 incluso questi dati sono disaggregati da quelli del comune di Afragola (disaggregazione effettuata dall'ISTAT).
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 664 abitanti, pari all'1,44% della popolazione.[10]
La città presenta molte parrocchie, ma anche cappelle, le principali: San Giacomo Apostolo il Maggiore (Santo Patrono) e San Nicola di Bari (Patrono di Licignano). Oltre a quelle cattoliche sono presenti anche chiese cristiane evangeliche e una sala del regno dei testimoni di Geova. È da sottolineare che la città ha anche un secondo patrono: San Biagio, festeggiato il 3 febbraio. A questa data sono legate molte tradizioni. In primis quella tipica del paese, anche per gli altri patroni, di portare la statua del santo in processione per la città. San Biagio è protettore della gola e degli animali domestici. Il 3 febbraio i fedeli portano in chiesa gli animali per farli benedire, oppure vanno in chiesa per farsi benedire la gola con l'olio santo.
Ufficialmente San Biagio però non è il santo patrono della città, come San Giacomo. Esso è infatti chiamato "patrono di Passaggio", la leggenda vuole infatti che la statua del santo, trasportata da un carretto, era diretta a Cancello ed Arnone, ma proprio di fronte alla chiesa del paese si ruppe la ruota del carretto, a testimonianza, per i fedeli, del fatto che il santo non volesse lasciare il paese. Da allora la statua è stata custodita nella chiesa dove la prima volta trovò riparo.
Casalnuovo di Napoli, in passato, è stato uno dei principali poli industriali dell'hinterland napoletano, grazie a varie aziende che qui avevano i propri stabilimenti. Fra le più importanti aziende, ricordiamo la Moneta, nel posto dove sorgeva lo stabilimento ora c'è un parco pubblico intitolato a Pino Daniele, l'Eridania, la Colussi, la Liquigas e la Farvima i cui stabilimenti sono, allo stato attuale, tutti dismessi. A questi si aggiunge anche lo stabilimento dell'Hensemberger (industria di accumulatori). Tuttavia sul territorio casalnuovese ci sono parecchie piccole e medie imprese che operano nel settore tessile e calzaturiero come dimostra la presenza (nell'ex stabilimento Colussi) del "Polo della Moda", uno dei principali poli dell'industria tessile della regione. Di grande importanza è la nota azienda sartoriale Isaia e Isaia, che si interessa principalmente della realizzazione di abiti maschili di alta moda che, a partire dagli anni 80, ha subito un processo di industrializzazione tale da riuscire a distribuire capi anche all'estero, difatti vanta negozi non solo in Italia ma anche all' estero. Per questo, all'ingresso del paese, sul messaggio di benvenuto viene attribuito alla città il titolo di "città della moda" per i numerosissimi sarti di grande bravura che qui risiedevano.
Casalnuovo è servita dall'omonima uscita dell'Asse Mediano.
La stazione di Casalnuovo (RFI) si trova sulla ferrovia Roma-Cassino-Napoli ed è ubicata alla fine di via Roma, non lontana dall'omonima stazione della Circumvesuviana.
La ex Circumvesuviana (gestita oggi dall'Ente Autonomo Volturno) ha quattro stazioni, situate a poca distanza l'una dall'altra, il che costituisce una sorta di metropolitana. Le quattro stazioni si trovano sulla tratta Napoli - Baiano, dalla stazione terminale Napoli Porta Nolana hanno questo ordine:
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1871 | 1871 | Ferdinando Di Leo | Commissario | ||
1872 | 1875 | Nicola Fontana | Sindaco | ||
1876 | 1877 | Alfonso De Nigris | Sindaco | ||
1877 | 1879 | Luigi Terracciano | Sindaco | ||
1879 | 1882 | Salvatore Fontana | Sindaco | ||
1885 | 1887 | Alfonso De Nigris | Sindaco | ||
1887 | 1887 | Gabriele Napodano | Commissario | ||
1887 | 1889 | Salvatore Fontana | Sindaco | ||
1889 | 1904 | Giuseppe Romano | Sindaco | ||
1904 | 1907 | Eduardo Sanguigno | Sindaco | ||
1907 | 1920 | Giacomo De Stefano | Sindaco | ||
1920 | 1927 | Gennaro De Stefano | Sindaco | ||
1927 | 1929 | Camillo Fontana | Podestà | ||
1929 | 1929 | Giulio Moscarella | Sindaco | ||
1929 | 1943 | Silvio D'Amore | Podestà | ||
1943 | 1944 | Gennaro De Stefano (commissario) | Sindaco | ||
1944 | 1945 | Leopoldo Valvo | Comitato di Liberazione Nazionale | Sindaco | |
1945 | 1945 | Cesare Giglio (commissario) | Sindaco | ||
1946 | 1956 | Francesco Mennella | Sindaco | ||
1957 | 1965 | Gabriele Crimaldi | Sindaco | ||
1965 | 1974 | Luigi De Stefano | Sindaco | ||
1974 | 1976 | Pasquale Caputo | Sindaco | ||
1976 | 1978 | Oscar Tamburis | Sindaco | ||
1978 | 1978 | Pasquale Capito | Sindaco | ||
1979 | 1979 | Giacomo Mosca | Sindaco | ||
1980 | 1980 | Carmine Esposito | Sindaco | ||
1980 | 1986 | Paolo Iasevoli | Sindaco | ||
1987 | 1989 | Gabriele Paone | Democrazia Cristiana | Sindaco | [15] |
1989 | 1992 | Domenico Pirozzi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [15] |
1992 | 1997 | Francesco Terracciano | DC (1992-1994), FI (dal 1994) | Sindaco | [15] |
1997 | 2001 | Antonio Peluso | Forza Italia[16] | Sindaco | [15] |
2001 | 2005 | Antonio Peluso | Forza Italia[17] | Sindaco | [15] |
2006 | 2007 | Antonio Manna | Forza Italia[18] | Sindaco | [15] |
2007 | 2009 | Alessandro Ortolani | Commissario | [15] | |
2007 | 2009 | Carlo Boffi | Commissario | [15] | |
2007 | 2009 | Antonio Codispoti | Commissario | [15] | |
2009 | 2015 | Antonio Peluso | Il Popolo della Libertà[19] | Sindaco | [15] |
2015 | 2020 | Massimo Pelliccia | Volontari del Cambiamento[20] | Sindaco | [15] |
2020 | in carica | Massimo Pelliccia | Forza Italia[21] | Sindaco | [15] |
Il comune è sede di diverse società sportive dilettantistiche:
Il principale impianto sportivo della città è lo Stadio comunale "Domenico Iorio" utilizzato principalmente per il calcio; l'impianto ha una capienza di circa 1.500 spettatori e il campo di gioco è in erba sintetica. Esistono anche un palazzetto dello sport e diversi centri sportivi polifunzionali.