Chronos (in greco antico: Χρόνος?, "Tempo", in alcune fonti adattato in lingua italiana come Krono (ma da non confondere con Crono) è una divinità propria delle teogonie orfiche avente il compito di temporalizzare gli eventi[1].
Nella teogonia di stampo orfico attribuita a Ieronimo e a Ellanico[2] di datazione incerta[3], in seguito riportata nel modo più esauriente da Damascio[4] nel VI secolo d.C., così viene presentata la genesi dell'universo:
Il cristiano Atenagora di Atene riassume in questo modo, nel II secolo d.C., questa teogonia:
«[...] Omero afferma: "L'Oceano origine degli dèi, e la madre Teti", e Orfeo, che per primo scoprì i loro nomi, narrò dettagliatamente le loro nascite, raccontò tutto quanto è stato compiuto da ognuno ed è ritenuto da loro di parlare di teologia in modo del tutto rispondente al vero; anche Omero lo segue molto da vicino, per lo più anche a proposito degli dèi, e fa derivare anch'egli la loro prima origine dell'acqua: "Oceano che per tutti è l'origine". Infatti, secondo lui, l'acqua era il principio di tutte le cose; dall'acqua, poi, si costituì il fango; da entrambi fu generato un essere vivente, un serpente con aggiunta una testa di leone, con in mezzo il volto di un dio, dal nome Eracle e Tempo. Questo Eracle generò un uovo estremamente grande che pieno della forza di chi l'aveva generato, si spezzò in due per uno sfregamento. La parte della sua sommità finì per diventare Cielo, mentre la parte racchiusa in basso diventò Terra; fuoriuscì anche un dio dal duplice corpo. Cielo, unitosi a Terra, generò come femmine Cloto, Lachesi e Atropo, come maschi i Centomani, Cotto, Gige, Briareo e i Ciclopi, Bronte, Serope e Arge; e dopo averli incatenati, lì precipitò nel Tartaro, avendo appreso che sarebbe stato privato del potere dai suoi figli. Perciò Terra adirata generò i Titani:
E la Terra signora generò come figli i Celesti
a cui danno anche il nome Titani,
in quanto punirono il Cielo stellato»
Un'ulteriore teogonia orfica emerge dai Discorsi sacri (ἱεροί λόγοι hieròi lógoi, in ventiquattro rapsodie detta anche Teogonia rapsodica)[8], di cui diversi autori neoplatonici riportano alcuni passi attribuiti a Orfeo ma probabilmente frutto di una rielaborazione di materiale arcaico avvenuta tra il I e il II secolo d.C.[9].
«Presso Orfeo sono tramandati quattro regni: primo quello di Urano, che ricevette Crono[12], una volta che ebbe evirato i genitali del padre; dopo Crono regnò Zeus, che scaraventò nel Tartaro il genitore; in seguito, a Zeus successe Dioniso che, dicono, i Titani gravitanti intorno a lui dilaniarono, per una macchinazione di Era, e si cibarono delle sue carni. E Zeus, colto dallo sdegno, li folgorò e, generatasi la materia dalla cenere fumante da essi prodotta nacquero gli uomini; dunque, non bisogna che facciamo morire noi stessi, non solo come sembra dire il mito, perché siamo in un carcere, il corpo (questo infatti è chiaro), e non lo avrebbe detto affinché restasse segreto, ma non bisogna far morire noi stessi, anche perché il nostro corpo è dionisiaco: infatti noi siamo parte di lui, se è vero che siamo formati dalla cenere dei Titani, che ne mangiarono le carni.»
Già Cicerone, in De natura deorum, proponeva la sua identificazione con Crono/Kronoʂ (e quindi con Saturno):
«Krònos, altro non è che una leggera variante di chrònos, tempo. Quanto poi al nome Saturno deriva dal fatto che questo dio è saturo di anni. La finzione che divorasse i suoi figli sta a simboleggiare che il tempo distrugge i giorni che passano e fa degli anni trascorsi il suo nutrimento senza mai saziarsi. Analogamente si immaginò che il figlio Giove lo incatenasse per evitare che si abbandonasse a movimenti disordinati e per conservarlo avvinto ai moti degli astri»
Oltre che con Crono, un'altra divinità del Tempo con cui è talvolta confuso è Aion, sebbene quest'ultimo rappresenta il tempo eterno (e lo Zodiaco), mentre Chronos rappresenta lo scorrere del tempo e la temporizzazione degli eventi[1]. La sua funzione ordinatoria nelle teogonie ha delle similitudini col dio Poro descritto da Alcmane. I suoi attributi nelle rappresentazioni orfiche e mitriache lo rendono difficilmente distinguibile da Phanes. Paul Masson-Oursel lo considera equiparabile al più antico dio persiano Zurvān[13], di cui riprende i principali attribuiti (le ali, la testa di leone e le spire di serpente).
«Tale teogonia [...] è di cronologia assai incerta: contro l'opinione precedente (cf. per es. Zeller I I, 128-129) che la riteneva più tarda della teogonia rapsodica, si è poi affermata la tesi che vada datata tra la teogonia secondo Eudemo (Kern, Ziegler). E se realmente anche questo frammento si può accettare come sua testimonianza, si potrebbe collocarne la data fra il terzo secolo a.C. e il primo secolo d.C.»
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52494729 · CERL cnp00550970 · GND (DE) 119242443 · WorldCat Identities (EN) viaf-52494729 |
---|