I colloqui di Ratisbona sono gli storici colloqui tra cattolici e protestanti che si sono svolti nel 1541 e nel 1546 nella città bavarese di Ratisbona. Dei due il più importante è il primo, affidato al legato papale Gasparo Contarini (1483-1542)[1], il quale cercò di evitare la definitiva frattura tra il mondo cattolico e quello protestante.
Inizialmente in materia di giustificazione, si poté pervenire ad un importante compromesso dottrinale soddisfacente per i teologi protestanti e per il legato papale, mentre di diversa natura fu la discussione sui sacramenti, in particolare su quello della Cena (già di per sé oggetto di divisione tra i Riformati), nonché sul carattere apostolico della Chiesa di Roma e del suo ordine gerarchico. Il tentativo di mediazione fallì proprio sopra l'argomento della transustanziazione dell'eucaristia, definito dogma dal Concilio Lateranense IV del 1215[2] e sul quale il cardinal Contarini decise di non transigere. Pertanto, malgrado i contorni speculativi della questione, egli rifiutò la formula di compromesso prodotta in seno al colloquio per evitare il rischio da lui paventato di una concordia palliata, vale a dire la finzione di una consenso verbale a copertura di un dissidio di fondo in materia dogmatica e pastorale, circa i fondamenti della sacramentaria ed i modi di amministrare l'eucaristia ed attingere alla grazia connessa alla presenza reale del Cristo[3]. Nella misura in cui la dottrina sulla transustanziazione era stata fissata da un precedente concilio, al dissidio prettamente teologico se ne aggiungeva uno di carattere ecclesiologico[4]. Sicché strategicamente era parso vantaggioso arrivare alla rottura sull'eucaristia piuttosto che sul primato petrino.
Dopo i colloqui religiosi (Religionsgespräche) di Augusta (Augsburg) (1530), Hagenau (1540) e Worms (1540/41), e malgrado le non timide speranze riposte in quest'ennesimo tentativo di concordia, il fallimento del colloquio di Ratisbona fu considerato come una sconfitta, da parte imperiale soprattutto. Nel contempo, esso realizzò un chiarimento definitivo che in quanto tale soddisfaceva le esigenze dottrinali tanto di Lutero (1483-1546) quanto di Paolo III (1468-1549), il quale ultimo si avviava a confermare l'attesa convocazione del Concilio di Trento, sospesa dal 1539.
Riunito su iniziativa dell'imperatore Carlo V (1500-1558) dal 27 aprile al 22 maggio, il colloquio del 1541 si tiene in concomitanza con la dieta imperiale (5 aprile-29 luglio). Vi partecipano in qualità di collocutori sei eminenti teologi, tre di parte cattolica: Johann Eck (1486-1543), Johann Gropper (1503-1559), Julius von Pflug (1499-1564) e tre di parte protestante: Martin Bucer (1491-1551), Philipp Melanchthon (1497-1560), Johannes Pistorius il Vecchio (ca 1504-1583)[5], posti sotto la duplice presidenza del conte palatino Federico di Baviera (1482-1556)[6] e del cancelliere imperiale Granvilla (1484-1550)[7].
Tutti i membri sono formalmente di nomina imperiale, così come i sei testimoni laici e religiosi ammessi ad assistere ai dibattiti[8]. Questi sono organizzati intorno ai 23 capitoli del cosiddetto Libro, ovvero interim di Ratisbona, composto da J. Gropper et M. Bucer e convalidato in ultima lettura dal legato papale, prima di essere presentato dall'imperatore ad apertura dei lavori[9]. Coadiuvato dal nunzio apostolico Giovanni Morone, vescovo di Modena (1509-1580), dal Maestro del Sacro Palazzo Tommaso Badia (1483-1547)[10], nonché dal segretario cesareo Gerhard Veltwick (1505-1555)[11] e dal teologo Johann Cochlaeus (1479-1552), il cardinal Contarini non prende direttamente parte al colloquio, ma interviene sull'agenda e sulle delibere per interposta persona essendo regolarmente informato dell'andatura del dibattito dai protagonisti di parte cattolica, che egli riceveva quotidianamente prima e dopo la conclusione dei lavori. La parte protestante concordava le proprie posizioni avvalendosi dei consigli dei rappresentanti della Lega di Smalcalda e di altri teologi tra i quali Giovanni Calvino (Jean Calvin: 1509-1564)[12].
Lo stesso argomento in dettaglio: Colloqui di Ratisbona (1546).
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