La criminologia costitutiva è una teoria criminologica introdotta da Stuart Henry e Dragan Milovanovic[1][2].
Uno dei principi fondamentali di tale teoria è che il reato e il suo controllo non possono essere eliminati del tutto dal contesto sociale. Questa teoria ridefinisce il reato come «il danno causato dall'investimento umano nelle relazioni di potere»[1]. Si caratterizza per due tipi di danni: riduzione e repressione[1]. I criminali sono descritti come «excessive investors investing energy to make a difference on others without those others having the ability to make a difference on them», mentre le vittime sono descritte come «who suffer the pain of being dined their own humanity, the power to make a difference».[1][2].