La famiglia Di Capua ebbe origine nell'XI secolo dalla famiglia Archiepiscopis, la quale, ottenuto il feudo di Capua, secondo la legge longobarda dell'epoca, mutò il proprio nome con quello del feudo[3]. Tra i primi membri che vi si ritrovano si ricordano un Adimaro, che fu creato cardinale da papa Alessandro II intorno al 1070, un Marino e un Guglielmo col figlio Rau/Raone, che furono feudatari in Terra di Lavoro e in Principato Ultra a partire dal 1187, un Tommaso, cardinale nel 1198 sotto papa Innocenzo III, e un Pietro, anch'egli cardinale, il quale ricevette la carica da papa Onorio III intorno al 1220[4].
Tuttavia è possibile stilare una genealogia della famiglia soltanto a partire dal XIII secolo con Andrea, vissuto sotto l'imperatore Federico II di Svevia[5]. La famiglia ebbe numerosi feudi, di cui il principale fu quello dell'odierna Altavilla Irpina, ricevuto dal re del Regno di NapoliRoberto d'Angiò, sul quale esercitò il titolo di conte a partire da Roberto di Capua[6]. Con il passare dei secoli la casata lasciò tracce importanti durante il Regno di Napoli, grazie alla sua cultura umanistica ed al prestigio dei suoi uomini d'arme e di chiesa. Ha goduto di nobiltà a Napoli, nei Seggi di Capuana, Montagna, Nido e Portanuova, Benevento, Reggio Calabria e Galatina[3]. Venne ascritta all'Ordine di Malta nel 1506 e ricevette il Grandato di Spagna e l'Ordine del Toson d'oro[7]. La famiglia si estinse nel 1790 con Bartolomeo, che fu l'ultimo principe di Riccia e conte di Altavilla[3].
Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Di Capua da Andrea, vissuto nel XIII secolo, fino al XVII secolo, secondo una ricostruzione dello storico Scipione Ammirato[8]:
^Fu cavaliere e consigliere reale, visse a Capua e, per i servigi fatti verso l'imperatore Federico II di Svevia, ricevette da questi alcuni feudi. Si sposò con Giovanna ?.
^Figlio primogenito di Andrea, alla sua morte ne ereditò i titoli ed i feudi. Venne creato dal re Carlo II d'Angiòlogoteta e gran protonotario del Regno di Napoli. Si sposò prima con Mattia di Franco e poi con Margherita dell'Oria.
^Di lui si hanno scarse notizie. Si sposò con Bianca ?.
^Si sposò prima con Pietro di Sus e poi con Filippo Tancredi.
^Si sposò prima con Enrico di Capresio e poi con Filippo Filangeri.
^Elevato il suo feudo di Altavilla al rango di contea, ne divenne il 1º conte.
^Fu 2º conte d'Altavilla. L'identità della sua prima moglie è sconosciuta, mentre la sua seconda moglie fu Andrea Acciaiuoli, cui Giovanni Boccaccio ha dedicato la sua opera letteraria De mulieribus claris.
Giuseppe Campanile, Notizie di nobiltà, Napoli, Lucantonio di Fusco, 1672, ISBN non esistente.
Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 1 e 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
Vincenzo Donnorso, Memorie istoriche della fedelissima, ed antica città di Sorrento, Napoli, Domenico Roselli, 1740, ISBN non esistente.
Francesco Granata, Storia civile della fedelissima città di Capua, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1752, ISBN non esistente.
Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli, Giovanni Battista Cappello, 1601, ISBN non esistente.
Carlo Maria de Raho, Peplus Neapolitanus, vol. 1, Napoli, Felice Mosca, 1710, ISBN non esistente.
Giuseppe Recco, Notizie di famiglie nobili, ed illustri della città, e Regno di Napoli, Napoli, Domenico Antonio e Nicola Parrino, 1717, ISBN non esistente.
Antonio Terminio, Apologia di tre Seggi, illvstri di Napoli, Venezia, Domenico Farri, 1581, ISBN non esistente.
Mario Ziccardi, Gambatesa e i Di Capua: i pastori e i signori, in Daniele Ferrara (a cura di), Il castello di Capua e Gambatesa: mito, storia e paesaggio, Campobasso, Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise, 2011, ISBN978-88-905093-9-1.