L'economia di Malta rientra tra le economie avanzate dell'Europa meridionale.
Fino al 1800 Malta aveva ben poche attività produttive, fatta eccezione per la coltivazione e lavorazione del cotone e del tabacco e per l'industria navale. I cantieri navali vennero poi utilizzati dalla marina britannica.
Nel 1869 l'apertura del Canale di Suez dette una notevole spinta all'economia dell'isola che divenne uno scalo importante per le navi in rotta per l'oriente.
Alla fine del XIX secolo l'economia iniziò però a declinare.
L'agricoltura contribuisce in minima parte alla formazione del PIL, anche a causa delle scarsità delle risorse idriche e della conformità del terreno.[1] Tale contrazione del settore agricolo trova spiegazione dalla speculare crescita del settore finanziario e delle telecomunicazioni.[1]
Importanza storica ha sempre rivestito il settore manifatturiero (in particolare tessile e cantieristica) e dal turismo.[1]
Il settore turistico è un elemento fondamentale dell'economia maltese, andando ad occupare il 74,9% del PIL ed il 34% della forza lavoro.[2]
Il paese ha adottato l'euro il 1º gennaio 2008, che ha sostituito la lira maltese.[2]