Istituto d'Arte per il Mosaico di Ravenna su disegno di Emilio Villa, Tutto è cominciato qui ma finisce altrove..., 1986, Collezione Mosaici Moderni, Ravenna

Emilio Villa (Affori, 21 settembre 1914Rieti, 14 gennaio 2003) è stato un artista, poeta e biblista italiano.

Non deve essere confuso con uno dei firmatari del manifesto razzistico fascista: si tratta di omonimia con il prof. Emilio Villa, collaboratore de "La difesa della razza" di Telesio Interlandi. L'intellettuale milanese non ebbe mai a che fare con la politica, come testimoniano il suo più noto studioso, Aldo Tagliaferri, che lo conobbe e frequentò personalmente per anni, ed Elena La Spina, in un intervento sul catalogo della Mostra di Reggio Emilia del 2008.

Emilio Villa è ritenuto il precursore della neoavanguardia, del Gruppo 63 e dei Novissimi. È importante ricordare il suo impegno per far emergere personalità come Alberto Burri, Mirko Basaldella, Gastone Novelli e, più recentemente, Claudio Parmiggiani, Mimmo Paladino e Gino De Dominicis

Biografia

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Emilio Villa è stato artista, poeta, biblista, intellettuale, fondatore di riviste e iniziative culturali, promotore di talenti artistici nonché fermo sostenitore di valori dell'avanguardia.

Seminarista milanese, nei primi anni di carriera scrive per numerose riviste italiane. Si trasferisce nel 1952 a San Paolo (Brasile), dove rimarrà fino al novembre dello stesso anno. Lì, partecipa alle attività del Museu de Arte de São Paulo (MASP), di cui era direttore il giornalista, gallerista e commerciante d'arte italiano Pietro Maria Bardi. Pubblica anche alcuni articoli sulla rivista "Habitat", collabora alla realizzazione di un programma tv sull'arte insieme al critico e storico dell'arte Flávio Motta, col il quale stringe un'amicizia fraterna, e conosce i testi di Caillois inerenti alla scrittura naturale e primigenia. Grazie ai Noigandres apprende la poesia concreta e tematiche in pittura ancora sconosciute all'ambiente italiano.

Tornato a Roma, si dedica allo studio di filologia semitica e paleogreca; saranno strumenti indispensabili alla sua creatività letteraria.

Negli anni cinquanta sperimenta una scrittura matrice del plurilinguismo, dove si compenetrano il francese, l'inglese, lo spagnolo, il provenzale[non chiaro], il portoghese, il latino e il greco, il dialetto milanese. Allergico alla lingua Ytalyana (ritenuta di schiavitù), cerca di far interagire le lingue morte con quelle vive strutturate con una profonda conoscenza etimologica. Lavora anche con grandi artisti internazionali come Mark Rothko, Marcel Duchamp, Matta, e con altri italiani come Mario Schifano, Patrizia Vicinelli, Giulio Turcato e Francesco Lo Savio.

Pubblica su Il Meridiano e su Letteratura, Il Frontespizio. Collabora con Malebolge, Tam Tam, Baobab, Ana Eccetera, Documento-Sud, Linea-Sud, Continuum (v. la scheda biografica compilata il 27-11-2013 da Aldo Tagliaferri (biografo pubblicato di E.V.) in "discussione").

La più grande raccolta di materiale di Emilio Villa, curata da Aldo Tagliaferri, si trova nell'archivio del Museo della Carale Accattino di Ivrea.[1]

Dal 6 agosto al 19 settembre 2021 a Roma, Parco Archeologico dell'Appia Antica, Complesso di Capo di Bove, si è svolta la mostra Un Atlante di arte nuova. Emilio Villa e l'Appia Antica[2] che ripercorre la storia, poco nota ma davvero affascinante, della rivoluzionaria galleria d’arte che tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 aveva sede sull’Appia Antica. Con la galleria d’arte nasceva anche una nuova, sperimentale rivista d’arte contemporanea, edita da Liana Sisti e Mario Ricci, diretta da Emilio Villa (1914-2003) e intitolata “Appia Antica. Atlante di arte nuova”.

Dichiarazione di poetica

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«Dichiarazioni del soldato morto
La guerra è là sull’orlo di finire,
e fui soldato, pigro di patria,
maschio, mite di sentimenti,
mi sono comportato poco, anzi niente,
una minuta recluta da niente, una frasca,
minuta recluta esclusa da pietà, se tu consideri
pietà, odio, e patria non essere in natura…»

Emilio Villa ha promosso i suoi testi per vie semiclandestine (perseguendo direttive avanguardistiche, contro l'editoria d'accatto, per un'editoria totalmente svincolata dai giochi di potere) attuando -senza compromessi- una consapevole dispersione dei suoi testi.
La sua scrittura procedeva instancabile contro l'attualità meccanicistica della letteratura da supermercato e della faciloneria di un certo tipo di sperimentalismo. Particolare è l'utilizzo che Villa fa della parola, non più come rimando al suo significato, ma come crogiolo di associazioni e dissociazioni ispirate dalle Parole in Libertà dei Futuristi. Il poeta infatti interviene nell'abisso delle sedimentazioni linguistiche liberando la parola dalla sua prigione e da un sistema gerarchico corrispondente alla struttura della società egemone e del suo pensiero, in cui il linguaggio genericamente si sviluppa e si usura.

Opere

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Fra gli scritti critici, vanno segnalati:

Note

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  1. ^ MUSEO DELLA CARALE ACCATTINO - IL CONTINENTE EMILIO VILLA.
  2. ^ Roberto Brunelli, Un Atlante di arte nuova: Nunzio Giustozzi ci racconta Emilio Villa, in Collezione da Tiffany, 21 giugno 2021. URL consultato il 20 agosto 2023.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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