Giuseppe Salvia

Giuseppe Salvia (Capri, 23 gennaio 1943Napoli, 14 aprile 1981) è stato un funzionario italiano, vicedirettore e responsabile del reparto di massima sicurezza del carcere di Poggioreale a Napoli, vittima della criminalità organizzata, assassinato dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo[1].

Biografia

Giuseppe Salvia nasce a Capri nel 1943 da Antonino e Amalia D'Anchise. Si trasferisce a Napoli a soli 13 anni per frequentare il convitto Bianchi dove termina gli studi classici. Si laurea presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e, successivamente, dopo aver conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, supera il concorso come vice-direttore di istituto penitenziario intraprendendo la carriera direttiva nell'amministrazione penitenziaria italiana.

Nel 1973 viene nominato vicedirettore del carcere di Poggioreale negli anni in cui la Nuova Camorra Organizzata reclutava manovalanza all'interno del carcere stesso. Nel 1980 si scontrò direttamente con Raffaele Cutolo, poiché al rientro da un'udienza in un processo, il boss di Ottaviano non volle essere perquisito, come prescritto dal regolamento. Al rifiuto degli agenti penitenziari, che temevano ripercussioni, il vicedirettore perquisì personalmente il capo della NCO. Il boss reagì tentando di schiaffeggiarlo. Il 14 aprile del 1981 Salvia fu ucciso in un agguato sulla tangenziale di Napoli, avvenuto all'altezza dello svincolo dell'Arenella.[2]

Le indagini e le condanne

Per questo delitto Raffaele Cutolo scontò l'ergastolo in quale mandante. 6 gli uomini ritenuti esecutori materiali del delitto, tra cui Mario Incarnato e Roberto Cutolo. L'ordine era stato trasmesso a Rosetta Cutolo, che a sua volta avrebbe dato l'incarico al gruppo criminale.[3]

Riconoscimenti

Note

Voci correlate

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