Un'illustrazione della fiaba su una vetrata di una chiesa di Goslar.

Il pifferaio di Hamelin (Der Rattenfänger von Hameln, letteralmente "l'accalappiatore di ratti di Hameln") è il soggetto di una leggenda tedesca ambientata nella città di Hameln o Hamelin, in Bassa Sassonia. È anche nota come Il pifferaio magico o titoli similari.

Nella sua versione base, che fu oggetto di trascrizione dei fratelli Grimm e messa in poesia da Wolfgang Goethe e dall'inglese Robert Browning, narra di un suonatore di piffero magico che, su richiesta del borgomastro, allontana da Hamelin i ratti al suono del suo strumento; quando il borgomastro si rifiuta di pagarlo per l'opera, questi si vendica irretendo i bambini del borgo al suono del piffero e portandoli via con sé per sempre.

La leggenda del pifferaio nacque intorno alla seconda metà del XIV secolo e parrebbe correlata alla peste che imperversava in Germania in quel periodo, il cui agente, il bacillo Yersinia pestis, trovava un efficace vettore nel ratto (roditore anche noto come «pantegana»). Un'altra possibile origine della leggenda parrebbe essere il repentino abbandono della città da parte di circa 130 ragazzi, probabilmente emigrati per andare a lavorare altrove nel Paese. Meno probabile appare essere una teoria secondo la quale i giovani abitanti di Hamelin sarebbero morti in blocco per via di un'inondazione o, ancora, rapiti da qualche setta o annegati nel fiume Weser.

Trama

La storia si svolge nel 1284 ad Hameln, in Bassa Sassonia.

Un uomo con un piffero si presenta in città e propone di disinfestarla dai ratti; il borgomastro acconsente, promettendo all'uomo un adeguato pagamento. Non appena il pifferaio inizia a suonare, i ratti, incantati dalla sua musica, si mettono a seguirlo, lasciandosi condurre fino al fiume Weser, dove annegano, e Hamelin è libera dal flagello.

L'uomo torna in città per ricevere la ricompensa, ma il borgomastro si rifiuta di pagare il pifferaio. Questi, per vendetta, riprende a suonare mentre gli adulti dormono, attirando dietro di sé tutti i bambini della città. Centotrenta bambini lo seguono in campagna e vengono rinchiusi dal pifferaio in una caverna. Nella maggior parte delle versioni, non scampa nessun bambino, oppure se ne salva uno che, zoppo, non era riuscito a tenere il passo dei compagni. Varianti meno note della fiaba introducono un lieto fine in cui un bambino di Hamelin, sfuggito al rapimento da parte del pifferaio, riesce a liberare i propri compagni, oppure è il pifferaio stesso a liberare i bambini quando il borgomastro decide di pagarlo. Secondo un'altra variante i bambini entrano nella caverna seguendo il pifferaio ma fuoriescono da un'altra caverna, la grotta di Almasch in Transilvania: questa era una delle leggende che spiegava l'arrivo dei sassoni in Transilvania, rappresentati in questo caso dai bambini portati dal pifferaio magico di Hamelin.

Origini della fiaba

Il più antico riferimento a questa fiaba si trovava in una vetrata della chiesa della città di Hameln e risalente circa al 1300. Della vetrata si trovano descrizioni su diversi documenti del XIV e XVII secolo, ma pare che essa sia andata distrutta. Sulla base delle descrizioni, Hans Dobbertin ha tentato di ricostruirla in tempi recenti. L'immagine mostra il Pifferaio Magico e numerosi bambini vestiti di bianco.

Si pensa che questa finestra sia stata creata in ricordo di un tragico evento effettivamente accaduto nella città. Esisterebbe tuttora una legge non scritta che vieta di cantare o suonare musica in una particolare strada di Hamelin, per rispetto nei confronti delle vittime. Nonostante le numerose ricerche, tuttavia, non si è ancora fatta luce sulla natura di questa tragedia. In ogni caso, è stato appurato che la parte iniziale della vicenda, relativa ai ratti, è un'aggiunta del XVI secolo; sembra dunque che la misteriosa vicenda di Hamelin avesse a che vedere solo con i bambini. Al contrario, paradossalmente, l'immagine del pifferaio seguito da un esercito di topi è quella che la maggior parte delle persone associa a questa fiaba, magari senza ricordare nient'altro della vicenda.

Le principali ipotesi circa gli avvenimenti di Hamelin sono le seguenti[1]:

Un racconto tedesco degli eventi di Hameln, purtroppo non illuminante, è sopravvissuto in un'iscrizione databile al 1602-1603, trovata proprio nella città della fiaba:

(DE)

«Anno 1284 am dage Johannis et Pauli
war der 26. juni -
Dorch einen piper mit allerley farve bekledet
gewesen CXXX kinder verledet binnen Hameln geboren -
to calvarie bei den koppen verloren.»

(IT)

«Nell'anno 1284, il giorno di Giovanni e Paolo
il 26 di giugno
Da un pifferaio, vestito di ogni colore,
furono sedotti 130 bambini nati ad Hameln
e furono persi nel luogo dell'esecuzione vicino alle colline.»

Versioni letterarie

Il resoconto più antico in lingua inglese è quello di Richard Rowlands Verstegan (1548-1636), un antiquario e studioso di controversie religiose, nel suo Restitution of Decayed Intelligence (Anversa, 1605). Egli cita la liberazione della città di Hameln dai ratti e suggerisce che i bambini perduti siano andati a finire in Transilvania. Sembra che sia Verstegan ad aver coniato l'espressione Pied Piper ("Pifferaio Variopinto"), introducendo quello che nei paesi di lingua inglese è l'appellativo più comunemente associato al pifferaio (in Italia, invece, viene comunemente chiamato "Pifferaio Magico"). Piuttosto curiosamente, la data indicata da Verstegan per gli eventi di Hamelin è completamente diversa da quelle proposte da altre fonti, ovvero il 22 luglio 1376. Le note di Verstegan furono la fonte su cui si basò in seguito Nathaniel Wanley per il suo Wonders of the Visible World (1687), a sua volta utilizzato da Robert Browning per la sua celebre poesia.

La vicenda di Hameln interessò anche Goethe, che scrisse una poesia su di essa nel 1803 e la citò anche nel suo Faust.

I fratelli Grimm, traendo informazioni da undici fonti diverse, inclusero la fiaba del Pifferaio nella loro raccolta di Saghe germaniche (Deutsche Sagen), pubblicata per la prima volta nel 1816, intitolandola Die Kinder zu Hameln (storia 245).[4] Nella loro versione, due bambini (uno cieco e uno storpio) rimasero a Hameln; gli altri divennero i fondatori delle Siebenbürgen (Sette Città, in Transilvania).

Basandosi probabilmente sul testo dei fratelli Grimm, Robert Browning scrisse una poesia sul Pifferaio, The Pied Piper, pubblicata nel 1849; la poesia è celebre per il suo humour, per i giochi di parole, e per le rime gioiose. La poesia colloca i fatti di Hameln in data 22 luglio 1376.

(EN)

«When, lo, as they reached the mountain's side,
A wondrous portal opened wide,
As if a cavern was suddenly hollowed;
And the Piper advanced and the children followed,
And when all were in to the very last,
The door in the mountain-side shut fast.»

(IT)

«Quando raggiunsero il fianco della montagna
un meraviglioso portale vi si aprì,
come se si fosse creata improvvisamente una caverna;
il Pifferaio entrò e i bambini lo seguirono,
e quando alla fine tutti furono all'interno,
la porta nella montagna si chiuse velocemente.»

Il luogo menzionato da Browning è la montagna di Coppenbrügge, un luogo noto per essere stato, in tempi antichi, sede di oscuri riti pagani.

Adattamenti e riferimenti

Musica

Cinema

Televisione

Video musicali

Letteratura

Fumetto

Note

  1. ^ (EN) Ipotesi circa l'origine della fiaba Archiviato il 24 luglio 2011 in Internet Archive.
  2. ^ Galloni, p. 64.
  3. ^ Galloni, pp. 62-67.
  4. ^ Jacob e Wilhelm Grimm, 245. Die Kinder zu Hameln, in Deutsche Sagen, Anaconda Verlag, 2014, pp. 256-259, ISBN 978-3-7306-0101-3.
  5. ^ (EN) Reviews: Rat King - The Plague Of Hamelin, su avantgarde-metal.com. URL consultato il 7 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2016).
  6. ^ IMDb
  7. ^ Tratto dall'intervista realizzata per Le Journal du cinéma il 1º ottobre 1971, documento dell'Ina (Institut National de l'Audiovisuel).
  8. ^ (FR) Rétrospective Jacques Demy, su institut-lumiere.org. URL consultato il 21 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2014).
    «Ce qui m'intéressait le plus dans cette histoire, c'était la possibilité, voire la nécessité, d'y faire cohabiter le réalisme et la magie.»
  9. ^ Topo dopo topo, su web.archive.org (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  10. ^ Dan Rhodes, Il bizzarro museo degli orrori, in Vertigo, traduzione di Dania Restani, n. 52, Roma, Newton Compton, 2010, p. 136, ISBN 978-88-541-2181-2.

Bibliografia

Voci correlate

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