Bozzetto per la nuova banconota da 1 lira, con il ritratto di Rosalba Carriera.

La lira pesante (anche lira nuova) fu un progetto per l'emissione di una nuova valuta in Italia, risalente alla seconda metà degli anni ottanta.[1]

Storia

La lira pesante, mai entrata in circolazione, fu oggetto di una ricerca dell'economista bocconiano Giuseppe Maria Liberto, come fu anche oggetto di discussione tra alcuni economisti durante la fine degli anni cinquanta. Il progetto fu riproposto negli anni settanta, senza successo, dagli esponenti politici Filippo Maria Pandolfi e Gaetano Stammati[2].

Nel settembre 1984, il progetto venne riscoperto da Bettino Craxi, il quale disse, nel dicembre dello stesso anno, che era già pronto un disegno di legge in proposito[3]. Queste affermazioni diedero inizio a un dibattito tra esponenti politici ed economisti, che sarebbe durato sei anni, tra chi era contrario alla lira pesante (come Ciriaco De Mita e Giovanni Spadolini) e chi invece era favorevole (come lo stesso Craxi, Giovanni Goria e Romano Prodi, all'epoca presidente dell'IRI)[2][4].

Nel 1986 il progetto venne fatto arrivare a Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca governatore della Banca d'Italia[5]. L'idea di fondo era quella di riportare il valore della moneta italiana a un ordine di grandezza vicino a quello delle principali valute straniere che circolavano allora in Europa, come ad esempio il marco tedesco e il franco francese, prima delle grandi svalutazioni e guerre. La proposta era di sostituire la lira italiana con la nuova lira pesante, con un rapporto di cambio di 1 lira pesante per 1000 lire correnti.

Una possibile strada sembrava quella di sovrastampare le banconote in circolazione, ma l'introduzione subì diversi ostacoli. Furono create piccole quantità di lire pesanti, in banconote da una, due, cinque e dieci lire, ai giorni nostri oggetto di collezionismo[6]. Il progetto, per motivi tecnici e politici, non fu mai portato a termine: la proposta venne bocciata in Parlamento dai deputati della Commissione Finanze nel 1991 perché fu ritenuta inutile in vista dell'unione monetaria europea; di conseguenza la lira pesante non entrò mai in circolazione[2][7].

Influenza culturale

Il dibattito politico sulla Lira pesante ha finito per influenzare anche il mondo del cinema:

Altri esempi di rivalutazione

Note

  1. ^ La “lira pesante”: i retroscena di un progetto incompiuto (PDF), su panorama-numismatico.com.
  2. ^ a b c Marco Cecchini, Lira pesante. Piaceva a Craxi e Amato, finì nel cestino, in Corriere della Sera, 21 marzo 1993 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2012).
  3. ^ GORIA: 'LIRA PESANTE NELL' 85 E COSTO DEL DENARO PIU' BASSO SOLO SE L', in la Repubblica, 29 dicembre 1984.
  4. ^ Enzo Cirillo, GORIA: SIAMO PRONTI PER LA LIRA PESANTE, in la Repubblica, 25 settembre 1984.
  5. ^ E Craxi convocò Ciampi. Così non nacque la lira pesante (PDF), su cilanazionale.org (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2006).
  6. ^ Immagini dei bozzetti per le nuove banconote, su cartamonetaitaliana.it. URL consultato il 12 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2009).
  7. ^ Lira pesante, l'uso politico della banalità, su lavoce.info. URL consultato il 14 marzo 2020.
  8. ^ (EN) RON (Romanian New Leu), su investors.wiki.