Maraviglioso Boccaccio
Calandrino (Kim Rossi Stuart) e l'elitropia
Paese di produzioneItalia
Anno2015
Durata120 min
Rapporto1,85:1
Generefantastico
RegiaPaolo e Vittorio Taviani
SoggettoGiovanni Boccaccio
SceneggiaturaPaolo e Vittorio Taviani
ProduttoreLuigi Musini e Donatella Palermo
Distribuzione in italianoTeodora Film
FotografiaSimone Zampagni
MontaggioRoberto Perpignani
MusicheGiuliano Taviani e Carmelo Travia
ScenografiaEmita Frigato
CostumiLina Nerli Taviani
Interpreti e personaggi

Maraviglioso Boccaccio è un film del 2015, diretto da Paolo e Vittorio Taviani.

Il film è basato sul Decameron di Giovanni Boccaccio.

Soggetto

Il film è tratto da cinque novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio:

Trama

Prima novella

Una donna, gravemente ammalata, viene abbandonata dalla madre del marito in una chiesa, poiché creduta morta. Messer Gentile, innamorato di lei, la trova, si sdraia accanto a lei e, sentendo il battito del suo cuore, capisce che è ancora viva. Messer Gentile la porta a casa propria e con l’aiuto dei suoi parenti la porta alla guarigione. Per poterla avere con sé organizza un banchetto al quale invita anche il marito di lei; durante il banchetto tiene un discorso nel quale chiede agli invitati se, secondo loro, una persona abbandonata e poi ritrovata e guarita da un’altra debba tornare con chi l’ha abbandonata oppure restare con chi l’ha guarita: gli invitati si schierano dalla parte di quest’ultimo. Messer Gentile, allora, scopre il suo volto e tutti scappano impauriti pensando si tratti di un fantasma. Messer Gentile fa comunque scegliere alla donna con chi vuole stare e lei sceglie Messer Gentile.

Seconda novella

Nella città di Firenze vive un pittore ingenuo di nome Calandrino che passa il suo tempo con altri due amici pittori chiamati Bruno e Buffalmacco, i quali spesso si prendono gioco di Calandrino. Una volta, infatti, Maso convince Calandrino della possibilità di trovare in un fiume una pietra dai poteri magici chiamata Elitropia. Calandrino convince i suoi amici ad andare a prendere l’Elitropia. Una volta al fiume, Calandrino raccoglie ogni sasso che fosse nero finché non ha la sua bisaccia piena. I due pittori fingendo di non vedere Calandrino si chiedono dove sia finito, dicendo ad alta voce, per farsi sentire: “Sarà già a casa a desinare.” Così, Bruno e Buffalmacco corrono in paese e convincono la gente che incontrano ad ignorare la presenza di Calandrino. Dopo un po’, l’ingenuo pittore arriva: tende scherzi alle persone, ruba denaro, distrugge porcellane, cerca di baciare una giovane fanciulla e fa inciampare un anziano. Arrivato a casa, la moglie lo accoglie e Calandrino, accortosi che lei lo può vedere, si infuria e la picchia violentemente. Nella scena seguente Calandrino è intento a mangiare, quando la moglie prende l’Elitropia e la solleva sopra la testa di lui. Ma, mentre la moglie tiene sospesa la pietra sulla testa del marito, la scena si interrompe e i dieci ragazzi discutono sul finale della novella, come se non fossero d’accordo su quale sia il finale più giusto da dare a questa storia.

Terza novella

Ghismunda, figlia del principe di Salerno, rimasta vedova, decide di tornare a casa del padre. Cerca subito un compagno, questo però è amico del padre. I due cominciano a frequentarsi di nascosto e lui, come simbolo del loro amore, le regala attraverso il padre una coppa fatta a mano proprio da lui. Quando il padre scopre la loro relazione si arrabbia e decide di uccidere l’amante della figlia; lei, venuta a conoscenza di quanto aveva fatto il padre, decide di bere del veleno proprio dalla coppa che le aveva regalato l’amante.

Quarta novella

La quarta novella è ambientata in un monastero lombardo dove una giovane suora, Isabetta, una ragazza di nobile origine e dalla rara bellezza, incontra un giorno un giovane di cui si innamora perdutamente; una notte Isabetta trova il modo di far entrare di nascosto il giovane nella propria camera. I due vengono scoperti e le monache decidono di smascherare Isabetta di fronte alla badessa. Recatesi dalla badessa, le monache le chiedono di alzarsi, vestirsi e seguirle. Non potevano scegliere momento peggiore perché anche la badessa è in compagnia di un uomo. Per evitare quindi che le suore si accorgano di lui e che entrino nella sua stanza, si veste in fretta e furia, mettendosi però per errore sul capo le brache al posto del velo. Uscita di corsa, si fa portare nella camera dove si trovavano i due amanti. Quando la badessa entra nella cella, i due, terrorizzati per essere stati scoperti, rimangono immobili. Madonna Usimbalda, sotto gli occhi delle altre monache, felici che la ragazza sia stata smascherata, mentre il ragazzo si sta rivestendo, comincia a rimproverare la giovane e a dirle che con il suo comportamento ha disonorato quel monastero, conosciuto per la propria rispettabilità e santità e che per questo sarà severamente punita. Mentre la badessa continua a sgridarla, Isabetta, a un certo punto alza lo sguardo, notando la strana cuffia della badessa. A questo punto prende coraggio e chiede alla badessa di allacciarsi la cuffia, così anche le altre suore alzano lo sguardo e vedono che cosa porta in capo la loro badessa. Quest'ultima si accorge finalmente del suo errore, cambia subito la sua predica e dichiara che ai sentimenti è impossibile resistere e che da quel momento chiunque potrà godere dei favori di un uomo. Così Isabetta e la badessa tornano ai loro rispettivi amanti lasciando senza parole le altre suore.

Quinta novella

Il giovane Federigo degli Alberighi, di nobilissima famiglia fiorentina, bravo nelle armi e ammirato da tutti per la sua cortesia, si è innamorato di una gentile dama ritenuta una delle più belle della città. Giovanna è rimasta vedova e ha un figlio in cattiva salute. Venuta l’estate, porta il figlio in campagna, in un podere di sua proprietà vicino a quello di Federigo. Il giovanetto, girando per i dintorni, conosce Federigo e comincia a frequentarlo e diventano amici. Nel frattempo, il bambino peggiora, forse anche per lo sforzo legato a tutti quei giorni trascorsi con Federigo a cacciare. È così innamorato del falcone che promette alla madre che, se il falcone diventasse suo, sarebbe guarito. Iniziano a fargli regali, ad esempio un cagnolino, ma lui continua a desiderare sempre e solo il falcone. La madre allora si decide e tenta di chiedere a Federigo del falcone, con la scusa di desinare da lui. Peccato, però che Federigo non ha niente da mangiare e, esitando molto, uccide e cucina il falcone, ovviamente ignaro di quella che sarebbe stata la richiesta di Monna Giovanna. Mangiano ed ella fa la “famosa” richiesta: in risposta, Federigo le porge una ciotola con i resti del falcone: le sue piume. Giovanna, addolorata, torna a casa dal figliolo, il quale si aggrava ulteriormente e muore. I fratelli di Giovanna, rimasta sola, decidono di trovarle un marito, ma lei vuole solo e soltanto Federigo. Dopo aver riflettuto molto, i suoi fratelli approvano la sua richiesta, Federigo accetta la proposta e i due amanti vanno a vivere insieme nella residenza di Monna Giovanna.

Confronto tra la versione cinematografica e le novelle originali

Prima novella (La novella di Messer Gentil de' Carisendi e Monna Catalina (X, 4) )

Rispetto all'originale di Boccaccio, nella versione filmica c’è la presenza di Nicoluccio e non si fa riferimento al fatto che la protagonista è in gravidanza. Nell'originale, inoltre, un servo avvisa Messer Gentile, il quale successivamente piange al pensiero che la sua amata sia morta; nel film manca la figura del servo. L’adattamento più importante è comunque nel finale, poiché nel testo di Boccaccio alla fine Messer Gentile restituisce figlio e moglie a Nicoluccio.

Seconda novella (Calandrino e l'Elitropia (VIII, 3) )

Rispetto alla novella, la versione filmica presenta le seguenti differenze:

Terza novella (La novella di Tancredi e Ghismunda (IV, 1) )

Nella versione filmica:

Quinta novella (La novella di Federigo degli Alberighi (V, 9) )

Nella novella originale:

L'atmosfera del Decameron

Nel film, I dieci giovani sono isolati in un casolare di campagna, devono addirittura imparare a fare il proprio pane.

Nel Decameron, i dieci giovani vanno in una villa non lontano da Firenze con i loro servi (che Boccaccio chiama fanti), e dopo qualche giorno si trasferiscono in un'altra bellissima villa. Ogni sera la nuova regina o il nuovo re danno istruzioni al siniscalco che prepari i pasti del giorno seguente. Ogni pasto e' pieno di delizie. Le donne passano il tempo raccogliendo fiori da mettersi nei capelli. Insomma, l'atmosfera del Decameron è molto più gioviale di quella del film.

Musiche

Nel film “Maraviglioso Boccaccio” del fratelli Taviani ci sono musiche originali contemporanee contrapposte a musiche storiche d’autore tratte dal repertorio operistico italiano.

MUSICHE ORIGINALI:

G.Taviani

C.Travia

MUSICHE STORICHE D’AUTORE:

G.Puccini: Intermezzo atto 3° dall’opera Manon Lescaut

G.Verdi: Macbeth

G.Rossini: Ouverture dall’opera Semiramide

G. Rossini: Atto 2° dell’opera La Cenerentola

Produzione

Le location del film sono state la Toscana (tra cui Piazza del Duomo a Pistoia, il Castello di Spedaletto, Villa La Sfacciata e Piazza Grande a Montepulciano) e il Lazio (la Basilica di Sant'Elia, il castello di Montecalvello, l'abbazia Sant'Andrea in Flumine e il Palazzo Giustiniani-Odescalchi a Bassano Romano).[1]

Distribuzione

Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 26 febbraio 2015.

Riconoscimenti

Note

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