Mario Lunetta (Roma, 23 novembre 1934 – Roma, 6 luglio 2017) è stato uno scrittore italiano.
Di famiglia piccolo borghese, nacque e crebbe alla Garbatella. Sperimentatore nei più diversi generi letterari e artistici, collaborò ai programmi culturali della RAI e a decine di giornali e riviste italiane e straniere, tra cui L'Unità, Corriere della Sera, Il Messaggero, Rinascita, Il manifesto e Liberazione. Fu curatore di importanti antologie (Il surrealismo, Roma, Editori Riuniti, 1976; Poesia italiana oggi, 1981, e, in collaborazione con Franco Cavallo, Poesia italiana della contraddizione, 1989, entrambe edite a Roma, Newton Compton).
Negli anni 1988-95 diresse la collana di poesia La camera rossa (Ed. Il Ventaglio), pubblicando opere di Claudio Rendina, Luigi Fontanella, Franco Cavallo, Paolo Guzzi, Francesco Paolo Memmo, Anna Malfaiera, Giuseppe Favati e Stefano Lanuzza, nonché la propria silloge In abisso, prefata da Gianni Toti, con la quale vinse il Premio Europa Sud (1989 e 1990).
Introdusse e curò opere, tra gli altri, di Italo Svevo, Emily Brontë, Émile Zola, Federico De Roberto, Gustave Flaubert, Dino Campana, Stefano Docimo, Gian Carlo Riccardi e Velso Mucci. Nel 2004 vinse il Premio Nazionale Letterario Pisa nella sezione Narrativa (lo stesso premio, ma per la Poesia aveva vinto due volte, nel 1974 e nel 1983)[1] e nel 2006 il Premio Alessandro Tassoni alla carriera[2]. Fu inoltre due volte finalista al Premio Bergamo , nel 1999 e nel 2006.[3]
Insegnò italiano presso l'Istituto Tecnico Agrario Statale "Giuseppe Garibaldi" di Roma.
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