Massimo Siviero (Roma, 26 gennaio 1942) è uno scrittore italiano di noir e gialli.[1]
Come saggista, tra l'altro, ha pubblicato per la prima volta uno studio sulla scrittura e la storia del thriller partenopeo e ha scoperto e documentato che Napoli è la patria storica del giallo italiano[2][3][4][5][6].
Giornalista come redattore de Il Mattino e come corrispondente de Il Messaggero da Napoli, autore di gialli e saggista. Laurea in sociologia e corso in lingua e civiltà francese alla Sorbona di Parigi[7]. Nato a Roma da genitori napoletani, vive a Napoli. Nel 1992 pubblica Il Diavolo Giallo, il suo primo romanzo poliziesco con il quale vince il Festival in Noir di Viareggio[8]. Fa la sua prima apparizione il personaggio del commissario capo Gabriele Abruzzese, il protagonista anche dei successivi romanzi[9].
Le trame dei suoi libri si svolgono in una società corrotta e malata che vuole trasformare le vittime in carnefici e coprire i colpevoli con una complicità tutta borghese[10]. Fa da sfondo alle storie, anche quando non è protagonista, una criminalità organizzata che ha sempre avuto vita facile nella metropoli all'ombra del Vesuvio[11]. Ha firmato diversi racconti[12]. Napoli è l'altra protagonista dei suoi noir[13]. Ha cercato di conciliare la tecnica investigativa con la narrazione d'ambiente legata alla cronaca nera e alla malavita. Anche per questo i suoi romanzi rientrano nel panorama del noir mediterraneo[14][15][16]. La finalità dichiarata dei suoi romanzi non è quella di far evadere ma di invadere il lettore[17][18].
Le indagini, nelle sue storie, privilegiano il fiuto e il metodo artigianale del protagonista Gabriele Abruzzese accanto alle procedure di medicina legale e di polizia scientifica tipiche del romanzo poliziesco[19]. Nel romanzo Caponapoli, uscito nella collana del Giallo Mondadori, il protagonista è il detective privato Joe Pazienza[20]. Il personaggio principale di Scorciatoia per la morte, pubblicato con Tullio Pironti Editore, è il commissario della Squadra Omicidi Ercole Basile[21].
Ha documentato che Napoli è la patria storica del giallo italiano: nel 1851-1852 il napoletano Francesco Mastriani, con Il mio cadavere, ha pubblicato a puntate il primo romanzo del genere in Italia. L'anno dopo è uscito il libro con l'editore Rossi di Genova[22].
Ha anche scoperto che Giacomo Leopardi, oltre che ad essere appassionato di vulcanologia, scrisse due odi a sfondo giallo che decise di non pubblicare[23][24].