Villa Sant'Antonio (Oristano) menhir di Monte Corru Tundu
Menhir di Champ-Dolent, Dol-de-Bretagne, Francia

I menhir (dal bretone men e hir "pietra lunga"; in italiano anche "pietrafitta") sono dei megaliti (dal greco "grande pietra") monolitici (da non confondere con i dolmen, polilitici e solitamente assemblati a portale), eretti solitamente durante il Neolitico, e potevano raggiungere anche più di venti metri di altezza, come ad esempio il Grand Menhir rotto di Locmariaquer (nel Morbihan in Bretagna).

Potevano essere eretti singolarmente o in gruppi, e con dimensioni che possono considerevolmente variare, anche se la loro forma è generalmente squadrata, alcune volte assottigliandosi verso la cima. I menhir sono ampiamente distribuiti in Europa, Africa e Asia, ma sono più numerosi nell'Europa Occidentale, in particolare in Bretagna e nelle isole britanniche. Sono stati eretti in molti periodi differenti, nel corso della preistoria, ed erano creati nel contesto della cosiddetta cultura megalitica che fiorì in Europa e dintorni.

Egitto

Francia

Bretagna

In Bretagna si trovano ampi campi (diversi chilometri), probabilmente una volta tra di loro collegati, con allineamenti (diverse file di sassi, tra di loro parallele, con dimensioni dei sassi in ordine di grandezza). I menhir bretoni sono dei massi di granito.

Gli allineamenti di Carnac (nel Morbihan) coprono una distanza di 4 km, tra il sito di Kerlescan a est e Le Ménec a ovest.

Altri menhir celebri sono il Grande menhir spezzato di Locmariaquer (Morbihan), il menhir di Champ-Dolent nei pressi di Dol-de-Bretagne (Ille-et-Vilaine) e il menhir di Saint-Uzec (Côtes-d'Armor).

Si ritiene che l'erezione dei menhir sia avvenuta in Bretagna tra il 4500 e 2000 a.C. (non vennero dunque eretti né dai bretoni, né dai celti). Vennero utilizzati in vario modo dalle popolazioni successive, specialmente per riti religiosi. In era cristiana, per soppiantare i riti pagani, diversi menhir vennero "cristianizzati" scolpendovi motivi cristiani o semplici croci (è il caso, ad esempio, del menhir di Saint-Uzec).

Menhir a Carnac
Altri menhir in Francia

Gli antichi Romani riutilizzarono i menhir come punti di riferimento sulle proprie strade, come veri e propri segnali stradali: infatti molti menhir si trovano a ridosso delle antiche strade romane o in prossimità degli incroci.

Germania

Gran Bretagna

Nuove Ebridi

La presenza elementi megalitici, quali menhir e dolmen, nelle Nuove Ebridi ha spinto l'antropologo John Layard a cercare una riprova della sua antropologia psicoanalitica basata sulle teorie di Carl Gustav Jung.

A Malekula egli analizzò il rituale maki consistente in un rito per mezzo del quale, secondo la teoria indigena del posto, un uomo, sacrificando maiali maschi, si appropriava della "forza" della vittima e si metteva al riparo, dopo la morte, dalla distruzione ad opera di uno spirito preposto alla sua persona. I sacrifici erano ripetuti parecchie volte nel corso della vita di un individuo, fino al momento in cui quest'ultimo riusciva a conquistarsi i defunti.

Il ciclo rituale si componeva di due parti, ciascuna caratterizzata dall'erezione di un monumento in pietra:

  1. Nel corso della prima parte del rito veniva elevato un monumento simile ai menhir dell'Europa preistorica: una pietra oblunga piantata verticalmente nel terreno (e che Layard associò al sesso maschile);
  2. Nella seconda parte del rito il monumento eretto era una piattaforma, anch'essa di pietra, simile al dolmen (che Layard associò, in contrapposizione al menhir, al sesso femminile).[1]

Italia

Sardegna

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Sardegna prenuragica, Sardegna megalitica e Betile.

Goni - Cagliari Pranu Muttedu
Perdas Longas - i menhir di Guspini
Menhir Guspini presso Casa Cadeddu


In Sardegna prendono il nome di perdas fittas o pedras fittas, ossia "pietre conficcate". Presenti in varie zone dell'isola, se ne contano 740[2] e possono essere completamente lisci, rappresentando una simbologia fallica, oppure avere scolpito il simbolo femminile della fecondità, le mammelle, segni inequivocabili della Dea Madre; alcuni hanno invece delle coppelle, come il menhir di Genna Prunas di Guspini, mentre l'originale stele di Boeli, meglio conosciuta come Sa Perda Pinta di Mamoiada, presenta una serie di spirali concentriche in quasi tutte le facce del monolito.

A Laconi, in provincia di Oristano, sono stati rinvenuti nelle campagne circostanti, oltre 100 menhir sia di tipo protoantropomorfo, cioè a faccia prospettica piana, sia antropomorfo, ossia con brevi stacchi somatici. Sono inoltre state ritrovate statue-menhir, o statue-stele, anch'esse caratterizzate dalla presenza di rilievi anatomici e tratteggi del viso più o meno stilizzati. Sempre a Laconi, nel Museo della statuaria preistorica in Sardegna, ospitato negli spazi di palazzo Aymerich, sono presenti decine di menhir ritrovati, oltre che nel suo territorio, in tutto il Sarcidano e in altri centri vicini.

A Villa Sant'Antonio, provincia di Oristano, si trova un'alta concentrazione di rari menhir protoantropomorfi e antropomorfi, tanto che l'area è stata soprannominata valle dei Menhir. I megaliti furono realizzati tra il 3300 e il 2500 a.C., durante l'epoca caratterizzata dalla cultura di Ozieri. In questa località si trova un menhir alto 5 metri e 75 cm, uno dei più alti sull'Isola[3].

A Goni, in provincia del Sud Sardegna, nel complesso archeologico di Pranu Muttedu, si trovano menhir allineati in lunghe file che fanno parte di un'area molto ricca di monumenti megalitici del Neolitico, comprese diverse domus de janas, le "case delle fate". Nel territorio di Sorgono, in provincia di Nuoro, è invece situato l'importante complesso di Biru 'e Concas.

A Sant'Antioco, nella provincia del Sud Sardegna, oltre ai più conosciuti quali Su Para e sa Mongia (il frate e la suora), è possibile osservare, negli agglomerati urbanistici preistorici, parecchi menhir di genere maschile, di forma fallica, con sezione a pilastro, e altri, femminili, con sezione piano-convessa o concavo convessa.

Quattro menhir si trovano tra i comuni di Tortolì e Barisardo, tra i quali uno è stato distrutto da dei vandali sul finire degli anni novanta. Sempre a Guspini possiamo trovare is Perdas Longas, anch'essi un esempio di due menhir in coppia situati in un campo vicinissimo alla zona industriale del paese. Il comune di Mamoiada risulta essere circondato principalmente da menhir mentre poche sono le testimonianze di megaliti più evoluti.

Puglia

Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti megalitici della provincia di Lecce.

Uno dei tanti menhir di Giurdignano
Menhir di Canne

I menhir, insieme con i dolmen e le specchie (nati come fari neolitici utilizzati durante le battute di caccia e che si sono evoluti in veri e propri sistemi di comunicazione), si trovano anche in Puglia, e in particolare nel Salento. In provincia di Lecce, sono disseminati dappertutto. Ogni centro possiede almeno un menhir. Nel comune di Giurdignano, nei pressi di Otranto, se ne contano addirittura più di 15 esemplari. A Martano, in provincia di Lecce, si ha la presenza di uno dei più alti menhir d'Italia, il "menhir de Santu Totaru", che raggiunge i 4,70 metri d'altezza.

I menhir del Salento furono, nel Medioevo, cristianizzati incidendo sulla pietra delle croci. Ancora oggi in alcuni paesi vi è l'usanza, la Domenica delle Palme, di fare delle processioni che terminano nelle vicinanze dei menhir dove vengono benedetti i ramoscelli di olivo.

A Modugno, in provincia di Bari ne sono presenti almeno due esemplari riconosciuti, tra cui vi è uno detto "Il Monaco" (presente sulla strada tra Modugno e Bitonto) per la sua presunta somiglianza a un uomo imponente e isolato.

A Terlizzi, in provincia di Bari, sono presenti almeno tre menhir allineati, il più conosciuto è il menhir della Via Appia. Nella città di Muro Leccese sono presenti diversi menhir. Ne sono ancora visibili 6.

A Sammichele, sempre in provincia di Bari, è presente un menhir ben conservato.

In tutta la Puglia si contano 79 menhir.

Sicilia

Toscana

All'isola d'Elba si trovano 4 menhir aniconici nel sito archeologico dei Sassi Ritti.

Liguria

Menhir di Tramonti

Piemonte

I menhir di Cavaglià
Il menhir di Lugnacco
Il menhir di Mazzè

Lombardia

Il menhir di Bulciago (Lecco)
I menhir di Barzago (Lecco)

Mongolia

Portogallo

Scandinavia

Lo stesso argomento in dettaglio: Cerchio di pietre (età del ferro).

Note

  1. ^ Ugo Fabietti, Storia dell'antropologia, Bologna, Zanichelli editore, 2015.
  2. ^ Salvatore Merella, I menhir della Sardegna
  3. ^ Villa Sant'Antonio, Necropoli di Is Forrus e menhir di Monte Corru Tundu, su sardegnacultura.it. URL consultato il 4 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2020).
  4. ^ Lettera dell'architetto Giacomo Francesco Sertorio riguardante un antico monumento scoperto da David Pareto. Oneglia, Ghilini, 1877.
  5. ^ Parco Nazionale delle Cinque Terre, su parconazionale5terre.it. URL consultato il 7 maggio 2019.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 29711 · LCCN (ENsh85083552 · GND (DE4140069-0 · BNE (ESXX540562 (data) · BNF (FRcb11978401p (data) · J9U (ENHE987007562999805171
  Portale Archeologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di archeologia