Michelangelo Russo | |
---|---|
Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana | |
Durata mandato | 3 maggio 1979 – 22 giugno 1981 |
Predecessore | Pancrazio De Pasquale |
Successore | Salvatore Lauricella |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1992 – 1994 |
Legislatura | XI |
Gruppo parlamentare | PDS |
Collegio | Sciacca |
Incarichi parlamentari | |
| |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Italiano (fino al 1991), Partito Democratico della Sinistra (dal 1991) |
Titolo di studio | Maturità classica |
Professione | funzionario di partito |
Michelangelo Russo (Sciacca, 27 gennaio 1931 – Palermo, 3 ottobre 2006) è stato un politico italiano.
Storico esponente del Partito Comunista Italiano in Sicilia, fu, assieme a Giorgio Napolitano, Emanuele Macaluso e Napoleone Colajanni uno degli esponenti di punta della corrente migliorista.
È stato vicesegretario regionale del PCI fra il 1967 e il 1971 e componente del comitato centrale nazionale. Fu tra i precursori della Svolta della Bolognina, costruendo intensi rapporti con l'area di governo, specialmente col Partito Socialista Italiano. Pur aderendo al Partito Democratico della Sinistra ebbe, insieme agli altri esponenti della corrente migliorista, difficili rapporti col vertice regionale del partito, rappresentato negli ultimi anni ottanta da Pietro Folena.
Deputato all'Assemblea Regionale Siciliana nella VII (1971-1976), VIII (1976-1981), IX (1981-1986) e X (1986-1991) legislatura. Presidente del Parlamento siciliano dal 3 maggio 1979 fino alla fine dell'VIII legislatura, nel 1981, negli anni del compromesso storico. Fu durante il suo mandato, il 6 gennaio 1980, che fu ucciso dalla mafia l'allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella, col quale Russo aveva costruito un'intensa collaborazione politica, oggetto di dure critiche da parte dell'area massimalista del PCI siciliano.
Alle Elezioni Politiche del 5 aprile 1992 fu eletto al Senato della Repubblica per il PDS nel collegio di Sciacca, raccogliendo 16.689 preferenze[1].
Negli anni di Tangentopoli fu coinvolto in un'inchiesta per una vicenda legata ad appalti, ma fu assolto con formula piena[2].
Morì il 3 ottobre del 2006 dopo una lunga malattia all'età di 75 anni; la camera ardente fu allestita all'Assemblea Regionale Siciliana[3].