Precipitatore elettrostatico

Il precipitatore elettrostatico (o ESP, dall'inglese Electro Static Precipitator) è un'apparecchiatura per la separazione di solidi dispersi all'interno di una fase gassosa attraverso l'applicazione di un campo elettrico. È uno dei sistemi attualmente più usati per l'abbattimento del particolato dai fumi in uscita dagli impianti di potenza.

Principio di funzionamento

Schema di un precipitatore elettrostatico.

I precipitatori elettrostatici agiscono sottoponendo i fumi ad un campo elettrico molto intenso (10.000 - 70.000 volt/m). In queste condizioni si crea una scarica elettrica di tipo corona (solitamente di segno negativo). La scarica elettrica crea molte coppie ioni-elettroni: gli ioni (positivi) verranno attratti dall'elettrodo negativo (elettrodo di scarica), mentre gli elettroni tenderanno a muoversi verso l'elettrodo positivo (elettrodo di captazione), ma tenderanno a venire "catturati" da molecole particolarmente elettronegative, come gli ossidi di zolfo e l'ossigeno. Si formano così degli ioni negativi, che tendono, per raggiungere maggiore stabilità, a venire assorbiti dalle particelle di particolato presenti nei fumi. Il particolato infatti, che di per sé è neutro e dunque non subisce in alcun modo la presenza di un campo elettrico, viene di fatto caricato e tende a dirigersi verso l'elettrodo di captazione dove, una volta a contatto con esso, perde la sua carica e cade lungo le pareti del precipitatore.

Un problema di questo sistema è legato alla resistività del particolato. Infatti:

Caratteristiche costruttive

Gli ESP sono generalmente realizzati in due forme:

Vantaggi

Svantaggi

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