Renato Mambor e Gloria Milland in una scena del film I ragazzi del juke-box del 1959.

Renato Mambor (Roma, 4 dicembre 1936Roma, 6 dicembre 2014) è stato un pittore e attore italiano.

Biografia

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Mambor olio su tela 80x120

Protagonista di spicco del fenomeno artistico sperimentale noto come giovane scuola di Roma sviluppatosi nella Capitale negli anni sessanta, in compagnia di nomi quali Mario Schifano, con il quale il giovane Mambor ebbe modo di sperimentare le sue prime visioni artistiche nell'appartamento di Cinecittà.[1]

Ha modo di far conoscere i suoi primi lavori in occasione di un premio organizzato nel 1958, destando perplessità a causa della peculiari caratteristiche d'avanguardia delle opere esposte, oltre che da Mambor, anche da altri suoi amici quali lo stesso Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Cesare Tacchi, Francesco Lo Savio e Sergio Lombardo. La sua prima esposizione ha luogo nel 1959 a Roma, alla Galleria "L'Appia Antica". Nel giugno dell'anno successivo vince uno dei "Premi di incoraggiamento" della Galleria d'Arte Moderna, per poi esporre alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis nel 1963, 1964 e negli anni successivi.[1]

Contemporaneamente si dedica anche al cinema, iniziazione di una successiva sperimentazione fotografica, partecipando come interprete a La dolce vita di Federico Fellini e lavorando, fra gli altri, con Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Totò, Chet Baker, Damiano Damiani e legandosi sentimentalmente con Paola Pitagora con la quale, dopo un rapporto durato molti anni, conserverà un forte legame di amicizia.[1]

Dal 1975 dirige la compagnia teatrale Gruppo Trousse (nome tratto dalla scultura di metallo da lui realizzata) concentrandosi su una ricerca interiore alla sfera dell'uomo, soprattutto negli aspetti cognitivi, emotivi, nervosi[2]. Dal 1975 al 1987 è autore e regista di opere teatrali, e proprio nell'esperienza teatrale viene accompagnato dalla donna che diventerà sua moglie, Patrizia Speciale. Parallelamente al campo teatrale si applica nella realizzazione di fotografie, performance, video e filmati, trascurando la pittura, cui tornerà a dedicarsi nel 1989 dopo una pausa decennale, cui seguirà un'interruzione dovuta a problemi di salute e una successiva ripresa del percorso artistico pittorico.[1]

Ha continuato a dipingere e ad esporre fino a poco prima della sua morte avvenuta il 6 dicembre 2014 a Roma.

Esposizioni principali

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La critica

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Nell'aprile 2012 Mambor appare sulla copertina della rivista culturale di Umberto Eco AlfaBeta2 come artista del mese; oltre alla copertina illustra ogni pagina con alcune sue opere esposte alla mostra di Berlino del 2012.

Scrive Achille Bonito Oliva: "Attratto dalla moltiplicabilità anonima dell'immagine, Mambor arriva alle "campionature" di uomini "statistici", avendo ridotto la matrice delle figure a timbro, per poi giungere ad illustrazioni di azioni e verbi elementari (camminare, abbracciare, asciugarsi, chiudere la porta) con conseguente riappropriazione del loro significato, dove è l'arte a produrre un rinnovato ed innocente apprendimento elementare, ma attraverso un'esibita neutralità esecutiva che discende dal rifiuto di considerare l'artista come un individuo privilegiato nella società".

Il cinema

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Parallelamente all'attività di pittore, partecipa come attore, ricoprendo piccole parti in alcuni film dai I ragazzi del Juke-Box del 1959, a Tobia al caffè del 2000.

Filmografia

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Note

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  1. ^ a b c d Barbara Martusciello, Diario creativo del testimone «Mambor», in Inserto Alias de Il manifesto, 13 dicembre 2014, p. 4.
  2. ^ Renato Mambor, Patrizia Speciale, Nato Re Magio.
  3. ^ : Governo Italiano :. Pagina interna atta alla stampa
  4. ^ Feature: The Big Picture - Exhibition - Renato Mambor: Storytelling at the Italian Cultural Institute until May 15 | Camden New Journal Archiviato il 10 dicembre 2014 in Internet Archive.
  5. ^ “Threads” – Renato Mambor, Berlino | ArteInvestimenti.it Archiviato il 10 dicembre 2014 in Internet Archive.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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