Rossi di Parma | |
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D'azzurro, al leone d'argento. | |
Fondatore | Orlando Rosso |
Data di fondazione | XII secolo |
Data di estinzione | XIX secolo |
Etnia | italiana |
Rami cadetti |
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La famiglia Rossi, sviluppatasi a Parma, è ricordata con questo cognome fin dal XII secolo, con Orlando detto "del Rosso", da cui il cognome della famiglia de' Rossi.
Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di San Secondo e Guerra dei Rossi.
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Lo storico Angeli[2] identifica il padre di Orlando con Sigifredo figlio di Bernardo, ricostruendo un albero genealogico a ritroso sino ad un Guido che l'Angeli afferma servì sotto Ottone I di Sassonia[2].
Tali origini tuttavia non trovano riscontro né nel Litta che identifica come capostipite Orlando Rosso e neppure negli scritti di Federico Rossi, figlio di Pier Maria III che nei suoi Elogia definì Orlando "certissimus prolis caput"[3].
Ciò che è certo è che fin dall'origine, i Rossi detenevano numerose proprietà sparse nel territorio di Parma; i nipoti di Orlando Rosso, Bernardo e Sigifredo, nel 1164 ricevettero in restituzione la signoria della quarta parte di San Secondo Parmense, già in loro possesso per aver vinto una causa contro i Canonici del Capitolo della Cattedrale di Parma che la detenevano abusivamente, essendo proprietari solo dei rimanenti tre quarti[4].
I discendenti ne mantennero il possesso, infatti nel 1210 Orlando e Ugo Rossi dettero terre in feudo in San Secondo[5][6]; nel 1230 Bernardo di Rolando Rossi, cognato di papa Innocenzo IV, vi aveva delle proprietà[7]; nel 1315 i Rossi avevano già un castello a San Secondo (poi San Secondo Parmense) diverso dall'attuale Rocca dei Rossi[4] e a Segalara.
Marsilio, Rolando e Pietro Rossi ebbero signoria a vario titolo e per tempi diversi di Parma, Reggio, Cremona, Modena, Lucca, Pontremoli tra il 1322 e il 1336. Pietro (Maria) I Rossi ebbe la signoria di Parma con Ottobuono de' Terzi (1404-1405), ebbe inoltre la conferma della signoria di Pontremoli nel 1413[8].
Nel 1365 Ugolino de' Rossi, vescovo di Parma, favorì la cessione delle terre di San Secondo, appartenenti al Capitolo della Cattedrale di Parma, ai suoi nipoti Bertrando e Giacomo de' Rossi; quest'ultimo divenne il primo conte di San Secondo, dando origine alla dinastia rossiana su San Secondo, che divenne uno dei centri dello stato rossiano.
Dapprima nominati conti di San Secondo, dopo la perdita dei loro feudi in seguito alla Guerra dei Rossi, tornarono in possesso di San Secondo e ne vennero nominati marchesi dal re Luigi XII di Francia, agli inizi del XVI secolo, con Troilo I. La famiglia subì quindi una confisca dei beni da parte dei Farnese nel 1634, Scipione I riuscì a rientrare in possesso dei feudi nel 1654 con gravi oneri finanziari, tanto che fu costretto a cedere tutte le rocche dell'appennino alla Camera Ducale nel 1666. Ai Rossi quindi restava solo il feudo di San Secondo nel parmense mentre tutti i loro beni erano ormai in territorio lombardo, compreso il palazzo di Farfengo.
Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche dei Rossi di Parma.
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Blasone: D'azzurro, al leone d'argento.[13]
In Armoriale, Rossi è attestato come cognome di nobile famiglia anche presso Venezia, Torino e Alessandria, Toscana e Catania:
Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale delle famiglie italiane (Ros-Roz).
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