Sinistra Classe Rivoluzione | |
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Segretario | Segreteria collettiva |
Coordinatore | Comitato centrale |
Stato | ![]() |
Sede | Milano, Niguarda, via Paulucci de Calboli 4 |
Abbreviazione | SCR |
Fondazione | 13 dicembre 2014 |
Derivato da | Partito della Rifondazione Comunista |
Ideologia | Comunismo Trotskismo |
Collocazione | Estrema sinistra |
Coalizione | Per una Sinistra Rivoluzionaria (2018) |
Affiliazione internazionale | Tendenza Marxista Internazionale |
Seggi Camera | 0 / 630
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Seggi Senato | 0 / 321
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Seggi Europarlamento | 0 / 76
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Seggi Consiglio regionale | 0 / 897
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Testata | FalceMartello Rivoluzione |
Organizzazione giovanile | Alziamo La Testa (ALT) |
Colori | Rosso |
Slogan | "I filosofi hanno finora solo interpretato il mondo; ora si tratta di cambiarlo" - Karl Marx |
Sito web | rivoluzione.red |
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Sinistra Classe Rivoluzione (SCR) è un movimento politico trotskista, sezione italiana della Tendenza Marxista Internazionale. Fino al 2014 era noto come FalceMartello, lo stesso nome della sua rivista teorica. Quell'anno ha però cambiato la sua caratterizzazione, presentandosi come un movimento politico autonomo il cui organo ufficiale è il mensile Rivoluzione.
Il primo numero di FalceMartello è uscito nel settembre 1986 come giornalino della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) di Ferrara poco prima che i suoi militanti fossero espulsi dal Partito Comunista Italiano (PCI). Dopo lo scioglimento del PCI questo gruppo ha costituito per diversi anni una componente dell'area trotskista del Partito della Rifondazione Comunista (PRC) su posizioni più radicali rispetto alla linea nazionale del partito e della sua organizzazione giovanile (si autodefiniva «la tendenza marxista nel PRC»). All'inizio del 2016 Sinistra Classe Rivoluzione è uscita ufficialmente dal PRC.
È esistita in Italia negli anni sessanta un'altra rivista con la testata Falcemartello e pure con posizioni politiche vicine al trotskismo, i cui sostenitori furono espulsi dal PCI nel 1966, che non ha tuttavia alcun legame con quella fondata negli anni ottanta e con Sinistra Classe Rivoluzione.
Se il primo numero del periodico FalceMartello esce nel 1986, le origini di questa rivista risalgono al 1983 quando alcuni giovani del circolo Lombardi della FGCI di Ferrara entrano in contatto con due militanti della tendenza internazionale guidata da Ted Grant. FalceMartello è il nome del giornalino di questo circolo. Tra le sue prime campagne quella del 1984-1985 in solidarietà con la lotta sindacale dei minatori della Gran Bretagna contro il governo di Margaret Thatcher. I suoi diffusori e sostenitori vengono presto espulsi dal PCI per i palesi rapporti intrattenuti col gruppo trotskista britannico del Militant e per le critiche rivolte alla linea eurocomunista del partito. Anche i militanti che vengono espulsi continuano tuttavia a considerarsi membri del PCI verso cui il giornale mantiene un forte orientamento, dichiarandosi organo de «i marxisti del PCI».[1]
Nel movimento studentesco del 1989 (preludio alle lotte universitarie della Pantera del 1990) ha un ruolo decisivo nella promozione e nello sviluppo del Sindacato degli Studenti a partire dai licei e dagli istituti tecnici milanesi.[2]
Nonostante non avesse posizioni che si possano definire filosovietiche la caduta del muro di Berlino e in seguito il crollo dell'Unione Sovietica, di concerto con una grave crisi interna che colpisce i suoi sodali britannici del Militant, rallentano lo sviluppo del gruppo che era cresciuto in organizzazione e influenza nei tre anni precedenti.[3]
Sciolto il PCI, il gruppo rimane in parte all'interno del partito nato dalle ceneri della Bolognina, il Partito Democratico della Sinistra, ma subito dopo si orienta al PRC. Diversamente dai gruppi troskisti attivi all'interno di Democrazia Proletaria, a FalceMartello proprio per questa sua adesione tardiva[senza fonte] non verranno riconosciuti posti di diritto nella formazione originaria dei gruppi dirigenti del PRC. Nel dibattito interno della nuova forza politica il gruppo si colloca nell'ala sinistra insieme ai gruppi raccolti attorno alle riviste Proposta per la Rifondazione Comunista e Bandiera Rossa, le cui figure di spicco sono rispettivamente Marco Ferrando e Livio Maitan. Insieme a questo raggruppamento conduce battaglie congressuali contro la maggioranza congressuale del PRC (Garavini-Cossutta prima e Bertinotti-Cossutta poi).
L'esperienza del Sindacato degli Studenti, che si ispirava esplicitamente all'esperienza del Sindicato de Estudiantes spagnolo (promosso da un gruppo trotskista iberico avente la stessa posizione politica e gli stessi riferimenti internazionali di FalceMartello), sfocia nel 1995 nei Comitati in difesa della Scuola Pubblica che contribuiscono a delineare un profilo fortemente giovanile del gruppo nel corso degli anni novanta.[4]
Nel 1996 FalceMartello si oppone all'appoggio del PRC al primo governo Prodi. Dopo l'uscita dal centro-sinistra e la scissione del Partito dei Comunisti Italiani nel 1998 si ha un rimescolamento di posizioni all'interno del PRC col passaggio della componente di Maitan nella maggioranza bertinottiana del partito. FalceMartello e Proposta restano a questo punto le riviste dell'ala sinistra del partito, che nel 1999 si costituisce in Area programmatica Progetto Comunista.
Nel 2001 si ha un processo di separazione di FalceMartello dall'Area Programmatica Progetto Comunista. Secondo FalceMartello si è trattato di una vera e propria espulsione mentre da parte del gruppo egemone nell'area si parla di una semplice presa d'atto dell'esistenza di eccessive divergenze politiche. FalceMartello si costituisce così come componente autonoma del PRC.[5]
Nel 2002 si svolge il V Congresso del PRC nel quale si confrontano due mozioni contrapposte. FalceMartello appoggia la mozione della sinistra del partito (che raccoglie l'11% dei voti ed è la mozione del rifiuto della ricomposizione dell'alleanza col centro-sinistra, contraria alla linea della non-violenza, che ribadisce la validità del concetto di imperialismo e che si oppone a quello che è considerato come lo scioglimento dell'organizzazione nel movimento no-global), presentando tuttavia un insieme di emendamenti a livello nazionale al testo redatto da Marco Ferrando e altri. Gli emendamenti definiscono per la prima volta a livello nazionale i punti di specificità della posizione di FalceMartello: proposta di intervento sindacale nella sola CGIL, posizione del fronte unico, affermazione della debolezza organica del capitalismo italiano, analisi del berlusconismo come opzione reazionaria avanzata da una parte della stessa grande borghesia e rifiuto delle allusioni scissioniste già allora fatte dal gruppo di Ferrando.[6]
Sempre nel 2002 in seguito alle modifiche statutarie, il PRC inizia ad ammettere la formazione esplicita di componenti (correnti organizzate) e FalceMartello viene registrata come una componente nazionale, avendo ottenuto due posti nel Comitato Politico Nazionale (Alessandro Giardiello e Claudio Bellotti). Lo stesso anno i giovani appartenenti alla componente presentano un documento autonomo (il numero 5) alla II Conferenza Nazionale dei Giovani Comunisti, Giovani Comunisti: disobbedienti o rivoluzionari?, che raccoglie il 7% dei voti e sulle cui posizioni si comincia ad attestare la maggioranza dei Giovani Comunisti in alcune federazioni provinciali.[7]
Il VI Congresso del PRC (che si tiene a Venezia nel gennaio 2005) è l'occasione per FalceMartello per la presentazione finalmente di una propria mozione congressuale (ancora la numero 5), che porta il titolo Rompere con Prodi, preparare l'alternativa operaia e che ottiene l'1,7% dei voti.[8] Nella III Conferenza Nazionale dei Giovani Comunisti del 2006 invece FalceMartello promuove il quarto documento intitolato Giovani Comunisti: rivoluzionari del XXI secolo (7%).[9]
Dal cambio di secolo sulle pagine di FalceMartello trovano ampio spazio i nuovi movimenti di lotta che si affacciano sulla scena politica mondiale e italiana con le manifestazioni anti-WTO di Seattle e anti-G8 di Genova, con le convulsioni politiche in Venezuela e in tutta l'America Latina, con le lotte sindacali (in particolare quella in difesa dell'articolo 18 dello statuto dei Lavoratori) e contro la guerra in Iraq in Italia, in Europa e nel mondo. Nello sviluppo di queste mobilitazioni FalceMartello vede uno spazio per il rilancio delle idee rivoluzionarie marxiste e per l'applicazione dei suoi metodi organizzativi. Il gruppo gioca in particolare un ruolo importante nel 2004 e nel 2005 nelle lotte sociali nella provincia di Modena, dirigendo di fatto il conflitto sindacale (molto aspro in quella zona del Paese) attorno al rinnovo del contratto dei metalmeccanici e costituendo un comitato di immigrati (soprattutto nordafricani) contro l'espulsione dalle proprie abitazioni dei residenti in un palazzo di un quartiere periferico nella città di Sassuolo, vicenda attorno alla quale si sviluppa un forte contrasto razziale, sociale e politico (la giunta responsabile dell'espulsione è di centrosinistra) che raccoglie una risonanza nazionale.[10]
Nel 2006 con la divisione dei gruppi di Marco Ferrando e Francesco Ricci e la successiva uscita di entrambe le sotto-componenti dal partito, seguite nel 2007 dall'area Sinistra Critica, FalceMartello resta l'unica componente di rilevanza nazionale della sinistra del PRC, dove con questa espressione si indica generalmente quell'ala del PRC che esprime una contrarietà di principio agli accordi con i partiti di centro.
Nel 2008 si presenta al congresso con un proprio documento (la mozione numero 4), soprannominato «la mozione operaia»[11] e intitolato Una svolta operaia per una nuova Rifondazione comunista che propone tra le altre cose:
La quarta mozione di FalceMartello raccoglie 1.400 voti rappresentando dunque il 3,2% e prevalendo in 47 circoli e in una federazione provinciale. L'esito del congresso non consegna a nessuna mozione la maggioranza assoluta, creando uno scontro molto aspro tra la seconda mozione guidata da Nichi Vendola e la prima che candida Paolo Ferrero segretario nazionale del partito. Nella combattuta assise nazionale del congresso a Chianciano Terme ha un ruolo decisivo schierandosi con la sinistra larga del partito (costituita dunque dalle mozioni 1, 3 e 4) e determinando così la sconfitta dell'area Vendola. Questa inedita combinazione di forze è suggellata dalla presentazione di un documento politico comune intitolato Ricominciamo: una svolta a sinistra.[12]
Per la prima volta nella sua storia questa componente entra così a fare parte della maggioranza del PRC, un ruolo che viene ratificato dalla sua entrata nella Segreteria Nazionale a settembre.
La partecipazione di FalceMartello alla segreteria nazionale del PRC è subito basata sull'idea di approfondire la «svolta di Chianciano» del VII Congresso e dandone così un'interpretazione molto radicale. Immediatamente inizia la battaglia contro le alleanze col PD nelle giunte comunali, provinciali e regionali, definite «seconda linea del governismo». Al tempo stesso il ruolo importante di FalceMartello alla testa nei dipartimenti del PRC che si occupano del radicamento sociale e della presenza del partito sui luoghi di lavoro impegna questa tendenza politica in un lavoro di rafforzamento della presenza comunista in alcune fabbriche del Paese. Nelle elezioni europee di giugno il segretario del circolo PRC presso lo stabilimento FIAT di Pomigliano d'Arco, il giovane operaio Mimmo (Domenico) Loffredo, militante di FalceMartello, ottiene quasi ottomila preferenze.[13]
Nel gennaio 2009 Nichi Vendola e la sua corrente promuovono una scissione. Parte dei vendoliani non seguono tuttavia il loro capo politico e restano all'interno del partito. Da quel momento inizia un processo di riavvicinamento tra Ferrero e l'ala più moderata (ex vendoliana) del partito, che culmina nell'ingresso di due esponenti di questa corrente nella Segreteria Nazionale alla fine dell'estate. Al tempo stesso si tengono i primi incontri preparatori per la importante tornata di elezioni regionali del 2010, nelle quali FalceMartello prevede che il PRC, ora incluso nella Federazione della Sinistra, stringe accordi con il centrosinistra quasi ovunque. Lo stesso processo federativo con altre forze e associazioni di sinistra viene in questo contesto visto da FalceMartello come una parziale riproposizione dello schema fallimentare de La Sinistra l'Arcobaleno per la limitazione del coinvolgimento della base e la sua subalternità politica nei confronti del PD e dell'Italia dei Valori. Da questa situazione consegue l'uscita di FalceMartello dalla Segreteria Nazionale e il ritorno ad una posizione di dissenso verso la linea nazionale del partito, annunciata da Claudio Bellotti con queste parole: «Poiché io credo al senso di responsabilità, ho il dovere di dire che a questa cosa non credo, e devo essere conseguente. Io non credo che questo gruppo dirigente, con questi assetti e con questa linea politica, possa portare il partito fuori dalla palude nella quale siamo finiti e non sono dunque disposto a farne parte, appunto perché esiste il senso di responsabilità. Se la proposta verrà approvata io quindi non farò parte di questa segreteria, per quanto ci riguarda non sarà una gestione unitaria».[14]
Le prese di posizione di Ferrero a favore di governi tecnici o accordi tecnici o Comitati di Liberazione Nazionale con la partecipazione della sinistra al fianco di Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e Antonio Di Pietro conferma agli occhi dei militanti di FalceMartello il compimento di una controsvolta verso destra che ha tradito e cancellato il senso della svolta di Chianciano.[15]
All'inizio del 2010 si tiene la IV Conferenza Nazionale dei Giovani Comunisti in occasione della quale FalceMartello presenta un documento alternativo intitolato Lottare, occupare, resistere!.[16] Il documento raccoglie il 24,5% dei voti (la maggioranza dei consensi in Lombardia, Basilicata e Trentino-Alto Adige).[17] Anche nell'organizzazione giovanile dunque questa componente rappresenta il principale polo di aggregazione dell'opposizione di sinistra all'interno del PRC.
La distanza tra la linea maggioritaria del PRC e di FalceMartello si acuisce ulteriormente quando si arriva da parte dei dirigenti della Federazione della Sinistra all'elaborazione della tattica della costruzione di un'alleanza democratica con il centro-sinistra per creare una coalizione elettorale (sebbene non di governo) in caso di caduta del quarto governo Berlusconi. Questo conduce alla presentazione da parte del dirigente di FalceMartello Claudio Bellotti di un documento alternativo,[18] molto critico verso questa linea, per il primo congresso della Federazione della Sinistra.
Nel settembre 2011 gli organi dirigenti del PRC avviano il percorso dell'VIII Congresso. FalceMartello, con l'appoggio anche della componente Controcorrente, presenta un documento politico alternativo a quello presentato congiuntamente dalle componenti del partito che sostengono la segreteria nazionale (l'area di Ferrero, Essere Comunisti di Claudio Grassi, gli ex vendoliani e altri gruppi minori, con l'eccezione di una minoranza che presenta un terzo documento).[19][20][21]
Il documento 2 si intitola Per il partito di classe e ha come primo firmatario Claudio Bellotti.[22] Viene sottoscritto da 10 membri del Comitato Politico Nazionale del PRC e raccoglie il 12,8% presso i Comitati Politici Federali[23] prima dello svolgimento dei congressi di circolo veri e propri, dove sale al 13,4%.[24] Tra i sottoscrittori del documento sono posti in evidenza quattro membri del Comitato Centrale della FIOM e numerosi delegati sindacali, in particolare metalmeccanici legati alle vertenze FIAT e Fincantieri.[25]
Tra i temi politici principali del documento congressuale si trovano i seguenti:
In occasione delle elezioni politiche del 2013 il PRC entra nel cartello elettorale Rivoluzione Civile guidato dall'ex magistrato Antonio Ingroia. FalceMartello esprime il suo sostegno critico alla lista, denunciandone tuttavia il carattere puramente elettorale, la confusione programmatica, la sua distanza dalla necessità della ricostruzione di un partito della classe lavoratrice e il ruolo subordinato della sinistra radicale nella coalizione.
I risultati elettorali consegnano un risultato insoddisfacente a Rivoluzione Civile (2,25% alla Camera e l'1,8% al Senato) che non elegge alcun deputato e senatore. La disfatta elettorale apre una fase di stallo all'interno del PRC che 9 mesi dopo apre un percorso congressuale.
A settembre 2013 si apre il percorso congressuale del PRC (conclusosi a Perugia l'8 dicembre 2013). FalceMartello presenta un suo documento congressuale dal titolo Sinistra, classe, rivoluzione, il cui primo firmatario è Claudio Bellotti.[26] Il nome del documento era già stato utilizzato in un'assemblea tenutasi a Bologna. Il documento è sottoscritto da 17 membri del Comitato Politico Nazionale del partito e sarà sostenuto da 1.001 militanti nei congressi di circolo, attestandosi al 9,49% dei consensi della platea congressuale. Tra i firmatari del documento congressuale sostenuto da FalceMartello si annoverano membri del Comitato Centrale della FIOM e numerosi delegati sindacali, in particolare metalmeccanici legati alle vertenze FIAT e Fincantieri, nonché diversi studenti medi e universitari.
Nella mozione Sinistra, classe, rivoluzione si sostiene in via di esaurimento l'esperienza del PRC in seguito a una serie troppo lunga di errori politici che rendono improbabile che il partito giochi un ruolo decisivo nella formazione di un futuro partito di classe. Quella del partito di classe resta la prospettiva fondamentale avanzata nella mozione, ma a differenza della precedente tornata congressuale i firmatari sostengono la necessità per l'avanguardia più cosciente dei rivoluzionari presenti nel PRC di organizzarsi autonomamente dal partito stesso per intervenire politicamente nel periodo preparatorio alla formazione di questo partito che ancora non c'è. Si prevede che la formazione di un autentico partito di classe sarebbe avvenuto in un rapporto stretto con lo svilupparsi della lotta di classe e avrebbe contemplato uno scontro ideologico tra correnti riformiste e rivoluzionarie.
La mozione prelude già al lancio del movimento politico omonimo di Sinistra Classe Rivoluzione in una conferenza nazionale che si tiene a Pero dal 6 all'8 dicembre 2014.[27] In seguito al lancio del movimento politico che dichiaratamente non è un partito, ma comunque un'organizzazione politica indipendente, viene lanciato anche un nuovo giornale quindicinale, Rivoluzione,[28] con FalceMartello che diventa la rivista teorica a uscita bimestrale del movimento. Il gruppo studentesco vicino al gruppo (Comitato in difesa della Scuola Pubblica) assume il nome di Sempre in Lotta.
Nel gennaio 2016, in occasione del tortuoso processo di alleanza (poi interrotto nel 2017) tra il PRC e Sinistra Italiana, FalceMartello abbandona ufficialmente il PRC annunciando che i propri militanti non rinnoveranno la tessera del partito.[29][30]
Il 7 Gennaio del 2017 a Bologna si tiene il XIX Congresso di Sinistra Casse Rivoluzione[31] in cui si decide che la nuova epoca sta diventando ostile verso la classe dei lavoratori[32] e si segue una linea rivoluzionaria in opposizione a tutte le organizzazioni sindacali e partiti politici.
Nel 2017 Sinistra Classe Rivoluzione promuove la formazione di un fronte elettorale tra forze della sinistra rivoluzionaria privilegiando i rapporti con le organizzazioni di ispirazione trotskista. Nel dicembre 2017 viene ufficializzata la presentazione per le elezioni politiche del 2018 di una lista comune tra Sinistra Classe Rivoluzione e il Partito Comunista dei Lavoratori dal nome Per una Sinistra Rivoluzionaria con un programma marxista.[33]
La lista ottiene 29.176 voti (0,08%) alla Camera e 32.501 voti (0,10%) al Senato non eleggendo alcun rappresentante in Parlamento.[34][35]
L'esperienza non viene ripetuta nelle elezioni successive, anche se il PCL ripeterà un appello a formare una coalizione simile nel 2022.
Nel XX Congresso di Sinistra Classe Rivoluzione 8 dicembre del 2018 a Milano si vota per un pieno supporto al movimento NOTAV.[36]
Nel XXI Congresso di Sinistra Classe Rivoluzione "È un momento eccezionale per essere dei rivoluzionari!" Tenuto nel 5-6-7 dicembre del 2020 a distanza, si discute del fatto che il mondo si inizia a mobilitare e le posizioni anti-capitaliste durante l'epidemia COVID-19 iniziano a crescere e che si presenta una vera possibilità di coscienza di classe nei prossimi tempi, erano presenti come ospiti: Fred Weston e Alan Woods.[37]
Al XIX congresso della CGIL il 9 e 10 gennaio del 2022, Sinistra Classe Rivoluzione appoggia il documento "Le Giornate di Marzo"[38] facendo campagna nella CGIL per: una Scala mobile dei salari[39][40][41][42][43][44], scala che fu abolita nel 1992[45] in cui il salario si alza insieme all'inflazione, per un Salario minimo, in cui ogni lavoratore assunto ha diritto ad una paga base sancita dalla Legge che, nonostante sia presente in molti paesi europei, non è mai stato attuato in Italia, e contro la riforma delle pensioni nota come legge Fornero.
In occasione delle elezioni politiche del 2022 dà indicazione di voto per Unione Popolare. non nascondendo un appoggio critico.[46][47]
Le posizioni politiche di questo gruppo si fondano sulle idee di Karl Marx[48], Friedrich Engels, Vladimir Lenin[49], Leon Trockij[50], sull'elaborazione dei primi quattro congressi della Terza Internazionale[51] e su quel ramo della Quarta Internazionale[52] guidato in Gran Bretagna da Ted Grant[53] (che negli anni sessanta e ottanta ha rappresentato con il gruppo Militant attivo nella sinistra del Partito Laburista una delle due forze politiche di tradizione trotskista più significative d'Europa). Le idee caratteristiche di questo gruppo sono le seguenti:
FalceMartello e dal 2015 Rivoluzione sono diffusi dai suoi sostenitori soprattutto davanti a luoghi di lavoro e scuole, nelle università e nei cortei della sinistra e del sindacato. Diffusori sono presenti in città distribuite su tutto il territorio nazionale, ma i gruppi più significativi sono quelli di Milano, Bologna, Modena, Roma e Napoli.
La sede nazionale del gruppo si trova a Milano.[71]
Elezione | Voti | % | Seggi | |
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Politiche 2018 | Camera[72] | In Per una Sinistra Rivoluzionaria
32.000* |
0 / 630
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Senato[73] | 0 / 315
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