Stemma codicum della tradizione delle opere di Plauto secondo il filologo classico Cesare Questa

In filologia uno stemma codicum ("albero genealogico dei codici") è la rappresentazione grafica, in forma ramificata, del percorso che dall'archetipo porta ai testimoni di un testo. La dottrina delle relazioni di dipendenza dei manoscritti si denomina stemmatica.

Descrizione

[modifica | modifica wikitesto]

Esso è il frutto di un'attenta indagine sulla tradizione di un testo antico.

Si potrebbe dire che lo stemma è l'albero genealogico del testo pervenutoci, uno schema piramidale al cui vertice c'è l'archetipo (quasi mai conservato), da cui provengono per copie successive le varie famiglie del testo conosciute, i cui testimoni occupano le basi di questa piramide.

Si tratta, in altre parole, della rappresentazione grafica delle relazioni intrattenute tra i diversi testimoni di un'opera che tramite essi ci è stata tramandata. Il testimone è una copia che testimonia il contenuto dell'opera originale. L'archetipo è ciò che i testimoni tramandano, spesso alterandone la forma in più luoghi.

Legenda dello stemma codicum

[modifica | modifica wikitesto]

Utilizzo dello stemma codicum

[modifica | modifica wikitesto]

Oggi non c'è edizione critica di un testo antico che non riporti il suo stemma codicum.

L'esatta ricostruzione di esso è nel metodo di Lachmann lo scopo della recensio, che è l'attività preliminare necessaria all'emendatio, con cui l'editore tenta di correggere tutti gli errori sopravvenuti in un testo tramandato per stabilirne la forma migliore, la più vicina possibile all'originale scritto dall'autore, dando così un'edizione critica del testo.

Ma la ricostruzione dello stemma codicum permette una adeguata selezione delle lezioni, soltanto se la recensione è chiusa o verticale; se invece ci si trova di fronte a una recensione aperta, o orizzontale, come la chiama Giorgio Pasquali, e cioè se l'intera tradizione non deriva da un unico archetipo, lo stemma codicum risulta inefficace ed è necessario ricorrere a "criteri interni", valutando quale tra le diverse lezioni aderisca maggiormente all'usus scribendi dell'autore o ancora quale sia la lectio difficilior ("la lezione più difficile", e dunque improbabilmente dovuta a qualche copista, che anzi tende a banalizzare le lezioni dell'esemplare che sta copiando).

Bibliografia

[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]