Lo Stige (in greco antico: Στύξ?, Stýx - dal verbo στυγέω, "odiare"[1]), noto anche come "fiume dell'odio", è uno dei cinque fiumi presenti negli Inferi secondo la mitologia greca e romana.
Secondo il mito lo Stige si estendeva in nove grandi meandri che formavano una palude, detta appunto "palude Stigia", che ostacolava la strada per arrivare al vestibolo dell'oltretomba; gli altri fiumi infernali erano Cocito (fiume del pianto), Acheronte (fiume del dolore), Flegetonte (fiume del fuoco) e Lete (fiume dell'oblio).
Gli dei lo chiamavano a testimone nei loro giuramenti mettendo in palio la propria appartenenza ai principi informatori del cosmo, dato che la potenza del fiume era tale che anch'essi la temevano, e tale giuramento era una formula inviolabile: se un dio era sospettato di mentire Zeus gli faceva bere una brocca d'acqua di questo fiume e qualora Stige avesse scoperto che aveva mentito il dio passava un anno in coma e nove anni lontano dai simposi.
Le sue acque avevano anche il potere di rendere invulnerabili: Teti infatti vi immerse il figlio neonato Achille tenendolo però per il tallone, che non essendo stato toccato dall'acqua divenne il suo proverbiale punto debole.