Tsai Ming-liang

Tsai Ming-liang[1] (蔡明亮S, Cài MíngliàngP) (Kuching, 27 ottobre 1957) è un regista e sceneggiatore malese naturalizzato taiwanese.

Una delle figure di punta della seconda ondata del Nuovo Cinema di Taiwan, esordisce nei primi anni novanta. Caratterizzato da uno stile molto personale e radicale, consente allo spettatore di cogliere immediatamente il tocco della sua regia, ovvero un lento susseguirsi di inquadrature statiche ed indulgenti, come se fossero tante pitture in sequenza, in un'ottica molto distante dalle produzioni mainstream. Nei suoi film, dal rigore bressoniano (totale assenza di colonna sonora, dialoghi pressoché minimali e rari movimenti di camera) si assiste al formarsi di immagini che narrano atti gratuiti, disperazioni e solitudini metropolitane.[2]

Vincitore di svariati premi cinematografici internazionali, fra cui il Leone d'oro della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel 1994 per il film Vive l'amour.

Biografia

Tsai nasce a Kuching, nello stato di Sarawak (in Malaysia), il 27 ottobre del 1957 da una famiglia sino-malese. Nel 1977, all'età di vent'anni, emigra a Taiwan, dove studia teatro e cinema presso la Chinese Culture University di Taipei, laureandosi nel 1982. Tra il 1981 e il 1983 ha scritto quattro opere teatrali sull'isolamento urbano (tema poi ricorrente anche nel suo cinema), e tra il 1982 e il 1987 cinque sceneggiature. Tra il 1989 e il 1991 ha sceneggiato dieci film per la televisione, otto dei quali da lui diretti, come Hajiao tianya (1989) e Xiaohai (1991), ruotanti attorno figure di giovani ribelli alla deriva nella metropoli.[3]

Esordisce nel 1992 nel lungometraggio cinematografico con Qīngshàonián Nézhā (Rebels of the Neon God), che vince il premio per il miglior film al Torino Film Festival. Con le sue opere successive raggiunge la notorietà internazionale e conquista importanti riconoscimenti nei maggiori festival cinematografici. Nel 1994 la sua opera seconda Vive l'amour (Ai qing wan sui) vince il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia, nel 1997 Il fiume (He liu) vince l'Orso d'argento (premio speciale della giuria) al Festival internazionale del cinema di Berlino.[2][4]

Nel 1998 con il film The Hole - Il buco partecipa ad un progetto sull'ultima notte del millennio prodotto dalla rete televisiva franco-tedesca La Sept Arte, di cui fanno parte tra gli altri anche Last Night di Don McKellar e Midnight di Walter Salles. Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes, vince il premio FIPRESCI. Ritorna a Cannes nel 2001 con il successivo Che ora è laggiù? (Ni na bian ji dian) (2001) che vince un premio tecnico, a Venezia nel 2003 con Goodbye, Dragon Inn (Bu san) viene premiato con il FIPRESCI e nel 2006 con Hei yan quan, a Berlino nel 2005 con Il gusto dell'anguria (Tian bian yi duo yun), Orso d'argento.

Nel 2007 partecipa al film celebrativo a episodi Chacun son cinéma mentre nel 2013 si ripresenta a Festival di Venezia con Jiao you, vincendo il Gran premio della giuria.[5]

Filmografia

Regista e sceneggiatore

Lungometraggi

Cortometraggi e mediometraggi

Documentari

Televisione

Teatrografia

Attori feticcio

Tsai collabora frequentemente con gli stessi attori:

Actor Qīngshàonián Nézhā
(1992)
Vive l'amour
(1994)
Il fiume
(1997)
The Hole - Il buco
(1998)
Che ora è laggiù?
(2001)
Goodbye,
Dragon Inn

(2003)
Il gusto dell'anguria
(2005)
I Don't Want
to Sleep Alone

(2006)
Visage
(2009)
Stray Dogs
(2013)
Lee Kang-sheng X X X X X X X X X X
Lu Yi-ching X X X X X X X
Yang Kuei-mei X X X X X X X
Chen Shiang-chyi X X X X X X X
Chen Chao-jung X X X X X X
Miao Tien X X X X X
Jean-Pierre Léaud X X
Norman Atun X X

Note

  1. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Tsai" è il cognome.
  2. ^ a b (EN) Jean-Pierre Rehm, Olivier Joyard e Danièle Rivière, Tsaï Ming-liang, Dis Voir, 1º gennaio 1999, ISBN 9782906571907. URL consultato il 29 maggio 2016.
  3. ^ J.-P. Rehm, O. Joyard, D. Rivière, Tsaï Ming-liang, Parigi, 2000.
  4. ^ (EN) Disrupting Boundaries of Desire: Gender, Sexuality, and Globalization in Tsai Ming-liang's Cinema of the Oppressed, ProQuest, 1º gennaio 2008, ISBN 9781109003475. URL consultato il 29 maggio 2016.
  5. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Tsai Ming-liang | MYmovies, su www.mymovies.it. URL consultato il 21 maggio 2016.

Bibliografia

Altri progetti

Controllo di autoritàVIAF (EN49064783 · ISNI (EN0000 0000 8152 8675 · Europeana agent/base/66922 · LCCN (ENnr00010014 · GND (DE131659243 · BNE (ESXX1491740 (data) · J9U (ENHE987007431353705171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr00010014