Volturara Appula comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Provincia | Foggia |
Amministrazione | |
Sindaco | Vincenzo Zibisco (lista civica Volturara nel cuore) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 41°30′N 15°03′E |
Altitudine | 489 m s.l.m. |
Superficie | 52 km² |
Abitanti | 370[1] (31-10-2023) |
Densità | 7,12 ab./km² |
Comuni confinanti | Alberona, Celenza Valfortore, Motta Montecorvino, San Bartolomeo in Galdo (BN), San Marco la Catola, Volturino |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 71030 |
Prefisso | 0881 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 071061 |
Cod. catastale | M131 |
Targa | FG |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | volturaresi |
Patrono | Maria Santissima della Sanità |
Giorno festivo | prima domenica di maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Volturara Appula nella provincia di Foggia | |
Sito istituzionale | |
Volturara Appula (fino al 1862 chiamata Volturara) è un comune italiano di 370 abitanti[1] della provincia di Foggia in Puglia.
Volturara sorge su di una collina (Rimpa) dei monti della Daunia, nel nord-ovest della Puglia, a diretto confine con la Campania e non lontano dal confine con il Molise. Il suo territorio è caratterizzato da numerose sorgenti sulfuree e zone boschive[3].
Il nome del comune potrebbe derivare da vultur ("avvoltoio" in latino) col suffisso -ara a indicare un nome collettivo. Il significato sarebbe dunque "città (o zona) di avvoltoi".
La specificazione "appula" è un aggettivo indicante l'appartenenza all'Apulia (antico nome della parte centro-settentrionale dell'attuale Puglia), e fu aggiunto ufficialmente con Decreto di Vittorio Emanuele II, dato a Torino il 26 ottobre 1862[4].
Volturara è stata sede vescovile[5] per molti secoli, ed aveva perciò il titolo di città[6]; la data della sua fondazione è sconosciuta, ma viene già citata, con la denominazione di Vulturaria, tra le suffraganee (di rito greco) di Benevento, in un'epistola del 969 di papa Giovanni XIII[7].
Nel 1433 incorporò la diocesi di Montecorvino[8]; in seguito venne a sua volta aggregata alla diocesi di Lucera a seguito del concordato del 1818 tra re Ferdinando I delle Due Sicilie e papa Pio VII[9].
Tra i suoi presuli va ricordato Alessandro Geraldini, primo vescovo del Nuovo Mondo, sepolto nella cattedrale di Santo Domingo, ove morì nel 1525.
Tra la fine del X secolo e l'inizio del successivo viene riportata, da alcuni autori, come facente parte della contea di Loritello[10].
L'abate Ughelli riporta una scrittura del vescovo di Chieti Raynulphus (fine XI secolo), in cui lo stesso prelato afferma essere notorio a clerici e laici che "Goffrido de la Vulturara" [Goffredo di Capitanata?], in data non precisata, gli ha donato il Castello di San Paolo sopra il Pescara[11].
Nel Catalogus Baronum di epoca normanna, figura tra i feudi posseduti dal conte Filippo di Civitate; a seguito della conquista angioina, metà del feudo, che era divenuto possesso del vescovo[12], viene concessa al milite Ugone de Sully (de Suliaco).
Nelle Rationes decimarum Italiae, Apulia, Lucania, Calabria (Città del Vaticano, 1939) è citato, per le decime versate dal 1310 al 1328, un Monastero di S. Pietro in Parietibus, di cui non si hanno in seguito altre notizie.[13]
Con Privilegium dato a Foggia il 16 novembre 1442, re Alfonso I, in considerazione dei danni subiti a causa del conflitto con Renato d'Angiò, concede all'Universitas un'esenzione decennale dal pagamento delle collette.[14]
Nel 1447 Volturara risulta tra i possedimenti del potente barone di origine spagnola Garcia Cavaniglia, conte di Troia, che morirà nel 1452, e conta 183 fuochi (800-900 abitanti circa)[15].
Nel 1478 re Ferdinando ne conferma il possesso, quale erede dei beni feudali di suo padre Paolo, a Giovannella De Molisio, che porta in dote la città al marito Alberico Carafa, duca di Ariano e conte di Marigliano; la conferma è reiterata nel 1497 dal re Federico[16].
Nello stesso anno il vescovo Guglielmo cede la sua metà del feudo, e si trasferisce a San Bartolomeo in Galdo, che da allora diventerà la residenza vescovile.[17]
All'inizio del Cinquecento, Volturara è praticamente disabitata, e l'allora feudataria Beatrice Carafa, moglie di Alberico II, la ripopola adducendovi una colonia di provenzali, probabilmente originari delle valli valdesi del Piemonte[18], ai quali concede uno "Statuto", riscoperto nel Novecento[19], e divenuto assai noto fra gli studiosi per la sua antesignana liberalità. Le gerarchie cattoliche, soprattutto a seguito dell'apertura del Concilio di Trento, decidono di perseguire le numerose colonie valdesi che si erano stabilite in Calabria e Puglia già dall'epoca angioina. Gli abitanti di Volturara sono perciò sottoposti, nel biennio 1563-64, ad un procedimento inquisitorio, condotto dal Padre Cristoforo Rodriguez, della Compagnia di Gesù[20].
Nel 1528, a seguito della ribellione del Carafa, Volturara è dedotta in patrimonio (requisita dalla Regia Curia) e assegnata nel 1532 al principe di Molfetta, Ferrante Gonzaga, comandante della cavalleria di Carlo V.[21]
Costui, tornato nelle terre natie poiché divenuto primo Duca sovrano di Guastalla, rivende il feudo a Francescantonio Villano. Il 27 febbraio del 1548 il viceré Pietro de Toledo concede il regio assenso alla vendita di Volturara da parte del Villano a Vincenzo Carafa. Il 15 marzo 1569, la città è nuovamente ceduta, per la somma di 29.200 ducati, a Bartolomeo Caracciolo dei signori di Casalbore, il quale ne ottiene l'intestazione quale Utile Signore; nel 1589 Filippo II lo eleverà al rango di marchese, titolo trasmesso quasi subito al figlio Giovambattista come dote nuziale.[21]
Francesco, fratello minore di Giuseppe morto nello stesso giorno del padre, è il terzo e ultimo marchese della Volturara, poiché, oberato di debiti, dopo la vendita fittizia della città al cognato duca di Fragnito, ottiene di spostare il titolo sul feudo materno di Cervinara. Nel 1693, il Sacro Regio Consiglio dichiara nulla la cessione ai Montalto di Fragnito, e, disposto il sequestro, ordina di procedere alla vendita all'incanto della Città che viene acquistata da Pompeo Pignatelli, duca di Montecalvo; i suoi successori ne manterranno il possesso fino all'abolizione del feudalesimo, non senza continue liti con l'Università.[21]
Nel 1624 Michele Ajasso fonda, con un lascito, il primo Monte frumentario del Regno di Napoli.[22]
Dal Catasto onciario[23], pubblicato nel 1743 a cura del notaio Paolo Tomaselle, risulta esistesse anche un "Monte per le vedove e gli orfani" sostenuto dal Capitolo della cattedrale e da private elargizioni; nello stesso Catasto è citata una chiesa di San Biase, di cui non esiste più alcuna traccia.
Con sentenza pronunciata il 18 luglio 1809 la Commissione Feudale assegnava al Comune di Volturara le 'difese' del 'Montauro' e di 'San Gregorio', e il feudo agricolo 'Li Puzzilli', mentre riconosceva agli ultimi baroni (Duchi di Montecalvo) il possesso del 'Bosco di Sant'Antonio', seppur gravato da usi civici, quale bene ex-feudale.[24]
Dopo la caduta di Gioacchino Murat e la conseguente restaurazione borbonica, Volturara diviene un attivo centro carbonaro, i cui affiliati (perlomeno quelli di cui esisteva ancora documentazione) vennero minuziosamente riportati dalla studiosa Gemma Caso nella sua ricerca sulla Carboneria in Capitanata.[25]
Abitanti censiti[34]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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19 giugno 1985 | 28 maggio 1990 | Cesare Baldi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [37] |
28 maggio 1990 | 24 aprile 1995 | Cesare Baldi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [37] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Cesare Baldi | Partito Popolare Italiano | Sindaco | [37] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Michele Antonio Patricelli | Lista civica | Sindaco | [37] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Michele Antonio Patricelli | Coalizione centro-sinistra | Sindaco | [37] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Cesare Baldi | Lista civica | Sindaco | [37] |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Leonardo Russo | Lista civica | Sindaco | [37] |
27 maggio 2019 | in carica | Vincenzo Zibisco | Lista civica | Sindaco | [37] |