La lista degli appartenenti alla P2 fu scoperta, il 17 marzo 1981, dai magistrati durante le indagini sul presunto rapimento di Michele Sindona.

L'elenco dei soggetti appartenenti alla P2 fu trovato nella cassaforte di Licio Gelli e fu reso pubblico dalla presidenza del Consiglio dei ministri in seguito il 21 maggio 1981.[N 1][N 2][1][2]

I lavori della commissione P2

Lo stesso argomento in dettaglio: Commissione P2.

La relazione della commissione parlamentare d'inchiesta, redatta ai presidenti della Camera e del Senato il 12 luglio 1984, asseriva che:

«le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi sono da considerare:

  • autentiche: in quanto documento rappresentativo dell'organizzazione massonica denominata Loggia P2 considerata nel suo aspetto soggettivo
  • attendibili: in quanto sotto il profilo dei contenuti, è dato rinvenire numerosi e concordanti riscontri relativi ai dati contenuti nel reperto»

La commissione parlamentare Anselmi e i successivi processi portarono a scoprire che alcune delle persone i cui nomi comparivano sulla lista erano tuttavia iscritti alla loggia P2 da prima della gestione Gelli e molte delle persone presenti nella lista negarono la loro partecipazione alla loggia massonica o sostennero di essere stati iscritti da conoscenti a loro insaputa. Inoltre nell'elenco stesso è specificato che 49 affiliati si erano posti "in sonno" (si erano, cioè, dimessi dalla massoneria), e 22 erano passati ad altre logge. L'affiliazione di Publio Fiori è stata esclusa con sentenza del Tribunale di Roma nel 2001.

Altre liste, per un totale di 550 nomi (di cui 180 circa ricompaiono nell'elenco dei 962 precedenti), comprensivi degli affiliati che Gelli aveva provveduto a "riconsegnare" al Grande Oriente d'Italia sino al 6 ottobre 1976, furono prodotte in aula dal deputato socialdemocratico Costantino Belluscio, in data 1º luglio 1981.[3] Fu avanzata dalla Commissione Anselmi l'ipotesi che la lista trovata a Villa Wanda non fosse l'elenco completo degli aderenti, e che molti altri importanti personaggi iscritti alla P2 siano riusciti a non restare coinvolti nelle indagini successive alla scoperta della lista.

Nella ricostruzione della Commissione d'inchiesta, ai circa mille della lista trovata sarebbero da aggiungere i presunti appartenenti a quel vertice occulto di cui Gelli sarebbe stato l'anello di congiunzione con la loggia. Lo stesso Gelli, in un'intervista del 10 luglio 1976 rilasciata al settimanale L'Espresso[N 3], aveva parlato circa di duemilaquattrocento iscritti, comprendendo nel conteggio anche gli stranieri. In un libro-intervista pubblicato nel 2006, l'ex "Venerabile" continuò a rimanere nel vago, limitandosi a ribadire che quello sequestrato a Villa Wanda non era che un "brogliaccio", e che egli stesso aveva provveduto a distruggere gli originali durante la fuga a Caracas.[4]

Tra le 963 persone inserite nell'elenco vi erano i nomi di 44 parlamentari, 2 ministri dell'allora governo, un segretario di partito, 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell'esercito italiano, 4 dell'aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, i direttori e molti funzionari dei vari servizi segreti, docenti universitari, diversi giornalisti ed imprenditori. La lista è riportata quindi a scopo documentale, non probatorio, e non entra nel merito delle presunte affiliazioni in considerazione anche del fatto che molti dei personaggi inclusi nell'elenco hanno sempre professato la loro estraneità e hanno negato l'appartenenza alla loggia segreta.[5]

Le personalità

Tra le 962 persone figuranti nella lista, vi erano i nomi di 119 alti ufficiali (50 dell'Esercito, 37 della Guardia di Finanza, 32 dei Carabinieri), 22 dirigenti di Polizia, 59 parlamentari, un giudice costituzionale, 8 direttori di giornali, 4 editori, 22 giornalisti, 128 dirigenti di aziende pubbliche, diplomatici e imprenditori.[6] Nell'elenco degli iscritti comparvero i nomi di Silvio Berlusconi, Vittorio Emanuele di Savoia, Gino Birindelli, Edgardo Sogno, Giulio Caradonna, Maurizio Costanzo, Alighiero Noschese (morto suicida più di due anni prima della scoperta della lista), Claudio Villa, Paolo Mosca e il medico e personaggio televisivo Fabrizio Trecca (capo gruppo). Altri piduisti furono Michele Sindona e Roberto Calvi, Umberto Ortolani (allora proprietario della Voxson), Osvaldo Minghelli, generale della Polizia di Stato, il costruttore romano Mario Genghini, l'imprenditore Gabriele Cetorelli (attivo nel settore della grande distribuzione), Leonardo Di Donna (presidente dell'Eni), Duilio Poggiolini, insieme a tutti i capi dei servizi segreti italiani e ai loro principali collaboratori, Vito Miceli, Gianadelio Maletti, Antonio Labruna.

Indice generale

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Il Tribunale di Firenze, con sentenza del 5.12.1997 (Giudice Dr. Iofrida), passata in giudicato, ha accertato che l'attribuzione a Renato Righi della qualifica di «iscritto alla P2» è da ritenersi «diffamatoria», in quanto priva «di riscontri obiettivi» e non corrispondente a verità, «anche solo putativa».

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Dettagli sulla lista

La diffusione territoriale

È da notare il capillare radicamento della struttura P2 nel territorio italiano con 2 o 3 iscritti per 49 delle attuali 110 province italiane: Ancona, Aosta, Arezzo, Bari, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Catania, Catanzaro, Cosenza, Firenze, Forlì e Cesena, Genova, La Spezia, L'Aquila, Livorno, Macerata, Massa e Carrara, Messina, Milano, Modena, Napoli, Novara, Nuoro, Oristano, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Savona, Siena, Teramo, Torino, Trapani, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Viterbo.

A conferma del radicamento nel territorio la presenza in 19 delle 20 regioni italiane: Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna.

Categorie lavorative degli iscritti

La lista copriva un eterogeneo insieme di persone appartenenti a svariate figure lavorative e professionali.[11]

Note

Annotazioni
  1. ^ Le liste dei nomi sono riportate nella "Relazione Anselmi" (relazione finale della commissione parlamentare d'inchiesta), nel libro primo, tomo primo, alle pagine 803-874 e 885-942, e nel libro primo, tomo secondo, alle pagine 213 e seguenti e 1126 e seguenti. Questa relazione fu presentata il 12 luglio 1984 dalla deputata democristiana Tina Anselmi, come conclusione dei lavori della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulla loggia massonica P2, commissione che la stessa Anselmi aveva presieduto per quasi tre anni
  2. ^ L'elenco è riportato anche in: Guarino e Raugeri, pp. 359 e succ.ve; in: Arcuri, pp. 155 e succ.ve e in: Avvenimenti, aprile 1984, inserto:Tutto sulla P2
  3. ^ Citata nella Relazione di maggioranza della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2, relativamente all'analisi dell'attendibilità della lista
Fonti
  1. ^ Massoneria gli elenchi degli appartenenti alla p2, su uonna.it. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  2. ^ Voici la liste des 959 membres de la loge P2 Archiviato il 25 marzo 2015 in Internet Archive.
  3. ^ Mola, pp. 799-802.
  4. ^ Neri, p. ??.
  5. ^ Guarino e Raugei, pp. 359-392.
  6. ^ Montanelli e Cervi, p. ??.
  7. ^ Alla conquista del Psi, su fondazionecipriani.it. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  8. ^ Willan, p. 56.
  9. ^ Roberto Calvi, archiviata ultima inchiesta. "Ma fu omicidio fra Vaticano, mafia e P2. Rogatorie a Santa Sede, esiti inutili" - Il Fatto Quotidiano, in Il Fatto Quotidiano, 10 novembre 2016. URL consultato il 17 marzo 2018.
  10. ^ È scomparso il collega Giovanni Marras Archiviato il 6 maggio 2013 in Internet Archive., articolo sul sito web della Federazione Nazionale Stampa Italiana
  11. ^ Lista e suddivisione per categorie, su loggiap2.com. URL consultato il 2 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2008).

Bibliografia

Voci correlate