Trascrizione ufficiale del "Piano di rinascita democratica" della loggia P2, pubblicata dalla relativa commissione parlamentare d'inchiesta

Il piano di rinascita democratica (detto anche programma di rinascita nazionale o il Piano)[1] è considerato una parte essenziale del programma della loggia massonica P2, per quanto non sia stato rinvenuto negli archivi della loggia bensì in quello del suo fondatore Licio Gelli.

Venne materialmente redatto da parte di Francesco Cosentino, e consisteva in un assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l'informazione.[2][3]

Storia

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Venne scoperto e sequestrato il 4 luglio 1981[4] in un doppiofondo di una valigia di Maria Grazia Gelli, figlia di Licio Gelli, Maestro "venerabile" della loggia massonica P2, assieme al memorandum sulla situazione politica in Italia, poco dopo il rinvenimento della lista degli appartenenti alla P2. Fu successivamente pubblicato negli atti della commissione P2 sulla loggia massonica P2[5].

Licio Gelli nel 2003 ha sostenuto che la coincidenza di talune parti del "Piano" con i programmi dei partiti attuali non sarebbe casuale[6]. In un'intervista dell'ottobre 2008 ha successivamente affermato che, sebbene tutte le forze politiche abbiano preso spunto dal Piano (tanto da indurlo a reclamare ironicamente i diritti d'autore), Silvio Berlusconi era l'unico che poteva attuarlo[7]. Dello stesso avviso furono Mario Guarino, Sergio Flamigni[8] e Umberto Bossi[9].

Nel 2010 è stato reso disponibile on line dal giornale italiano Il Fatto Quotidiano[10].

L'analisi della commissione P2

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Nella relazione conclusiva dei suoi lavori parlamentari, la commissione Anselmi accertò l'esistenza di una struttura segreta che aveva elaborato un piano articolato di riforma dello Stato e della vita pubblica italiani, da realizzarsi entro un orizzonte temporale non precisato. Il piano fu redatto al di fuori delle sedi istituzionali preposte dalla Costituzione, e in assenza di un qualsiasi coinvolgimento democratico degli elettori e dell'opinione pubblica. Nel testo del piano diffuso dai media al tempo della scoperta, e reperibile su Internet, si delinea principalmente la fotografia di uno stato ideale, che avrebbe dovuto tendere a divenire realtà. Tuttavia, non sono analizzate la situazione esistente e la modalità di attuazione del piano: soggetti e attività, scadenze temporali, costi e modalità di finanziamento, strumenti normativi, politiche di gestione delle eccezioni e dei casi particolari, delle antinomie con normative preesistenti al piano, della gestione di un transitorio graduale dalle situazioni date a quella pianificata.

Al termine dei lavori della commissione parlamentare d'inchiesta, non vi furono sostanzialmente ulteriori atti ufficiali del Parlamento a integrazione delle liste dei nominativi o del testo del piano di rinascita democratica, resi necessari dal rinvenimento di nuovi documenti o dal rilascio di nuove dichiarazioni alla stampa da parte di alcuni dei nominativi presenti nelle liste dei tesserati sequestrate dalle forze di polizia italiane.

Obiettivi principali

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I suoi obiettivi essenziali consistevano in una serie di riforme e modifiche costituzionali al fine di:

«… rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori»

In particolare andavano programmate azioni di Governo, di comportamento politico ed economico, nonché di atti legislativi, per ottenere ad esempio nel settore dell'istruzione di:

«… chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro…»

Alcuni punti del piano sono stati completamente attuati mentre altri solo a livello parziale, nel campo istituzionale, di assetto economico nel mondo imprenditoriale e soprattutto nei mass media. Altri sono stati riproposti dalle forze politiche, anche di tendenza opposta. I principali punti furono:

Obiettivi strumentali

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Modifiche urgenti

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Modifiche riguardo al governo

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Provvedimenti economico-sociali

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TV e stampa

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Sindacati

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Il primo obiettivo è collegato al tema della insufficiente delimitazione di chiari confini e della sovrapposizione di poteri, che indeboliscono lo Stato. Come esempio:

«lo spostamento dei centri di potere reale del Parlamento ai sindacati e dal Governo ai padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione finanziaria»

I due obiettivi si realizzano con due ipotesi:

Provvedimenti a medio e lungo termine

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Il ruolo della stampa:

«che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Il Giorno, Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Il Messaggero, Il Tempo, Roma, Il Mattino, La Gazzetta del Mezzogiorno, il Giornale di Sicilia per i quotidiani; e per i periodici: L'Europeo, L'Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV non va dimenticata.»

Note

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  1. ^ Anche definito "programma di rinascita nazionale", sulla falsariga di quello annunciato da Napoleone Bonaparte nel Proclama al popolo francese del 19 brumaio 1799: per stralci del suo contenuto, cfr. Alberto Mario Banti, Napoleone e il bonapartismo. Lezioni di storia, Laterza, i volti del potere, 7 dicembre 2008.
  2. ^ Giuseppe Ferrara, L'assassinio di Roberto Calvi, Editore Massari, 2002, p. 19.
  3. ^ Massimo Teodori, P2: la controstoria, SugarCo Edizioni, 1986.
  4. ^ Giuliano Turone, Italia occulta, Chiarelettere, 2019, pp. 39-40
  5. ^ IX Legislatura, Allegati alla relazione serie II: documentazione raccolta dalla Commissione Volume terzo Documenti citati nelle relazioni Tomo VII-bis, Doc. XXIII n. 2-quater/3/VII-bis, pp. 611-625
  6. ^ Repubblica.it/politica: "Giustizia, tv, ordine pubblico è finita proprio come dicevo io"
  7. ^ "Berlusconi? Può attuare mio piano" Bufera per frasi di Gelli, il PD insorge Archiviato il 7 marzo 2011 in Internet Archive., La Stampa, 31 ottobre 2008
  8. ^ AA.VV., Dossier P2, Kaos Edizioni
  9. ^ Umberto Bossi, Tutta la verità, Sperling & Kupfer 1995, pagg. 31-32. «Berlusconi è la materializzazione di un sogno antico, accarezzato da quel tale Licio Gelli... Andate a rileggervi il Piano di rinascita... Forza Italia è un partito tutt'altro che nuovo, è la riedizione - con lo stile e i mezzi degli anni Novanta - delle "premonizioni" gelliane. Al pari della Loggia P2, il partito berlusconiano è un'invenzione di uomini di potere, una creatura costruita in laboratorio e messa in circolo attraverso il monopolio televisivo privato... La Loggia P2 era nata per tutelare grandi interessi affaristico-massonici attraverso il diretto controllo del potere politico e dei corpi dello Stato; Forza Italia nasce allo scopo di perseverare il potere politico-affaristico del gruppo Fininvest e delle "entità" che lo hanno generato, non più tutelati dall'asse di ferro DC-PSI»
  10. ^ Testo in formato pdf del Piano di Rinascita Democratica della P2 commentato da Marco Travaglio -
  11. ^ a b c Mario Guarino, Fratello P2 1816

Voci correlate

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