Nimis comune | |
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(IT) Nimis (FUR) Nimis[1] | |
La pieve arcipretale dei Santi Gervasio e Protasio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Provincia | |
Amministrazione | |
Sindaco | Giorgio Bertolla (lista civica) dal 13-06-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 46°12′N 13°16′E |
Altitudine | 207 m s.l.m. |
Superficie | 33,9 km² |
Abitanti | 2 561[2] (30-9-2021) |
Densità | 75,55 ab./km² |
Frazioni | Cergneu, Chialminis, Monteprato, Nongruella, Pecolle, Ramandolo, Tamar, Torlano, Vallemontana |
Comuni confinanti | Attimis, Lusevera, Povoletto, Reana del Rojale, Taipana, Tarcento |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano, friulano, sloveno |
Cod. postale | 33045 |
Prefisso | 0432 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 030065 |
Cod. catastale | F898 |
Targa | UD |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 787 GG[4] |
Nome abitanti | nimiensi |
Patrono | santi Gervasio e Protasio |
Giorno festivo | 19 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Nimis nella ex provincia di Udine | |
Sito istituzionale | |
Nimis (Nimis in friulano[5]; Neme o Nieme in sloveno; Nimetz in tedesco) è un comune italiano di 2 561 abitanti del Friuli-Venezia Giulia.
Durante le invasioni barbariche nella zona erano presenti alcune roccaforti, tra cui anche castrum Nemas ricordato da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum.[6]
Durante la seconda guerra mondiale il territorio del comune fu coinvolto dalle attività della resistenza friulana con la partecipazione delle Brigate Garibaldi e delle Brigate Osoppo, con conseguente incendio del paese da parte delle SS per evitare qualsiasi tipo di insurrezione partigiana. Nonostante ciò, grazie al costante impegno dimostrato dai nimensi il paese venne ricostruito in brevissimo tempo.[7]
Il 24 agosto 1944, nella frazione di Torlano, si svolse un eccidio nazista, compiuto da membri delle Waffen SS tedeschi. Vennero rastrellati e trucidati 33 civili, inclusi donne e bambini.[8][9] Il relativo fascicolo di indagine fu oggetto di insabbiamento; fu rinvenuto soltanto nel 1994 all'interno del cosiddetto armadio della vergogna.
Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.
Il Comune ha adottato come segno distintivo uno stemma definito da uno scudo sannitico con cane passante d'argento su una mezzaluna d'oro, in campo azzurro,[10] sormontato dalla corona muraria da Comune e contornato da fronde d'alloro e quercia. Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[12]
A Nimis, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[13]. La lingua friulana che si parla a Nimis rientra fra le varianti appartenenti al friulano centro-orientale[14].
Sebbene risulti in forte regressione, in alcune frazioni montane (Cergneu Superiore/Černjeja, Cergneu Inferiore/Dolenjena, Monteprato/Karnica, Chialminis/Vizont) la popolazione fa ancora uso del locale dialetto sloveno beneciano. Limitatamente alle frazioni di Cergneu Superiore/Černjeja e Cergneu Inferiore/Dolenjena, questo dialetto è sottoposto a tutela, ai sensi della Legge 38/2001. Va ricordato che alla frazione di Cergneu è legato il cosiddetto manoscritto di Cergneu (in sloveno Černjejski rokopis).
In generale le frazioni della parte montana del comune sono — quantomeno per origine — riconducibili all'area linguistica del sistema dialettale sloveno, mentre quelle in pianura o più prossime ad essa, a quella friulana. Una spiegazione del toponimo Ramandolo (friul. Ramàndul o Romàndul), frazione che si trova in posizione di cerniera tra montagna e pianura, lo fa derivare dall'antica indicazione del passato confine linguistico (Romàndul, nel senso di ultimo luogo linguisticamente "romanzo" prima della collina slavofona).
A Nimis e nei dintorni è ambientato il romanzo Il Conte pecoraio di Ippolito Nievo, scritto nel 1855.
Il vino di Nimis è rinomato in tutto il Friuli: infatti nel piccolo paese sono presenti molte cantine e vigne, e nella frazione di Ramandolo viene prodotto l'omonimo vino, ancor più pregiato