Faedis comune | |
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(IT) Faedis (FUR) Faedis[1] | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Luca Balloch (centrodestra) dal 4-4-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 46°09′N 13°21′E |
Altitudine | 176 m s.l.m. |
Superficie | 46,78 km² |
Abitanti | 2 758[3] (30-9-2021) |
Densità | 58,96 ab./km² |
Frazioni | Campeglio, Canal di Grivò, Canal del Ferro, Canebola, Costalunga, Costapiana, Pedrosa, Gradischiutta, Raschiacco, Ronchis, Valle di Soffumbergo, Stremiz, Clap, Colloredo[2] |
Comuni confinanti | Attimis, Caporetto (Kobarid) (SLO), Moimacco, Povoletto, Pulfero, Remanzacco, Taipana, Torreano |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano, friulano, sloveno |
Cod. postale | 33040 |
Prefisso | 0432 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 030036 |
Cod. catastale | D455 |
Targa | UD |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[4] |
Cl. climatica | zona E, 2 656 GG[5] |
Nome abitanti | faedesi |
Patrono | santa Maria Assunta |
Giorno festivo | 15 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Faedis (Faedis in friulano[6], Fojda in sloveno) è un comune italiano di 2 758 abitanti in Friuli-Venezia Giulia.
Faedis, il capoluogo del comune, è un paese di circa 1.600 abitanti a ridosso delle Prealpi Giulie, collocato allo sbocco della valle del torrente Grivò, fondamentale fonte di sostentamento per lo sviluppo di questi luoghi. Il comune si trova a 15 km a nord-est di Udine, è attraversato dalla statale 356, a metà strada tra Cividale del Friuli e Tarcento. Il territorio comunale si estende per il 20% in pianura, il 35% in collina ed il 45% in montagna.
Torrenti indicati nella cartina: 1. Grivò di Faedis, 2. Grivò di Raschiacco, 3. Malina, 4. Rieca
Faedis, da faêt ovvero "bosco di faggi" in friulano, a sua volta dal latino fagetum avente lo stesso significato, fa il suo ingresso nella storia poco dopo l'anno 1000, quando il patriarca aquileiese Popone dà il permesso ad Odorico di Auspergh, un nobile carinziano, di erigere un castello. La presenza umana nella zona, invece, si può attestare attorno all'anno 2000 a.C., data a cui risalgono i reperti rinvenuti nella Grotta Çondar des Paganis al confine tra i comuni di Faedis e Attimis. Sicure sono le tracce anche del passaggio dei romani (monete ed altri resti), con la presenza quasi certa di una villa di un colono alla base della collinetta di Colvillano e di un tempietto votivo dove è collocata attualmente la chiesa di Santa Maria Assunta a Faedis.
Dal 1000 in poi la storia di questo paese è stata fortemente caratterizzata dalla presenza della famiglia nobile dei Cucagna, dalla quale derivarono poi gli Zucco, i Partistagno e i Freschi che, con la costruzione dei castelli e delle ville, hanno praticamente dominato su questi territori fino all'arrivo di Napoleone e degli austriaci.
La storia degli ultimi cento anni di Faedis è stata caratterizzata dalla prima e seconda guerra mondiale e dalla resistenza friulana, con la partecipazione delle Brigate Garibaldi e delle Brigate Osoppo[7] che nell'estate del 1944 costituirono la Zona Libera del Friuli Orientale, che comprendeva i comuni di Attimis, Nimis, Faedis, Lusevera, Taipana e Torreano di Cividale. Tale esperienza terminerà alla fine di settembre con una potente controffensiva dell'esercito tedesco, che riconquistò i territori persi pochi mesi prima e si vendicò incendiando le case, deportando ed uccidendo molte persone.
Proprio in questi territori, qualche mese dopo, precisamente il 7 febbraio 1945, i partigiani cattolici di Francesco De Gregori detto "Bolla" furono catturati e uccisi dai gappisti comunisti guidati da Mario Toffanin detto "Giacca" in quello che è noto come eccidio delle malghe di Porzûs.
Dopo la guerra, le tappe della rinascita passarono per le prime elezioni libere: la scelta tra Repubblica o Monarchia (Repubblica 1534 voti - Monarchia 973 - Schede Bianche 208 - Nulle 40), le elezioni per la costituente e quelle per l'amministrazione comunale che in tutti e due i casi videro vittoriosa la Democrazia Cristiana.
Il primo sindaco eletto da libere elezioni fu Giuseppe Pelizzo che, insieme alla sua amministrazione e alla gente di Faedis, dovette affrontare i problemi della ricostruzione e della rinascita sociale ed economica della comunità faedese così prostrata dalla guerra.
Negli anni successivi la ripresa economica fu lenta e progressiva e non diede la possibilità a tutti di una vita dignitosa, costringendo molti all'emigrazione. Tra il 1945 e il 1959, furono 1700 le persone che lasciarono il comune di Faedis, in cerca di migliori fortune.
Come gran parte del resto del Friuli, anche Faedis (comune disastrato) fu colpito pesantemente dal terremoto del 1976, per fortuna quasi esclusivamente per danni materiali. L'impegno e la dedizione profusa nell'opera di ricostruzione, oltre a permettere una ripresa economica che garantirà una ricchezza generalizzata mai vista prima in queste terre, ha permesso al comune di Faedis di essere insignito della Medaglia d'oro al Merito Civile.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Faedis sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica del 18 settembre 1984.[8]
«Stemma partito: nel primo d'oro, ai sette faggi al naturale, nodriti sulla campagna di verde, attraversanti; nel secondo d'azzurro, al leone d'argento, rivoltato, afferrante con le zampe anteriori e coi denti l'aspide di verde ondeggiante in palo. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito d'azzurro e di giallo.
Il presente conferimento revoca la medaglia d'argento concessa in precedenza con D.P.R. del 12 dicembre 2002.[10]
Abitanti censiti[12]
A Faedis, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[13].
La lingua friulana che si parla a Faedis rientra fra le varianti appartenenti al friulano centro-orientale[14].
Nelle frazioni e località della parte alta del comune (Canebola/Čenijebola, Valle di Soffumbergo/Podcirku, Clap/Podrata, Costalunga/Vila, Costapiana/Rauan, Pedrosa/Pedroza, Stremiz/Garmovščica e Gradischiutta/Radišče) è parlato il locale dialetto sloveno, tutelato ai sensi della Legge 38/2001 in ottemperanza al DPR 12 settembre 2007 "Approvazione della tabella dei comuni del Friuli-Venezia Giulia nei quali si applicano le misure di tutela della minoranza slovena, a norma dell'articolo 4 della legge 23 febbraio 2001, n. 38". (GU n. 276 del 27-11-2007) .
L'agricoltura e più in generale le attività primarie sono le attività che da secoli reggono l'economia faedese. Fino a quando venivano sfruttati i pascoli in alta collina anche l'allevamento aveva un certo peso, soprattutto nei paesi di quelle zone.
Dopo il terremoto del 1976 si assiste, come nel resto del Friuli, all'inizio di un nuovo sviluppo dell'artigianato, e dell'agricoltura, in particolare della viticoltura, vocazione naturale di questo territorio.
Anche il settore turistico, con la nascita di numerosi agriturismi e bed & breakfast, che "sfruttano" la bellezza del territorio, ricco di natura e storia, castelli, ville e chiesette votive, vede l'inizio di uno sviluppo che dovrebbe concretizzarsi con la nascita entro qualche anno del "Parco Archeologico della Terra dei Castelli", che comprenderà oltre al comune di Faedis, i comuni di Attimis e Povoletto.
Al consiglio regionale è stata presentata richiesta di referendum per la costituzione, in seguito alla fusione dei due enti, del comune di Attimis e Faedis[16].