Roccamonfina comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Caserta |
Amministrazione | |
Sindaco | Carlo Montefusco (lista civica La primavera roccana) dal 1-6-2015 |
Territorio | |
Coordinate | 41°18′N 13°59′E |
Altitudine | 612 m s.l.m. |
Superficie | 31,04 km² |
Abitanti | 3 161[1] (31-7-2023) |
Densità | 101,84 ab./km² |
Frazioni | Ausoni, Cari, Cembali, Cese, Cicioni, Filorsi, Fontanafredda, Gallo, Garofali, Giglioli, San Domenico, Tavola, Torano, Tuorisichi, Tuoro di Tavola |
Comuni confinanti | Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Sessa Aurunca, Teano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 81035 |
Prefisso | 0823 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 061070 |
Cod. catastale | H423 |
Targa | CE |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 255 GG[3] |
Nome abitanti | roccani |
Patrono | sant'Antonio di Padova |
Giorno festivo | ultimo martedì di maggio e ultima domenica di agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Roccamonfina all'interno della provincia di Caserta | |
Sito istituzionale | |
Roccamonfina è un comune italiano di 3 161 abitanti della provincia di Caserta in Campania.
Il paese si trova a circa 600 m s.l.m., all'interno del cratere dell'antico omonimo vulcano, sulle pendici orientali del Monte Santa Croce, che ne costituisce il cono terminale. La zona è coperta da castagneti.
Il territorio del comune fa parte del Parco regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano
Nel territorio della conca vulcanica esistono tracce di insediamenti ausoni o aurunci, con tracce di mura in opera poligonale, attribuite al VI-V secolo a.C., sul monte La Frascara[4] e sul monte Santa Croce, forse riferibili a semplici postazioni militari di difesa.
I ritrovamenti di iscrizioni e monete sembrano indicare la presenza di un insediamento già nel III secolo d.C., ma l'attuale abitato è attestato solo a partire dal X secolo. Il nome (Roccae Monfinum che prende il nome dalla rocca della mia Fina) deriva dall'originario toponimo del monte Santa Croce, che in documenti intorno all'anno 1000 viene chiamato Monte Fino. Fu in possesso feudale dei Marzano e dei principi di Stigliano. Tra Trecento e Quattrocento assunse importanza con l'istituzione di un mercato settimanale (dal 1352) e di una fiera annuale.
Nel 1618 entrò in possesso di una nipote di papa Clemente VIII, Elena Aldobrandini. L'epidemia di peste del 1656 uccise gran parte della popolazione. Sotto il dominio borbonico divenne Terra Regia, diretto possesso del sovrano.
Nello stemma è raffigurata una torre di tre palchi, posta su tre colli, affiancata dalle lettere maiuscole L.A.M.F., aggiunte nel Seicento, iniziali di Locus Arcis Montis Finae ("Luogo della Rocca di Monte Fino"). Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[6]
Nell'ultimo martedì di maggio la statua del santo patrono, sant'Antonio viene condotta in processione dalla chiesa del Santuario dei Lattani alla chiesa di Santa Maria Maggiore (Calata di sant'Antonio) per venire ricondotta al suo posto l'ultima domenica di agosto (Salita di sant'Antonio).[7]
È stato istituito presso il Palazzo dei Congressi di Roccamonfina in Via Roma il museo delle arti e del geosito dei Monti Aurunci (MAGMA)[8] Ospita collezioni di arte contemporanea di maestri internazionali, giovani del territorio nazionale e collezioni di scienze ambientali.
Roccamonfina, assieme ad altri otto comuni, costituisce la zona di produzione della IGP «castagna di Roccamonfina».
La presenza del castagno nell’area di Roccamonfina è fatta risalire ad alcune centinaia di anni prima della dominazione romana nella zona. Fu tuttavia nel Medioevo, dopo le invasioni barbariche, che la castanicoltura dell’area rappresentò una parte fondamentale per l’economia e la sopravvivenza della popolazione locale. Principale fonte di sostentamento alimentare nei periodi invernali e di carestia, il castagno a Roccamonfina e dintorni, infatti, aveva un ruolo fondamentale nella vita familiare della popolazione. Con il suo legno si costruivano le travi dei tetti delle case, i mobili, gli utensili e si alimentava il fuoco delle stufe e dei camini.[9]
Il comune è servito dalla stazione di Sessa Aurunca-Roccamonfina-Cellole, sulla ferrovia Roma-Formia-Napoli, situata però a 20 km dal centro abitato.[10]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1988 | 1991 | Giuseppe Buco | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1991 | 1996 | Ludovico Tommaso Feole | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1996 | 1998 | Ludovico Tommaso Feole | Partito Popolare Italiano | Sindaco | |
1998 | 1998 | Goliardo Miniati | commissario | ||
1998 | 2003 | Ludovico Tommaso Feole | Democrazia è libertà- La Margherita | Sindaco | |
2003 | 2008 | Ludovico Tommaso Feole | Democrazia è libertà- La Margherita | Sindaco | |
2008 | 2013 | Maria Cristina Tari | Lista civica | Sindaco | |
2013 | 2014 | Maria Cristina Tari | Lista civica | Sindaco | |
2014 | 2015 | Vittoria Ciaramella | commissario | ||
2015 | 2020 | Carlo Montefusco | Lista civica | Sindaco | |
2020 | in carica | Carlo Montefusco | Lista civica | Sindaco |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 236148475 · SBN LEKL000028 |
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