Sessa Aurunca
comune
Sessa Aurunca – Stemma
Sessa Aurunca – Bandiera
Sessa Aurunca – Veduta
Sessa Aurunca – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Amministrazione
SindacoLorenzo Di Iorio (PD) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate41°14′N 13°56′E
Altitudine203 m s.l.m.
Superficie162,18 km²
Abitanti20 202[1] (31-10-2023)
Densità124,57 ab./km²
FrazioniAulpi, Avezzano, Baia Azzurra-Levagnole, Baia Domizia, Carano, Casamare, Cascano, Castellone, Cescheto, Corbara, Corigliano, Cupa, Fasani, Fontanaradina , Gusti, Lauro, Levagnole, Li Paoli, Maiano, Marzuli, Piedimonte Massicano, Ponte, Rongolise, San Carlo, San Castrese, San Limato, San Martino, Santa Maria a Valogno, Sorbello, Tuoro, Valogno, Vigne, Zelloni
Comuni confinantiCarinola, Castelforte (LT), Cellole, Falciano del Massico, Galluccio, Minturno (LT), Mondragone, Rocca d'Evandro, Roccamonfina, Santi Cosma e Damiano (LT), Teano
Altre informazioni
Cod. postale81037
Prefisso0823
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT061088
Cod. catastaleI676
TargaCE
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 355 GG[3]
Nome abitantisessani
Patronosan Leone IX Papa
Giorno festivo8 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sessa Aurunca
Sessa Aurunca
Sessa Aurunca – Mappa
Sessa Aurunca – Mappa
Posizione del comune di Sessa Aurunca nella provincia di Caserta
Sito istituzionale

Sessa Aurunca è un comune italiano di 20 202 abitanti della provincia di Caserta in Campania.

Geografia fisica

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Territorio

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Sessa Aurunca è il primo comune della provincia di Caserta per estensione territoriale, il secondo in Campania dopo Ariano Irpino.[4] È collocata al confine nord-ovest della Campania. Dispone di una fascia costiera sul litorale domizio a breve distanza dal golfo di Gaeta. È separata dal Lazio, provincia di Latina, dal fiume Garigliano. Il centro cittadino che dà il nome alla municipalità è collocato sul pendio di tufo vulcanico a sud-ovest del vulcano spento di Roccamonfina, su di un piccolo affluente del Garigliano. Il centro storico della città fa parte del parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano.

Clima

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Origini del nome

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Il toponimo deriva da Colonia Julia Felix Classica Suessa (o in breve Suessa), città appartenente alla Pentapoli Aurunca, nucleo storico del centro. Si presume che il nome possa derivare dalla felice posizione (sessio, cioè sedile, dolce collina dal clima mite del territorio denominato dai Romani Campania felix).[5]

Storia

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Le origini: Suessa

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Veduta di Sessa Aurunca nel XVIII secolo (1703).

Sessa Aurunca è di antichissima origine come confermano tracce di insediamenti preistorici e le necropoli dell'VIII secolo a.C., epoca in cui qui risiedevano gli Aurunci, popolazione di origine indoeuropea, che si stabilì nel basso Lazio, probabilmente intorno al I millennio a.c. Il loro territorio, a sud di quello dei Volsci, era compreso nell'area di Roccamonfina, tra il Liri e il Volturno, i monti Aurunci e il monte Massico. Una delle città principali fu Terracina. Socialmente non erano particolarmente evoluti, o almeno così li descrissero i Romani, costruivano le loro città sempre in cima a un colle a scopo difensivo, con alcune caratteristiche umbro-osche.

Il territorio degli Aurunci si estendeva dal Circeo al Monte Massico, tra Monti Aurunci e i Monti Ausoni e il Mar Tirreno con a capo la Pentapoli di Ausona, Minturnae, Sinuessa, Suessa e Vescia, che ricopriva gran parte di questo territorio.

Minturnae è uno dei centri più antichi del Basso Lazio, alla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, sulla riva destra. Il suo nome si fa risalire a Minothauros, Dio cretese, ma non ce ne sono prove sufficienti.

Insieme alle città di Ausona, Sinuessa, Suessa (Sessa Aurunca) e Vescia, faceva parte della Pentapoli Aurunca, fulcro della confederazione degli Aurunci (o Ausoni), che secondo alcuni anziché di origine indoeuropea, sarebbero discendenti dei Tirreni, quindi popolo di stirpe italica.

Intorno al IV sec. a.c. questo popolo entrò a contatto coi Romani, schierandosi contro di essi e alleandosi coi Sanniti. Le conseguenze furono disastrose: la Pentapoli venne annientata nel 314 a.c. (Livio, IX, 25 "Deletaque Ausonum Gens"), tanto che di Ausona e di Vescia non è rimasto che il nome e poche notizie. Nel 312 la costruzione della Via Appia, che collegava Roma con Capua, interessò anche il sito di Minturnae diventandone il Decumano Massimo, e la città divenne colonia romana nel 295 a.c. Iniziò così un nuovo periodo di prosperità, che raggiunse l'apice nel I sec. d.c.

I Romani fondarono le colonie di Suessa Aurunca e Minturnae, riedificandole e abbellendole, oggi città omonime e con la stessa posizione.

Del periodo romano restano a Minturno l'acquedotto, il teatro, il foro coi suoi templi, le mura e l'anfiteatro. Dopo la devastazione dei longobardi nel 559 d.c., Minturnae venne depredata di marmi e colonne, per le nuove costruzioni, soprattutto da parte della Chiesa.

Per alcuni gli Aurunci coincidono con gli Ausoni, per altri sono popolazioni distinte. Fu comunque una delle più antiche popolazioni dell'Italia preromana, sovente confusa con gli Osci, intesa come abitanti preistorici della zona tra Lazio e Campania, come pure di restanti parti dell'Italia meridionale; Tito Livio la colloca tra i fiumi Liri e Volturno. Nelle loro terre si sono trovati molti reperti che non denotano però grandi insediamenti prima della colonizzazione romana. AUSONI Dionigi di Alicarnasso:

"Gli Arcadi, primi tra gli Elleni, attraversato l'Adriatico si stanziarono in Italia, condotti da Enotro.. nato 17 generazioni prima della guerra di Troia... giunse all'altro mare, quello che bagna le regioni occidentali d'Italia. Questo si chiamava Ausonio dagli Ausoni che abitavano le sue rive;... e fondò sulle alture piccoli centri abitati... E la regione occupata, che era vasta, fu chiamata Enotria ed enotrie tutte le genti su cui regnò. Popolazione di origine indoeuropea, che si stabilì nel basso Lazio, probabilmente intorno al I millennio a.c. Il loro territorio, a sud di quello dei Volsci, era compreso nell'area di Roccamonfina, tra il Liri e il Volturno, i monti Aurunci e il monte Massico. Una delle città principali fu Terracina. Socialmente non erano particolarmente evoluti, o almeno così li descrissero i Romani, costruivano le loro città sempre in cima a un colle a scopo difensivo, con alcune caratteristiche umbro-osche.

Sessa fu fortificata con mura ciclopiche che abbracciano una superficie di circa 1 ettaro: probabilmente questo era l'originario nucleo di Suessa, città preromana che aderiva a una federazione di città aurunche, nota come Pentapoli Aurunca. La superficie pare troppo esigua per un centro abitato e si ipotizza che le mura proteggessero solo un forte militare a difesa degli abitanti. Nel 337 a.C. la postazione fu abbandonata, sotto la pressione dei Sidicini, in favore della zona dell'attuale centro storico di Sessa.

Fu un centro importante degli Aurunci, ma nel IV secolo a.C. fu conquistato dai Romani che sconfissero nel 313 a.C. la Pentapoli Aurunca: vi si insediò allora una colonia di diritto latino, Suessa. Batté moneta dal 270 a.C. circa alla seconda guerra punica (219-202 a.C.), durante la quale si rifiutò di fornire armi, soldati e denari a Roma. Divenne un ragguardevole centro militare, commerciale e agricolo e venne elevata a "municipium" nel 90 a.C.; durante la guerra civile si schierò al fianco di Silla prima e più tardi di Pompeo. È di questo periodo la cinta muraria, di cui restano le tracce: lunga due opere e mezzo con cinque-sei porte, fu realizzata in opus quadratum. Al tempo di Augusto Sessa ospitò una colonia di veterani classarii ed estese i suoi confini.[6]

La posizione vantaggiosa tra la Via Appia e la Via Latina ne fa un centro di produzione agricola, i cui prodotti possono essere trasportati verso Roma o verso Capua. Cicerone menziona Suessa come di un'importante città. Cesare distribuì le terre di Sessa fra i suoi veterani qui, per cui la città assume in alcuni testi il nome di Colonia Julia Felix Classica Suessa.

Teatro romano di Suessa.

Nell'età imperiale Suessa conosce la sua massima espansione urbana: il centro abitato si estendeva su un'area quasi doppia rispetto a quella attuale e contava numerosi e importanti monumenti. Nel 2001 gli scavi hanno riportato alla luce il Teatro Romano, struttura che poteva contenere più di 3 500 spettatori con una scena di circa 30 metri di fronte e 15 di profondità; il teatro ha come cornice naturale la campagna con il golfo di Gaeta all'orizzonte. Presso la città sorse una villa, proprietà di Matidia.

Il medioevo

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Al declinare dell'Impero romano, Sessa - diocesi almeno dal V secolo - vive un periodo di decadenza.

Dopo essere stata interessata alle vicende storiche di Capua, Salerno, Benevento e Gaeta, riacquista parte della sua antica importanza verso il XII secolo. Tra il XIV e il XV secolo i Marzano, signori di buona parte di Terra di Lavoro e una delle più potenti famiglie del Regno di Napoli, fecero di Sessa la capitale dei loro feudi.

La signoria dei Marzano ebbe termine nel 1464 e Sessa per breve tempo è eretta in arciducato. Nel 1507 è concessa in feudo a Gonzalo Fernández de Córdoba, che aveva portato a termine la definitiva conquista del Regno di Napoli da parte di Ferdinando il Cattolico e ne aveva ottenuto il titolo di viceré. Apparteneva ad una delle più illustri famiglie di Spagna.

La provincia campana di Terra di Lavoro con i confini dei suoi cinque distretti (dal 1860 circondari)

Dal XIX secolo a oggi

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Agli inizi del XIX secolo in seguito agli avvenimenti che andavano scuotendo il Regno napoletano, Sessa si trovò priva di due pilastri della sua importanza: la nobiltà e gli ordini religiosi che sin dal XIII secolo, avevano formato uno dei cardini della vita cittadina. Conservò però la diocesi e mantenne un suo ruolo come centro importante della provincia di Terra di Lavoro nel Distretto di Gaeta. Nel 1975 venne scorporata la frazione Cellole divenendo comune autonomo.

Ducato di Sessa

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Vi è stato un primo Ducato di Sessa, dal 1360 al 1466, un Arciducato, dal 1495 al 1507, e un secondo Ducato di Sessa dal 1507 in poi, il cui titolo nobiliare esiste ancora oggi. Le radici dell'antichissima famiglia Marzano si perdono nella notte dei tempi; probabilmente prese il nome da una omonima terra che possedevano in Principato Citra, infatti sin dal 1230, ai tempi di re Federico II di Svevia, subito dopo la vittoria in Lombardia, sono attestati Riccardo e Giovanni di Marzano.

I Marzano hanno posseduto numerosi feudi tra i quali: Baia, Caggiano, Calvi, Carinola, Dragone, Formicola, Gioia, Laconia, Latino, Maida, Marzano, Monteleone, Monterotario, Rocca d’Aspro, Roccamonfina, Salvitella, Sant’Angelo di Ripacanina, Sant’Angelo le Fratte, Sasso, Sessa, Teano, Tufara, Vallo di Novi

Simboli

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Lo stemma del Comune di Sessa Aurunca è stato riconosciuto con decreto del Capo del governo del 18 maggio 1936.[7]

Nello stemma è raffigurato Eracle, nume tutelare del luogo in antichità, nell'atto di strangolare il Leone di Nemea.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Duomo

Architetture civili

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Castello ducale

Archeologia

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Aree naturali

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Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere

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Al 1 gennaio 2023 vi sono presenti 723 residenti stranieri, pari al 3,47% della popolazione.[10]

Religione

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Tradizione e folclore

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Cultura

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Sessa Aurunca dispone di scuole di ogni ordine e grado che vanno dal Liceo Classico - istituito, col Convitto Nazionale, nel secolo scorso - all'Istituto d'Arte di Cascano nato per la valorizzazione di un antico e caratteristico artigianato locale.

Museo civico di Sessa Aurunca

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Presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca vi è una sala espositiva in cui sono ospitati una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dagli scavi, condotti dalla Soprintendenza tra il 1999 e il 2003, nell’area del Teatro Romano della città[11].

Geografia antropica

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Frazioni

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Il territorio comunale attualmente conta 30 frazioni, fra cui:

Lauro - Chiesa di Santa Lucia

Economia

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La particolare dislocazione geografica del Centro e delle 30 frazioni fra un'ampia zona collinare e la fertilissima "Piana del Garigliano", rende importante il territorio comunale per una produzione agricola differenziata e apprezzata soprattutto per quanto riguarda olio e vini noti già nell'epoca romana (numerose sono sul territorio le tracce di grossi insediamenti produttivi di età imperiale).

Da queste terre, fino alle pendici del Massico proviene il vino Falerno e l'olio d'oliva Terre Aurunche DOP.

Non mancano l'allevamento del bestiame (in modo particolare delle "bufale" in pianura e degli ovini in collina), recenti impianti ittici, né insediamenti industriali.

Centrale nucleare del Garigliano

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Nelle campagne di Sessa Aurunca sorge la centrale nucleare dismessa "del Garigliano"[16], chiusa nel 1982.

Infrastrutture e trasporti

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Strade

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Stazione di Sessa Aurunca-Roccamonfina

Sessa Aurunca è attraversata dalla strada statale 7 Via Appia e dalla Strada statale 7 quater Via Domitiana.

Ferrovie

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Il comune dispone della stazione ferroviaria di Sessa Aurunca-Roccamonfina-Cellole sulla ferrovia Roma-Formia-Napoli. Fino al 1957 il comune era servito anche dalla stazione di Sessa Aurunca Superiore sulla ferrovia Sparanise-Gaeta.

Amministrazione

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Sport

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Hanno sede nel comune le società di calcio: U. S. Sessana 1915 e A.S.D. Real Piedimonte Calcio, che hanno disputato campionati dilettantistici regionali.

Note

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  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Comuni della Campania per superficie territoriale, su Tuttitalia.
  5. ^ Daniela Galliano, L'aerarium-tabularium di Sessa Aurunca. Il tesoro e l'archivio dei romani, su VesuvioLive, 28 febbraio 2016. URL consultato il 14 giugno 2016.
  6. ^ Claudia della Corte, Caserta e la sua Provincia, in Ente Provinciale per il Turismo di Caserta, 2001, p. 25.
  7. ^ Sessa Aurunca, DCG 1936-05-18, riconoscimento di stemma, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldica, Fascicoli comunali, busta 154, fascicolo 11568. URL consultato il 5 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
  8. ^ Paola Coniglio, Sebastiano Conca, Annunciazione, in La Fragilità e la Forza. Antonello da Messina, Bellini, Carpaccio, Giulio Romano, Boccioni, Manet, 200 capolavori restaurati, XIX edizione di Restituzioni. Tesori d'arte restaurati, catalogo di mostra, Milano, 2022, pagg. 836 - 845.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Popolazione straniera residente, su demo.istat.it.
  11. ^ Sala Espositiva presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca, su beniculturali.it.
  12. ^ Conoscere il territorio aurunco: Il Santuario di Maria SS. Della Libera e l'Episcopio di Ventaroli, su Il Punto Quotidiano. URL consultato il 14 marzo 2020.
  13. ^ Salvatore Bertolino, Monte Massico ed il territorio tra i fiumi Garigliano e Volturno: Hand made: nel laboratorio di un ceramista a Cascano di Sessa Aurunca, su Monte Massico ed il territorio tra i fiumi Garigliano e Volturno, sabato 23 settembre 2017. URL consultato il 14 marzo 2020.
  14. ^ La frazione di Corbara nel comune di Sessa Aurunca (CE) Campania, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 14 marzo 2020.
  15. ^ Tesi di laurea (PDF), su rilievoarcheologico.it.
  16. ^ Archivio Istituto Luce - La nascita della Centrale del Garigliano (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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