Adriana Zarri

Adriana Zarri (San Lazzaro di Savena, 26 aprile 1919Crotte di Strambino, 18 novembre 2010) è stata una teologa, giornalista e scrittrice italiana.

Biografia

Nacque nel 1919 a San Lazzaro di Savena, nelle immediate vicinanze di Bologna, figlia di un mugnaio (già bracciante), e della figlia di un capomastro.

Negli anni giovanili fu dirigente dell'Azione Cattolica; dal 1952 fu giornalista pubblicista.

Dopo aver vissuto in diverse città italiane (Roma, soprattutto), dal settembre 1975[1], per una scelta eremitica, si ritirò prima ad Albiano, poi a Fiorano Canavese e a Perosa Canavese, e infine, dalla metà degli anni novanta, a Strambino, sempre in Canavese[2].

Collaborò con molte testate cattoliche: L'Osservatore Romano, Rocca, Studium, Politica oggi, Sette Giorni, Il Regno, Concilium, Servitium e Adista. Collaborò con i periodici Avvenimenti (con la rubrica Diario inutile) e MicroMega e con il settimanale Anna. Nel quotidiano il manifesto aveva una rubrica domenicale, Parabole.

Partecipò anche come ospite fissa alla trasmissione televisiva Samarcanda condotta da Michele Santoro. Nel 2004 fu candidata senza essere eletta alle elezioni europee nella liste di Rifondazione Comunista dell'Italia del Nord-Ovest, risultando la terza più votata nella lista con 7.402 voti[3].

La sua fu una teologia antitradizionalista, che dubitava dell'esistenza dell'Inferno in quanto punizione non educativa. Prese pubblicamente le distanze tanto dal disinteresse nei confronti della religione quanto da movimenti cristiani come Comunione e Liberazione oppure Opus Dei.

In occasione dell'approvazione della Legge 194 che consentiva l'Interruzione Volontaria della Gravidanza (IVG) in Italia e del successivo referendum si schierò in modo apertissimo a favore del diritto all'interruzione di gravidanza, adducendo motivazioni legate ai principi evangelici.

Opere

Premi e riconoscimenti

Onorificenze

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
— 6 dicembre 1995[10]

Note


Bibliografia

Altri progetti

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