Antonino Anile

Ministro della pubblica istruzione
Durata mandato26 febbraio 1922 –
1º agosto 1922
Capo del governoLuigi Facta
PredecessoreOrso Mario Corbino
LegislaturaXXVI

Durata mandato1º agosto 1922 –
28 ottobre 1922
Capo del governoLuigi Facta
SuccessoreGiovanni Gentile
LegislaturaXXVI

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXV, XXVI, XXVII
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPPI
Titolo di studioLaurea in medicina
UniversitàUniversità degli Studi di Napoli

Antonino Salvatore Anile (Pizzo, 20 novembre 1869Raiano, 26 settembre 1943) è stato un anatomista, letterato e politico italiano.

Biografia

Antonino Anile, scienziato, poeta ed esponente di rilievo del Partito popolare italiano, nacque a Pizzo Calabro il 20 novembre del 1869, in una famiglia numerosa della piccola borghesia[1].

Negli anni in cui frequentò il liceo classico presso il Real Collegio Vibonese "Filangieri" a Monteleone, dimostrò sensibilità e interesse per le lettere, ma i familiari, piccoli proprietari terrieri attivi anche nel campo del commercio, condizionarono le sue scelte universitarie, orientandolo agli studi di medicina. Dopo la laurea, conseguita all'Università di Napoli nel 1894, divenne assistente del professor Giovanni Antonelli, e dal 1908 al 1911 insegnò la disciplina di Anatomia descrittiva e topografica. Conseguì la libera docenza in anatomia umana nel 1903. Nel 1912 ottenne la cattedra di anatomia artistica all'Accademia di Belle Arti di Napoli e successivamente a quella di Roma.[1]

Durante gli anni della sua professione di medico e di ricercatore, Anile fu autore di un'ampia trattatistica scientifica. La sua passione letteraria, tuttavia, non venne mai meno. Agli anni 1889-1939 risale infatti una costante attività poetica che si tradusse nelle raccolte: Primum mane (1889); Intermezzo di sonetti (1893); Ultimo sogno (1901); Poesie (1921), che raccoglie Primi tumulti, Sonetti dell'anima e La croce e le rose (1902-1909); Sonetti religiosi (1923); Nuovi sonetti religiosi (1931); Bellezza e verità delle cose (1935); Le ore sacre (1937); L'ombra della montagna (1939); e l'inedito Estuari, che la famiglia Galati e il professor Carlo Bo avrebbero curato, alla fine degli anni Ottanta, in un'edizione critica non ancora pubblicata.[1]

Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, collaborò con il «Giornale d'Italia», scrivendo articoli di carattere scientifico e anche letterario. In essi, l'autore espresse la sua visione del mondo, basata sull'idea di provvidenza e spiritualità. Il suo impegno come intellettuale cattolico lo indusse a intraprendere anche la carriera politica. Nel 1919 si iscrisse al Partito popolare italiano. Il 16 novembre 1919 fu eletto deputato della Camera nelle liste del Collegio di Catanzaro per la XXV Legislatura e venne rieletto nel 1921 e nel 1924.[1]

Durante il periodo di attività politica, concentrò la sua attenzione sulla scuola e in particolare sul rapporto tra Stato e scuola privata cattolica. Seguì il movimento riformatore promosso da G. Lombardo Radice; aderì al Fascio di educazione nazionale e al Gruppo di azione per la scuola nazionale. Nel 1920, si unì a Piero Gobetti, V. Cento e E. Codignola nel manifestare il proprio dissenso verso una gestione statale troppo accentratrice e poco attenta al ruolo della scuola nella società quale guida morale e civile. Anile trattò tale questione, anche durante il Congresso del Ppi, svoltosi a Napoli il 10 aprile del 1920, sostenendo la necessità di varare una riforma che, con l'istituzione dell'esame di Stato, determinasse una condizione paritaria tra scuola pubblica e scuola privata[1].

Fu sottosegretario alla pubblica istruzione nel primo governo di Ivanoe Bonomi (4 luglio 1921 - 26 febbraio 1922) e Ministro alla pubblica istruzione nei due governi Facta (27 febbraio-11 agosto; 12 agosto-30 ottobre 1922), il 23 maggio del 1922, presentò un disegno di legge relativo al problematico rapporto tra Stato e scuola privata cattolica, ma la crisi di governo ne impedì la discussione in aula e in seguito la proposta non fu più approvata. Anile fu sempre coerente con i suoi principi e sostenne in ogni occasione l'idea che la società, e quindi anche la scuola, si dovesse fondare su valori saldi, ispirati alla fede e tali da prevenire il degrado culturale del tempo. Dal 1923 al 1925 Anile fu capo redattore della terza pagina del giornale del partito, «Il Popolo», diretto da Donati, e collaborò a «Politica nazionale» di Fuschini. Dal 1923 divenne membro dell'Accademia pontificia dei Nuovi lincei su nomina di papa Pio XI[1].

Si ritirò dalla politica attiva con l'avvento del fascismo; fu uno dei firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti[2]. Da quando Mussolini assunse il potere (17 novembre 1922), Anile non seguì l'orientamento dichiaratamente antifascista del suo partito. Infatti, dopo il delitto Matteotti, non si unì agli aventiniani e quindi non perse il mandato parlamentare; ma da questo momento in poi preferì ritirarsi dalla vita politica. Morì nel paese peligno di Raiano, presso il Palazzo Rossi-Sagaria, dov'era ospite da tempo, il 26 settembre del 1943. Le sue spoglie furono traslate nella Chiesa di San Giorgio a Pizzo Calabro l'11 maggio del 1952.

L'epitaffio "Antonino Anile poeta di Dio", scritto dall'amico Vito Giuseppe Galati, esprime in pieno la personalità e la sensibilità di Anile. Intellettuale attivo e versatile, si applicò con sincero impegno alle scienze come alla letteratura e all'attività politica[1].

Archivio

Il fondo Antonino Anile[3] è stato donato all'Istituto Luigi Sturzo nel 1999 dalla professoressa Anna Galati, figlia di Vito Giuseppe Galati , insieme al più consistente archivio Galati[4]. L'archivio di Antonino Anile nasce dalla raccolta documentaria che Vito Giuseppe Galati curò nell'intento di studiare le carte dell'amico, per elaborare su di lui una biografia poi pubblicata nel 1952 con il titolo "Antonino Anile". È presente documentazione relativa a Galati o alla signora Maria Pekle, vedova dell'Anile. Si potrebbe quindi ritenere che questi documenti, dato anche il loro carattere eterogeneo, costituiscano un'appendice del più grande archivio Galati[3].

Opere

Cattolico, scrisse numerose opere di divulgazione scientifica con l'intento di dimostrare l'assoluta mancanza di contraddizione fra la religione cattolica e la ricerca scientifica. Scrisse anche delle raccolte di versi di argomento religioso.

Anatomia

Divulgazione scientifica

Politica

Saggi umanistici e religiosi

Poesia

Note

  1. ^ a b c d e f g Anile Antonino, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 luglio 2018.
  2. ^ A. Spinosa, Mussolini. Il fascino di un dittatore, Mondadori, Milano, 1989, pag. 153
  3. ^ a b Fondo Anile Antonino, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 luglio 2018.
  4. ^ Galati Giuseppe Vito, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 luglio 2018.

Bibliografia

Altri progetti

Predecessore Ministro della pubblica istruzione del Regno d'Italia Successore Orso Mario Corbino 26 febbraio 1922 - 28 ottobre 1922 Giovanni Gentile
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